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Nucleare: gli annunci di Scajola smentiti da Pdl in campagna elettorale

“Gli italiani non vogliono il nucleare, lo dicono i sondaggi, lo conferma lo stesso imbarazzo su questo punto di quasi tutti i candidati del centrodestra alle prossime elezioni regionali. Il ministro Scajola e l’amministratore delegato dell’Enel Conti sono liberi di andare a Parigi a magnificare le doti delle centrali atomiche, ma devono sapere che su questa scelta a decidere saranno gli italiani”. Lo dicono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta in merito alle dichiarazioni del ministro Scajola e dall’a.d. di Enel Conti alla Conferenza internazionale sull’accesso al nucleare civile di Parigi.
“E’ un po’ surreale – proseguono i due senatori – che mentre nella campagna elettorale i candidati del centrodestra si affannano a rassicurare gli elettori che le centrali non si faranno, Scajola e Conti da Parigi proclamino il contrario. E’ una prova in più che il programma del nucleare di questo governo non è una cosa seria”.

Nucleare: ancora niente decreto siti, marcia indietro del Governo o inganno elettorale?

“Marcia indietro del governo sul ritorno al nucleare in Italia? Dopo un mese dall’approvazione del decreto legislativo che  fissa i criteri per la localizzazione dei nuovi impianti nucleari e del deposito nazionale per lo smaltimento delle scorie radioattive non c’è traccia nella Gazzetta Ufficiale del provvedimento. Sarebbe un’ottima notizia se questo ritardo fosse il frutto di un rinsavimento del governo sulla scelta del nucleare, ma molto più probabilmente si tratta solo del tentativo di guadagnare tempo in vista delle regionali, facendo credere agli elettori che il centrodestra non vuole più le centrali”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante che sull’argomento hanno presentato un’interrogazione al ministro Scajola firmata anche dai senatori democratici Bubbico, Chiti, De Luca, Mazzuconi, Molinari, Ranucci e e Tommaselli.
“Secondo notizie riportate da vari quotidiani – continuano i senatori del Pd –  ad impedire finora la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale sarebbero state alcune divergenze o incomprensioni tra il ministero della Giustizia e quello dello Sviluppo Economico. Firmato dal Presidente Napolitano il 15 febbraio, ultimo giorno utile per esercitare la delega, il provvedimento è stato infatti immediatamente trasmesso dal Quirinale al ministero di Via Arenula per il vaglio finale del testo che precede il visto del Guardasigilli e quindi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Vaglio da cui sarebbero emersi alcuni errori materiali e incongruenze. Di qui il rinvio del decreto al ministero dello Sviluppo Economico per le correzioni. Il testo corretto sarebbe poi stato ritrasmesso al ministero della Giustizia già  diversi giorni fa, ma la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale per ora non c’è stata”.
“Insomma – concludono Della Seta e Ferrante –  non c’è tema su cui questo governo e questa maggioranza non esercitino il loro pressapochismo, che si tratti di liste elettorali come di un contestatissimo quanto pericoloso ritorno all’energia atomica nel nostro Paese. L’Italia avrebbe invece un disperato bisogno di una politica energetica in linea con i grandi Paesi industrializzati, anche quelli che il nucleare non l’hanno mai abbandonato, che incentrano le proprie politiche di innovazione energetica sul risparmio, sulle fonti rinnovabili, sulla ricerca, vedendo in tali opzioni le strade maestre per fronteggiare i problemi ambientali legati ai cambiamenti climatici e per rendere le proprie economie più moderne e competitive”.

Basell: la manifestazione una risposta forte e unitaria. Il Governo non abbandoni i lavoratori

 “La manifestazione unitaria  che ha visto impegnati i lavoratori Basell di Terni, di Ferrara e di Brindisi, accanto alle rappresentanze sociali, politiche e istituzionali della  città  di Terni  e della regione Umbria, ai dipendenti dell’intero polo chimico è la risposta forte e significativa ad una crisi che rischia di stravolgere l’intero  tessuto economico del ternano, legato a doppio filo all’industria chimica” – così il senatore del Pd Francesco Ferrante, intervenuto alla manifestazione a Terni sulla vertenza Basell.

 “Questo – continua  Ferrante –  non è il momento delle divisioni o delle voci soliste, ma è l’occasione per dimostrare indistintamente il  sostegno e la vicinanza alle centinaia di famiglie che stanno fronteggiando un momento durissimo, con lo spettro della perdita del lavoro che incombe purtroppo non solo sui lavoratori della Basell, ma anche sugli occupati dell’indotto, perché il polo chimico di Terni occupa, tra indiretti e indiretti, oltre mille lavoratori. La Basell rappresenta l’architrave dell’intero polo chimico ternano in quanto fornisce polipropilene, la materia prima, ad altre realta’ produttive. La cessazione della produzione innescherebbe un effetto domino, investendo in modo diretto e immediato altre due importanti aziende: la Treofan , che ha 180 dipendenti, e la Meraklon con 280 lavoratori.”

 “Non è francamente accettabile – sottolinea il senatore del Pd –  la scelta aziendale di chiudere lo stabilimento della Basell con la motivazione della  persistenza della crisi economica che ha prodotto una contrazione nella domanda di polipropilene. L’anno scorso lo stabilimento ha prodotto 205mila tonnellate di polipropilene, a fronte di una capacita’ massima di 250mila. Da dieci anni, poi, l’impianto di Terni, risulta essere il piu’ produttivo d’Europa.”

“Vanno cercate con la massima determinazione soluzioni ai massimi livelli, con la ridisegnazione e l’aggiornamento di strumenti quali il Patto di territorio e il Governo ha il dovere di non abbandonare i lavoratori della Basell e la città  di Terni. Bisogna trovare risposte immediate a questa drammatica crisi e insieme rimettere in piedi un progetto di sviluppo strategico per il polo chimico ternano che puntando sulla innovazione tecnologica e sulle nuove frontiere della ricerca torni a dare stabilità  e prospettive più sicure sostenibili ai lavoratori e al territorio” – conclude Ferrante.

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