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Olio, Zaia vigili su rispetto norma etichetta

Il governo italiano vigili perche’ sia garantito il consumo e la distribuzione di olio etichettato a norma nei pubblici servizi e nei diversi punti vendita’. Lo chiedono, con un’interrogazione al ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali i senatori del Partito democratico Colomba Mongiello,Giovanni Procaci, Alfonso Andria, Filippo Bubbico, Alberto Maritati, Salvatore Tomaselli, Alberto Tedesco, Leana Pignedoli, Maria Antezza, Maria Teresa Bertuzzi, Roberto Di Giovan Paolo, Flavio Pertoldi, Nino Randazzo, Stefano Ceccanti, Mauro Del Vecchio, Cecilia Donaggio, Francesco Ferrante, Daniela Mazzuconi, e Albertina Soliani. I senatori chiedono se ‘il ministro Zaia sia a conoscenza del fenomeno diffuso legato alla somministrazione e al consumo nei pubblici esercizi di olio d’oliva non etichettato conformemente alla normativa vigente e quali iniziative intenda adottare per garantire e monitorare il rispetto e l’effettiva attuazione sul mercato nazionale della normativa comunitaria che, a partire dal primo luglio 2009, ha introdotto l’obbligatorieta’ dell’indicazione in etichetta dello Stato membro da cui provengono le olive utilizzate per la produzione di olio vergine ed extravergine di oliva’.
‘E’ necessario – concludono i senatori
Pd – che, data la diffusione del fenomeno legato alla somministrazione e al consumo nei pubblici esercizi di olio d’oliva non etichettato segnalata su tutto il territorio nazionale, il ministro Zaia intervenga urgentemente con una efficace ed incisiva attivita’ di controllo, che sia svolta anche nei diversi punti vendita, nonche’ nella grande distribuzione organizzata’.

Ponte sullo stretto: troppe cariche per Ciucci

Ciucci con la nomina a Commissario straordinari cumula tre cariche e taglia fuori gli enti locali

“Non è la prima volta che il presidente dell’Anas Pietro Ciucci si trova a ricoprire più ruoli che richiederebbero invece una netta distinzione, ricordiamo quando egli era contemporaneamente presidente, direttore generale e consigliere dell’Anas. Con la recente nomina, da parte del ministro Matteoli, di Ciucci a commissario straordinario per la velocizzazione delle procedure relative alla realizzazione delle opere propedeutiche e funzionali del ponte sullo Stretto di Messina si è venuta a creare una evidente commistione dei ruoli di controllore e controllato, perché il Presidente dell’Anas è anche Presidente della società  Ponte sullo Stretto.” – lo dichiarano il senatore del Pd Francesco Ferrante, che sulla vicenda ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro Matteoli, e Salvatore Granata, direttore di Legambiente Sicilia.
per la velocizzazione delle procedure relative alla realizzazione delle opere propedeutiche e funzionali del di Messina si è venuta a creare una evidente commistione dei ruoli di controllore e controllato, perché il Presidente dell’Anas è anche Presidente della società  Ponte sullo Stretto.” – lo dichiarano il senatore del Pd Francesco Ferrante, che sulla vicenda ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro Matteoli, e Salvatore Granata, direttore di Legambiente Sicilia.

