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Solo l’Italia non ratifica convenzione contro cluster bomb

“L’Italia continua purtroppo a distinguersi  per non aver ancora ratificato
la  Convenzione  sulle  Munizioni  Cluster  per  la  messa  al  bando delle
micidiali  ‘bombe  a grappolo’, che  entrerà  in vigore a fine 2010. Sarebbe
inaccettabile se il motivo di questa mancata ratificata fosse da ricercare,
come  sospettano  le  associazioni  che  promuovono  la  ‘Campagna italiana
contro  le  mine’,  nell’esigenza  del  Ministero  della  Difesa  circa uno
stanziamento  per  sostituire  le  armi  messe  al  bando”. Lo dichiarano i
senatori  del  Pd  Della  Seta, Ferrante, Amati, Di Giovan Paolo, Nerozzi e
Soliani,  che, sul tema, hanno presentato un’interrogazione parlamentare al
Presidente del Consiglio e ai ministri degli Esteri e della Difesa.
“Le  cluster  bombs – continuano i senatori democratici – sono devastanti e
colpiscono  nelle  zone  di  guerra tutti in modo indiscriminato, ma sono i
bambini  delle  aree  bombardate le vittime più frequenti, essendo attirati
dalla  forma e dal colore che possono ricordare un giocattolo. Tra i grandi
Stati europei è solo l’Italia a non avere ancora ratificato la Convenzione,
che invece è già  diventata legge, tra gli altri, in Germania, Gran Bretagna
e Francia”.
“Questo  conferma  l’atteggiamento  del  governo  Berlusconi che continua a
disattendere   gli   impegni  internazionali,  a  partire  dai  fondi  alla
cooperazione  allo  sviluppo  ridotti  ormai  al lumicino e grazie ai quali
l’Italia è la maglia nera dei grandi paesi occidentali. La mancata ratifica
della  Convenzione,  e  la  mancata  approvazione del ddl di modifica della
normativa  374/97 sulla messa al bando delle mine antipersona, è indegno di
un  Paese  civile  che non voglia essere complice di sofferenze e brutalità 
nelle zone di guerra.”
“Sarebbe  ancor  più inaccettabile – concludono i senatori del Pd –  se ciò
fosse  da  ascrivere  alle  esigenze dei bilanci ministeriali, anteposti ai
diritti umani e al diritto internazionale”.

Nucleare: al Forum il solito disco rotto

“Di certo da una associazione promossa e sovvenzionata da chi, col ritorno al nucleare, conta di guadagnare cifre enormi non ci si può aspettare niente di nuovo .
E infatti anche oggi è stato messo su il vecchio disco rotto del nucleare che va bene, che costa poco e che non inquina.
Insomma, la solita ideologia e i soliti concetti stanchi, vecchi come la tecnologia che il Governo e alcuni grandi gruppi industriali vogliono far pagare ai cittadini italiani.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante in merito alla presentazione del ‘Forum nucleare italiano’, presentato oggi a Roma.
“Il forum, e più in generale tutto il settore ideologizzato che si muove per far tornare il nucleare in Italia, si comportano seguendo uno schema che potremo definire alla Marzullo: ovvero si faccia una domanda e si dia una risposta.
Anche oggi infatti – aggiungono i senatori ecodem –  non c’è stata traccia di confronto con chi, dati alla mano, dice che il nucleare all’Italia non conviene affatto per tutta una serie di ragioni, a partire dai costi esorbitanti che inevitabilmente pagherebbero i cittadini italiani .
Finché a scegliere per il futuro delle nostre generazioni saranno i grandi gruppi industriali in cerca di miliardi di euro sarà  difficile avviare un confronto realmente serio e costruttivo”.
 

Rinnovabili: senza detrazione 55% a rischio settore da 2 miliardi di euro

“La perdurante assenza di un ministro dello Sviluppo economico e un Ministero dell’Ambiente che agisce contro la sua stessa ragione sociale  rischiano di fare l’ennesima vittima. Il Governo sembra infatti sordo alle richieste che arrivano da tutto il sistema industriale e artigianale che sulla green economy sta puntando per resistere alla crisi e anche per rilanciare lo sviluppo. Ieri le due associazioni dell’industria del solare termico Assolterm e Assotermica hanno inviato al governo una lettera aperta in cui ribadiscono l’assoluta necessità  di mantenere, nel medio termine, le detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di ristrutturazione edilizia che prevedano misure di efficienza energetica.
In gioco c’è il futuro di un settore che nel 2009, nonostante la crisi economica, ha occupato 11.000 persone con oltre 2 miliardi di euro di fatturato”.
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per i cambiamenti climatici del Partito democratico.
“Il meccanismo del 55% – continua Ferrante – che avevamo introdotto nella scora legislatura,  sta portando beneficio sia all’industria italiana, consentendo di attenuare il forte impatto della crisi economica , sia al sistema paese, con un rapporto positivo costi/benefici e con un investimento strutturale in un settore ad alto valore aggiunto e quindi strategico per il futuro del paese”.
“Il Governo e la maggioranza – conclude il senatore Pd – hanno sempre respinto gli emendamenti proposti dal Partito democratico in vari provvedimenti miranti a prorogare la detrazione del 55%, meccanismo di incentivazione  che non solo ha già  consentito a 600 mila cittadini italiani di migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni, ma ha anche permesso di risparmiare tanta energia quanta ne produrrebbe una grande centrale termoelettrica.

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