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Ispra: il Governo non sprechi ultime ore preziose

“Sono ormai  38 giorni i giorni trascorsi sul tetto dai precari dell’Ispra, per i quali domani rischia di essere l’ultimo giorno di lavoro se il governo non deciderà  di intervenire. Si tratta di  250 persone, con stipendi normalissimi, in gran parte con famiglie a carico e  con ottimi curricula, i lavoratori che hanno dedicato anni della loro vita al servizio del controllo ambientale e che il ministro dell’Ambiente finora si è rifiutato di incontrare e ascoltare. Il ministro Prestigiacomo intervenga urgentemente, tamponando la situazione di emergenza con uno spostamento di risorse in dote al ministero, quali i 7 milioni di euro previsti per i contributi ordinari dell’ex Infs e dell’ ex Icram.” – lo dichiarano i senatori ecodem Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, che nei giorni scorsi hanno, insieme ad altri esponenti del Pd, visitato e espresso la loro solidarietà  ai precari accampati sul tetto della sede di via Casalotti.

“L’indurimento deciso dal prefetto Grimaldi, che oggi ha chiuso i cancelli dell’istituto impedendo il libero accesso risulta incomprensibile e gravissimo. Il ministro Prestigiacomo intervenga per garantire ai lavoratori sul tetto la possibilità  di circolare liberamente e di ricevere assistenza dall’esterno. L’atteggiamento sordo del governo – continuano gli esponenti ecodem –  è tanto più incomprensibile alla luce del bilancio previsionale dell’Ispra per il 2010 di 126 milioni di euro e l’iscrizione al  bilancio stesso di attività  per svariati milioni di euro, coerenti con le finalità  istituzionali dell’Ente: è facile immaginare che tali attività , senza l’apporto fondamentale dei precari non riconfermati, verranno esternalizzate.”

Morto suicida nel Cie di Milano un brasiliano

OCCORRE OSSERVATORIO SU MORTI NELLE CARCERI E NEI C.I.E.

“L’ennesima  drammatica notizia proveniente da un Centro di Identificazione ed Espulsione(CIE) è il suicidio, avvenuto nel giorno di Natale, di un transessuale brasiliano di 34 anni, Carlos S., che si trovava da alcuni giorni nel centro di via Corelli a Milano. Carlos non era formalmente un ‘detenuto’, non era nemmeno sotto la responsabilità  del Ministero della Giustizia, bensì di quello dell’Interno, quindi la sua morte non verrà  catalogata nelle statistiche ‘ufficiali’ dei detenuti suicidi, eppure, con ogni evidenza, si è ucciso mentre era privato della libertà  personale. In considerazione di questo secondo suicidio avvenuto in un CIE, e delle drammatiche condizioni in cui versano le persone ospitate in molti altri centri, innanzitutto quello di Ponte Galeria, ritengo che sia oramai improcrastinabile per garantire i diritti fondamentali delle persone la necessità  di creare un ‘Osservatorio’ per il monitoraggio delle morti che avvengono in situazioni di privazione o limitazione della libertà  personale al di fuori del sistema penitenziario, e  che in tale Osservatorio siano presenti anche le associazioni per i diritti dei detenuti e degli immigrati “ – lo dichiara  il senatore Francesco Ferrante (Pd) , preannunciando in merito un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio.

“Proprio per verificare la situazione dei CIE Italiani – continua Ferrante –  il 6, 7 e 8 dicembre 2009 è stata promossa una iniziativa, alla quale hanno partecipato numerosi parlamentari, e ho personalmente verificato come il Cie di Ponte Galeria si presenta, come tutti gli altri CIE, in maniera inequivocabile come una prigione, con sbarre, cancelli chiusi a chiave e orari di visita regolamentati, con la sola differenza che il personale preposto non è composto da guardie carcerarie ma da operatori della Croce rossa e pochi funzionari di Polizia. Su tale situazione il sottoscritto  ha presentato un’interrogazione urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla quale non è stata data ancora nessuna risposta.”

“Chiedo dunque  se il Presidente del Consiglio  non intende riferire urgentemente sulla reale consistenza del fenomeno delle morti in carcere, e nei CIE, in modo che possano essere concretamente distinti i suicidi dalle morti per cause naturali e da quelle, invece, avvenute per cause sospette a partire dai casi di Stefano Cucchi, di Giuseppe Saladino, di Aldo Bianzino e da ultimo, di Carlos S.” – conclude Ferrante.

Puglia: non ricandidare Vendola sarebbe passo indietro inspiegabile

“Non ricandidare Nichi Vendola, e non passare attraverso delle consultazioni aperte e trasparenti, che coinvolgano tutti i simpatizzanti del centrosinistra, sarebbe un passo indietro inaccettabile e inspiegabile rispetto al progetto di un Pd nato per essere vicino ai cittadini. Nessun calcolo elettoralistico, o peggio di potere, basterebbe a giustificare una scelta così” – lo dichiarano i senatori del Pd ed esponenti ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. “Senza contare che il teorema che vuole Vendola candidato perdente è tutto da dimostrare: già  nel 2005 in tanti invocavano sondaggi che affermavano che con lui non c’era speranza di battere la destra. Poi le cose sono andate in modo diverso. Invece di perdersi in giochi politici tutti interni, il gruppo dirigente del Pd pugliese farebbe bene a interrogarsi sul tanto che c’è da cambiare nel rapporto tra la politica , anche la nostra, e la gestione del potere, a cominciare dalla sanità .” – concludono Ferrante e Della Seta.

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