“Con questo incarico triennale assegnatogli dal ministro delle Infrastrutture – si legge nel comunicato –  Ciucci potrà  monitorare l’adozione degli atti e dei provvedimenti necessari per l’esecuzione degli investimenti e vigilerà  sull’espletamento delle procedure realizzative e autorizzative. Potrà  inoltre, sempre al fine dell’adozione dei provvedimenti e degli atti necessari allo svolgimento della propria attività  operare con i poteri anche sostitutivi degli organi ordinari e straordinari, esautorando di fatto tutti gli enti locali interessati dalle opere infrastrutturali. Il Commissariamento spoglierà  le comunità  locali del diritto di pianificare l’assetto futuro dei propri territori e vanificherà  il lavoro avviato dallo stesso Comune di Messina per concertare con le forze sociali della Città  scelte urbanistiche di particolare delicatezza, che riguardano un territorio a rischio sismico ed idrogeologico il quale sta già  scontando l’impatto di un’urbanizzazione pesante ed invasiva.m Il presidente della più grande azienda dello Stato, l’Anas, azionista di maggioranza della Società  dello stretto di Messina, come commissario straordinario verifica dunque quello che lui stesso fa, ovvero gestire innanzitutto quel miliardo e 300 milioni sbloccati dal Cipe per avviare la progettazione. Soldi veri, soldi pubblici, che sono del resto gli unici fondi disponibili. Finora non si è visto nessun contributo privato, come il governo e lo stesso Ciucci raccontano. La somma sbloccata dal Cipe era già  stata stanziata da anni: fu dirottata dal governo Prodi su infrastrutture di Calabria e Sicilia e non è che una prima – minima – tranche del costo complessivo, che arriverà  alla mostruosa cifra di  6,3 miliardi di euro in sette anni.”

“Questa quantità  enorme di denaro pubblico verrà  dunque gestita sostanzialmente da un unico soggetto, che per volontà  del governo e del ministro Matteoli nello specifico, si ritroverà  ad essere  controllore e controllato, concessionario e ricevente, della più faraonica e probabilmente inutile infrastruttura costruita in Italia, che i cittadini italiani pagheranno di tasca propria nei decenni a venire. “ – concludono Ferrante e Granata.

 

Indonesia: un’attivista di Greenpeace e un giornalista dell’Espresso vittime di uno stato di polizia. Intervenga Frattini

“Il ministro Frattini si attivi immediatamente presso la rappresentanza diplomatica italiana in Indonesia, affinchè sia data tutta l’assistenza necessaria ai nostri concittadini, tra i quali la responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia Chiara Campione e il giornalista  Raimondo Bultrini, fermati dalla polizia indonesiana mentre si recavano al “Campo di resistenza forestale” nella penisola di Kampar, dove è in corso un’azione di protesta contro la deforestazione.” – lo ha detto, intervenendo in Aula al Senato il sen. Francesco Ferrante (Pd), illustrando un’interrogazione urgente al ministro degli Esteri. 

“ E’ in atto una grave violazione dei diritti civili, perché gli esponenti di Greenpeace, che non hanno nemmeno preso parte alle precedenti azioni dimostrative, sono stati messi in stato di fermo e sottoposti ad ispezioni corporali. I nostri concittadini, in Indonesia a manifestare per difendere uno degli ultimi polmoni del pianeta, sono vittime di un trattamento da stato di polizia che richiede  una urgente presa di  posizione ufficiale da parte del nostro governo. Chiediamo dunque che il ministro Frattini intervenga immediatamente perché i nostri concittadini ricevano tutto il sostegno necessario e vengano al più presto rilasciati.”

Dalle notizie in nostro possesso – ha continuato Ferrante – ci sembra infatti di capire che i due nostri concittadini sono stati privati del passaporto dalle forze di polizia indonesiane e stanno per essere espulsi da quel Paese. Sembra che l’ambasciata italiana si stia adoperando per assicurare l’incolumità  dei nostri due concittadini e questo va bene. Ritengo, però, che sia del tutto insopportabile – ed è questa la ragione per cui mi permetto di intervenire affinché suo tramite, signora Presidente, giunga la notizia in tempo reale al nostro Governo – che dei nostri concittadini (ripeto: un giornalista e un’attivista di un’organizzazione ambientalista) vengano espulsi da un Paese e privati dei propri diritti soltanto perché erano andati a verificare la situazione delle foreste”.

Emma Bonino , presidente di turno dell’Assemblea, ha assicurato che la Presidenza del Senato avrebbe sollecitato risposta all’interrogazione

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