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PONTE STRETTO: “ALTRO CHE COSTO ZERO, FINITO TEMPO FROTTOLE

“Già  ora governo stanzia 1,3 miliardi di euro, contro i 120 milioni per rischio alluvioni”.

 “Con il via libera del Cipe alla fase di progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina finisce il tempo delle chiacchiere e delle frottole raccontate dal Governo agli italiani. Ben un miliardo e trecento milioni di euro di soldi pubblici vengono destinati a un’opera che non serve ai drammatici problemi di mobilità  del Mezzogiorno, mentre per la difesa del suolo, per prevenire nuove tragedie come quella recente di Messina, resta meno di un decimo, poco più di 120 milioni.”
Lo dichiarano i senatori ecodem del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che aggiungono: “Ancora una settimana fa il ministro delle Infrastrutture Matteoli ripeteva che ‘alle casse pubbliche il Ponte non costa una lira’, ma oggi viene messo nero su bianco un esborso di risorse pubbliche che sarebbe assai più utile per rendere un più moderna ed efficiente la rete ferroviaria della Sicilia e della Calabria o magari per mettere in sicurezza il territorio meridionale dal rischio frane e alluvioni. Almeno il Governo abbia il coraggio di dire la verità : lo Stato per quest’opera faraonica e inutile spenderà  alla fine svariati miliardi di euro, risorse evidentemente sottratte a impieghi decisamente più urgenti”.

Noi, promotori di una lobby ecologica nel Pd

Meno di un anno fa nel suo discorso d’insediamento alla Casa Bianca, Barack Obama disse che l’America per risolvere i suoi problemi e riprendere la sua leadership globale doveva mettersi alla testa di tre  grandi sfide: sconfiggere la più grave crisi economica degli ultimi decenni, sconfiggere il terrorismo, sconfiggere l’inquinamento e il rischio mortale rappresentato dai cambiamenti climatici.

Meno di una settimana fa, in un articolo sui vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino pubblicato in Italia da la Repubblica, Joschka Fischer concludeva che dopo quell’indimenticabile e benedetto Ottantanove, oggi sta per arrivare un altro, non meno decisivo appuntamento con la storia: la Conferenza di Copenaghen, dove i Paesi ricchi, i giganti emergenti con in testa la Cina e l’India, il Sud del mondo dovranno mettersi d’accordo per fermare tutti insieme il “global warming”.

Obama e Fischer sono due uomini di centrosinistra, queste loro parole testimoniano che nel discorso pubblico delle forze politiche e dei leader riformisti l’ambiente occupa ormai un posto di assoluta priorità .

Così non è stato finora in Italia, dove la politica ha mostrato una notevole resistenza a considerare l’ambiente una questione che intreccia e deve condizionare tutte le scelte sullo sviluppo. 

Per questo tanti ecologisti italiani hanno guardato con fiducia alla nascita del Partito Democratico, che fino dal discorso tenuto al Lingotto da Walter Veltroni ha collocato questo tema come una  pietra angolare della propria rinnovata identità . Ma ne Pd ancora oggi l’ambiente rimane per molti un tema secondario, e  non vi è sufficiente consapevolezza del circolo virtuoso che può e dovrebbe legare le risposte alla crisi economica con quelle alla crisi ambientale e climatica. Noi ecologisti democratici vorremmo un Pd più deciso e netto nei suoi no – no al nucleare, no alla cementificazione illimitata del territorio, no a politiche infrastrutturali che privilegiano il trasporto su strada e penalizzano quello su ferro -; e più risoluto nel fare dell’ambiente uno dei tratti di più profonda e irriducibile differenza tra noi e la destra italiana.

Questa ambizione ha animato anche il nostro impegno nella vicenda congressuale convinti come siamo che senza l’ambiente al centro il Pd resterà  un partito riformista incompiuto, zoppo, dimezzato. Oggi, dunque alla vigilia dell’assemblea nazionale che proclamerà  Pier Luigi Bersani nuovo segretario del nostro partito, si terrà  un primo incontro tra quanti condividono la nostra stessa ispirazione, promosso da Ermete Realacci e da Giuseppe Civati: sarà  l’atto di nascita, così ci piacerebbe, di una lobby ecologica dentro il Pd, che nei prossimi mesi farà  ogni sforzo per avvicinare la sostanza e l’immagine del Partito Democratico all’idea di riformismo che professano, e quando governano si sforzano di praticare, leader come Fischer e come Obama.      

ROBERTO DELLA SETA

FRANCESCO FERRANTE

Ferrante Senatore Partito Democratico

Francesco Ferrante da ieri è tornato sugli scranni di Palazzo Madama.
Ecodem, primo dei non eletti nel collegio dell’Umbria, è subentrato al senatore dimissionario del Partito democratico, Leopoldo Di Girolamo, eletto sindaco di Terni.
Già  senatore nella XV Legislatura e per dodici anni ai vertici di Legambiente, Ferrante ricopre anche la carica di direttore generale del Gruppo a Palazzo Madama.

VIGNI, PRESIDENTE ECODEM. “SI RAFFORZA LA PRESENZA ECOLOGISTA NELLE ISTITUZIONI”

Soddisfazione degli Ecologisti Democratici per la proclamazione a senatore di Francesco Ferrante, membro dell’esecutivo nazionale dell’associazione, avvenuta ieri mercoledì 4 novembre.
L’aula di Palazzo Madama ha infatti approvato le dimissioni del senatore Leopoldo Di Girolamo (Pd), eletto sindaco di Terni nei mesi scorsi. Francesco Ferrante è quindi subentrato a Leopoldo Di Girolamo come primo dei non eletti del Partito Democratico nel collegio dell’Umbria.
“Si rafforza la presenza ecologista nelle istituzioni – commenta il presidente nazionale Ecodem, Fabrizo Vigni -, in un momento decisivo per le politiche ambientali e per le prospettive della green economy”.

LEGAMBIENTE: “UNA BUONA NOTIZIA PER L’AMBIENTE”

“Ferrante a Palazzo Madama è sicuramente una buona notizia per l’ambiente !”. Così Legambiente interviene sul ritorno al Senato, tra le fila del Partito Democratico, di Francesco Ferrante, già  direttore generale dell’associazione ambientalista e attuale membro della sua segreteria.
“Siamo convinti che Francesco saprà  sostenere e far passare le ragioni dell’ecologia con l’intelligenza, la tenacia e la preparazione con cui le ha sempre portate avanti. A lui gli auguri affettuosi di tutta Legambiente”.

REALACCI: “FERRANTE SENATORE RAFFORZA AMBIENTE NEL PD”

“L’ingresso di Francesco Ferrante tra i banchi di Palazzo Madama, rafforza l’impegno del Pd sui temi dell’ambiente e della qualità  dello sviluppo. Le sfide della green economy, della qualità , dell’innovazione sono le leve su cui puntare per rilanciare il paese e sono centrali per il futuro del Partito Democratico. Il contributo di Francesco Ferrante sarà  importante in questo senso, insieme a quello dei numerosi delegati eletti all’assemblea nazionale di ispirazione ambientalista”, lo afferma Ermete Realacci (PD), commentando la nomina a senatore di Francesco Ferrante, primo dei non eletti in Umbria alle ultime elezioni politiche.
“Ferrante”, prosegue Realacci “che già  nella scorsa legislatura aveva rappresentato l’Umbria in Senato subentra a Leopoldo Di Girolamo, il quale con un atto di coerenza, a differenza di quando accade in altri casi, ha presentato le sue dimissioni una volta eletto sindaco di Terni per incompatibilità  tra la carica parlamentare e il mandato di amministratore”.

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