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Scontri a Roma: chi invoca il carcere per i fermati lo ha negato per Cosentino

“Chi  oggi protesta per il rilascio dei giovani manifestanti fermati, pochi
mesi  fa  ha  votato  contro  la  richiesta   di  arresto per il deputato e
imputato di camorra Nicola Cosentino.
Questa  doppia  morale,  ribadita oggi in Senato da Maroni e Gasparri, è il
segno evidente di una classe dirigente priva di ogni coerenza etica”.
E’  quanto  dichiarano  i  senatori  del  Pd Roberto Della Seta e Francesco
Ferrante.
“Ogni  atto di violenza va condannato e represso, ma se al no alla violenza
la  politica, in particolare il Governo, non accompagna lo sforzo autentico
per  capire la novità  rappresentata dai movimenti giovanili di questi mesi,
il  rischio  è  che  le  violenze  proseguano  e si aggravino. In Italia il
disagio  giovanile  si  sta trasformando in rabbia, come in tutta Europa ma
con  un  ‘di  più’,  il ‘di più’  di una situazione sociale e economica che
esclude gran parte dei nostri ragazzi dal lavoro e dal welfare; il ‘di più’
di  una classe dirigente eticamente delegittimata, che  mentre fa la morale
ai  manifestanti  violenti  si  abbandona  a  comportamenti incivili, dalla
compravendita  dei parlamentari alle collusioni tra politica e criminalità ,
alle aziende pubbliche trasformate in aziende familiari”.
“Quanto  alle critiche espresse oggi da Maroni e Gasparri a chi come noi ha
posto  alcune  domande  sulla  possibile  presenza  nelle manifestazioni di
persone  estranee  ai  movimenti  giovanili  che da varie immagini sembrano
avere partecipato attivamente ai disordini, ci paiono decisamente gratuite:
noi,  ripetiamo, abbiamo posto delle domande, o alle domande si risponde, e
questo non è avvenuto, oppure i dubbi rimangono”, concludono i senatori.

Vi ricordate Genova?

Domande improprie, anche un po’ “demodé”. Molti commentatori vicini al Pd, tra questi il direttore di Europa, hanno giudicato così i dubbi espressi da chi scrive e da altri esponenti del Partito democratico su alcune “strane” immagini degli scontri avvenuti a Roma il 14 dicembre.Immagini che ci hanno spinto a porre un semplice interrogativo: in piazza a Roma in quell’orrenda giornata c’erano solo manifestanti più o meno arrabbiati o c’erano anche persone venute con l’unica intenzione, o con l’ordine, di allestire e animare la scena di una città  messa a ferro e fuoco da migliaia di giovani violenti?

Sollevare un simile dubbio, è stato obiettato, significa annacquare la condanna di ogni forma violenta di protesta, e significa offendere la dignità , la lealtà  delle forze dell’ordine.

Francamente non capiamo. E’ fuori discussione che il 14 dicembre a Roma una minoranza di manifestanti abbia commesso atti di violenza e di teppismo.

E’ fuori discussione che tali comportamenti siano totalmente inaccettabili. Ed è fuori discussione che le forze dell’ordine impegnate a contrastare questa come tutte le illegalità  meritino la massima solidarietà  e il più pieno sostegno.

Detto questo, restiamo noi stupefatti che osservatori informati e consapevoli considerino irrealistico e anacronistico soltanto il dubbio di un uso non sempre legittimo degli apparati di sicurezza. Non sarebbe per l’Italia  un film inedito, nemmeno limitando lo sguardo agli ultimi anni.

Cos’altro è stato il G8 di Genova nel 2001, se non l’occasione (certificata da sentenze della magistratura) per un uso drammaticamente deviato delle funzioni di pubblica sicurezza?

Oggi come allora era in carica un governo Berlusconi: ci pare più che opportuno fare di tutto per scongiurare ogni coazione a ripetere.

Roberto Della Seta – Francesco Ferrante

5 x 1000: indegno ridurlo ai minimi termini

“Oggi  a  far  sentire  la propria voce e a protestare contro le scelte del
Governo  che  calpestano  il  principio  della  sussidiarietà  e riducono al
lumicino  il  5×1000  ci sono i rappresentanti delle organizzazioni del non
profit  che  da  anni  sono  impegnate  nell’assistenza,  nella  promozione
culturale e nella ricerca scientifica. Noi, come loro, diciamo che l’Italia
ha  un  assoluto  bisogno  del  5×1000,  e  che  il  1,25×1000  del Governo
Berlusconi  rischia  di  essere  l’anticamera  della soppressione di questo
strumento prezioso.
Tremonti  faccia  fede  alle  promesse e presenti subito un emendamento per
reintegrare la copertura di almeno 400 milioni per il 5 per mille 2011″.
Lo  dichiara  il  senatore  del  PD Francesco Ferrante, presente stamane al
presidio  di  fronte  il Ministero delle Finanze, organizzato dal Forum del
Terzo Settore.
“Le  recenti  parole  del  Ministro  Tremonti,  secondo il quale i tagli al
5X1000  sono  stati una scelta del Parlamento che ha preferito privilegiare
altre  voci,  suonano  beffarde,  e  paiono  – continua Ferrante – un goffo
tentativo  di scaricare una sua precisa responsabilità , aggravata dal fatto
che  alcuni  anni fa lo stesso Tremonti dichiarava che occorreva restituire
valore  e risorse al Terzo settore, considerandolo un investimento e non un
costo. Dopo cinque dalla sua introduzione il 5×1000 incomprensibilmente non
è  ancora  diventato una legge fiscale dello Stato italiano, sebbene la sua
funzione  sia  ormai indispensabile e vi siano proposte di legge bipartisan
che ne propongono la stabilizzazione ferme in Parlamento. Ridurlo ai minimi
termini,  se  non  verranno  reintegrate  le  risorse necessarie, sarebbe –
conclude Ferrante –  indegno di un Paese civile”.

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