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Delusione per la relazione di Bersani

“NULLA SU QUESTIONE MORALE  CHE INVESTE ANCHE NOSTRO PARTITO, POCHISSIMO SULL’AMBIENTE COME ORIZZONTE DECISIVO DI MODERNE POLITICHE RIFORMISTE”

“Quasi nulla sulla questione morale che nel Sud e non solo investe anche il
nostro partito,che non può essere ridotta a singoli casi di deviazioni
individuali e che imporrebbe a partire dalle prossime elezioni regionali
scelte coraggiose di discontinuità . Nemmeno un accenno alla imminente
Conferenza sul clima di Copenaghen, che i leader di tutto il mondo indicano
come una tappa fondamentale per salvare l’umanità  dal disastro climatico.
Pochissimo sulla necessità  che l’ambiente, l’idea di uno sviluppo fondato
sulla qualità  ambientale, siano orizzonti decisivi delle nostre politiche e
delle nostre proposte”. Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, senatori
ecodem del Pd, commentano così la relazione di Pier Luigi Bersani
all’assemblea nazionale del Pd. “Bersani – aggiungono i due parlamentari
democratici – ha detto molte cose importanti e condivisibili, ma non ha
minimamente affrontato temi, come l’ambiente e la legalità , che sono
essenziali per la credibilità  del Pd e per il futuro dell’Italia. Ci
auguriamo che questo non sia il segno di un partito che si rinchiude nel
passato, smarrendo le premesse e le speranze di questi due anni”.

Banda larga: in tempo di crisi il Governo non investe sul futuro

“In tempo di crisi non si investe sul futuro. àˆ questa la morale che si potrebbe trarre dalla decisione del governo di congelare lo stanziamento di 800 milioni per la diffusione della banda larga e che suscita le dure e doverose critiche di Confindustria. Pur condivisibile, la necessità  di impiegare le risorse per le emergenze anti-crisi, a partire dall’occupazione, sembra tralasciare gli effetti che la rinuncia a modernizzare le telecomunicazioni del paese potrà  avere in termini di mancato incremento della produttività ” – lo dichiara il sen. Francesco Ferrante (Pd), preannunciando in merito un’interrogazione parlamentare ai ministri Tremonti e Scajola.

“ Mentre si stanziano miliardi di euro per opere  faraoniche di dubbia utilità  come il Ponte sullo Stretto di Messina e si impegnano decine di milioni di euro per la metropolitana di Brescia, si lascia nel cassetto un progetto che, con un investimento complessivo di 1,5 miliardi, porterebbe a un incremento del Pil di 2 miliardi, previsioni diffuse dal governo stesso, attraverso il viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani nei giorni scorsi. Senza contare – continua Ferrante –   il coinvolgimento nel progetto, in quattro anni, di 4mila ingegneri, 11mila tecnici, 28mila operai, 6mila impiegati. Anche queste sono stime diffuse dal governo, prima che i fondi fossero congelati in attesa di tempi migliori. Emerge una verità  da troppo tempo nascosta agli occhi degli utenti: se i fondi sono stati girati agli ammortizzatori sociali e ad altri interventi, allora i soldi non sono stati dirottati soltanto da poche ore.”

“ La scelta programmatica, quindi – sottolinea il parlamentare Pd –  deve giocoforza risalire a giorni fa, quando ancora organismi istituzionali auspicavano uno sblocco da parte del CIPE per moneta in realtà  mai realmente stanziata allo sviluppo della Banda Larga, poiché mai concretamente messa a disposizione. “

“Quando si è deciso di tirare il freno allo sviluppo della competitività  del Paese? Forse quando, grazie alla Rete, è stato smascherato il bluff della inesistente tempesta di neve che tratteneva Berlusconi in Russia da Putin?”

PONTE STRETTO: “ALTRO CHE COSTO ZERO, FINITO TEMPO FROTTOLE

“Già  ora governo stanzia 1,3 miliardi di euro, contro i 120 milioni per rischio alluvioni”.

 “Con il via libera del Cipe alla fase di progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina finisce il tempo delle chiacchiere e delle frottole raccontate dal Governo agli italiani. Ben un miliardo e trecento milioni di euro di soldi pubblici vengono destinati a un’opera che non serve ai drammatici problemi di mobilità  del Mezzogiorno, mentre per la difesa del suolo, per prevenire nuove tragedie come quella recente di Messina, resta meno di un decimo, poco più di 120 milioni.”
Lo dichiarano i senatori ecodem del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che aggiungono: “Ancora una settimana fa il ministro delle Infrastrutture Matteoli ripeteva che ‘alle casse pubbliche il Ponte non costa una lira’, ma oggi viene messo nero su bianco un esborso di risorse pubbliche che sarebbe assai più utile per rendere un più moderna ed efficiente la rete ferroviaria della Sicilia e della Calabria o magari per mettere in sicurezza il territorio meridionale dal rischio frane e alluvioni. Almeno il Governo abbia il coraggio di dire la verità : lo Stato per quest’opera faraonica e inutile spenderà  alla fine svariati miliardi di euro, risorse evidentemente sottratte a impieghi decisamente più urgenti”.

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