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Minicar: molto grave che il Ministero non le equipari a utilitarie

Le recenti disposizioni introdotte dal codice della strada per la guida delle minicar sono insufficienti. Le microcar devono offrire standard di sicurezza analoghi a quelli delle utilitarie e dunque devono superare crash test e prove di stabilità  adeguate, e non essere scatole di plastica senza airbag e abs, con il piantone delle sterzo tenuto da un unico bullone”.

Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, in merito a quanto ha accertato finora l’inchiesta della procura di Roma sulla sicurezza delle micro macchine.

“E’ gravissimo continuano i senatori del Pd – che migliaia di guidatori, in particolare giovani e giovanissimi, utilizzino dei mezzi che sono, come ha certificato la procura di Roma, ‘notoriamente insicuri’, e che ciò avvenga con il sostanziale assenso del Ministero dei Trasporti, a cui da tempo abbiamo rivolto un’interrogazione parlamentare chiedendo l’introduzione di norme più stringenti, innanzitutto equiparando le minicar alle autovetture di piccole dimensioni in materia di sicurezza.”“Continuare a considerare le microcar alla stregua dei motocicli è semplicemente l’alibi per giustificare i vantaggi di questa equiparazione, ovvero la guida senza patente, l’accesso ai centri storici e la possibilità  di parcheggiare negli stalli delle moto, ma è una posizione scriteriata che non tutela minimamente i giovani’automobilisti’.” concludono i senatori democratici.

Navi dei veleni: senza segreto di Stato finalmente giunta l’ora della verità  su un mistero inquietante

“Dopo anni di sospetti, omissioni e coraggiose denunce da parte di Legambiente e altre associazioni ambientaliste non è  finalmente più rinviabile l’esigenza di far luce sulla inquietante vicenda delle navi dei veleni, le ripetute e misteriose sparizioni al largo delle coste italiane di imbarcazioni che trasportavano rifiuti tossici e che non hanno mai lanciato il may-day mentre gli equipaggi si sono stranamente volatilizzati. Da documenti protetti per 15 anni dal segreto di Stato emergerebbe una pericolosa connection tra il Governo Dini, Sismi, e la gestione dei traffici dei rifiuti e delle armi.
Il segreto di Stato si giustifica solo con l’esistenza di un problema legato alla sicurezza nazionale e da qui l’inquietante sospetto sulla presenza nei traffici di una zona grigia dello Stato che avrebbe contribuito ad avvelenare i nostri mari”. Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che hanno presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio  in merito al documento del 1995 ora all’attenzione della Commissione sul ciclo dei rifiuti presieduta da Gaetano Pecorella, “che rivelerebbe, secondo quanto riporta in questi giorni il quotidiano ‘Terra’ che l’allora Governo Dini decise di versare una somma considerevole al Sismi per la gestione dei rifiuti tossici e pericolosi”.
“E’ arrivato il momento – proseguono i due senatori del Pd – di conoscere la verità  sulle tante vicende legate all’intrigo radioattivo, caratterizzato da connivenze e reticenze a vari livelli e anche morti misteriose, a tutela del diritto di sapere dei cittadini e per scongiurare che nel futuro fatti criminogeni come la sparizione di navi ormai famigerate, quali la Jolly Rosso, la Rigel, la Marco Polo, non si ripetano più. In questi anni – continuano Della Seta e Ferrante –   ci sono state inchieste chiuse forse troppo frettolosamente e indagini che meritavano maggiori approfondimenti su una pratica assai diffusa che ha visto, tra gli anni Ottanta e Novanta, una quarantina di navi cariche di fusti inquinanti e pericolosi affondare misteriosamente nei punti più profondi del Mediterraneo, un mare divenuto la discarica degli affari sporchi di organizzazioni criminali e forse addirittura utilizzato dallo stesso Sismi. Sarebbe dunque grave – concludono i senatori ecodem  –  se il segreto di Stato avesse effettivamente coperto le attività  del Sismi sulle navi dei veleni e sarebbe intollerabile che il Governo attuale decidesse di prorogarlo”.

Battisti: D’Elia con Lula per sconcertante riflesso condizionato

“La mancata estradizione di Battisti è un’offesa intollerabile alla memoria e ai familiari delle vittime, e nessuno dovrebbe strumentalizzare la vicenda. Cosa che irresponsabilmente ha invece fatto l’ex componente di ‘Prima Linea’ e attuale segretario di ‘Nessuno tocchi Caino’ Sergio D’Elia in una sconcertante intervista al quotidiano ‘Il Riformista’ con cui difende la scelta del governo brasiliano con argomentazioni che tradiscono palesemente il suo oscuro passato”. Lo dichiara il senatore del PD Francesco Ferrante.

“Il sentimento di solidarietà  verso chi ha avuto un passato di violenza continua Ferrante – induce evidentemente D’Elia a formulare una difesa d’ufficio della decisione del presidente brasiliano mettendo sul piatto una tragica realtà , qual è la condizione di vita dei reclusi nelle carceri italiane, che nulla ha a che fare con il principio della certezza della pena e con la sacrosanta esigenza di riconoscere giustizia a coloro che hanno perso i propri cari a causa della violenza di Battisti”.“Il riflesso condizionato del passato di D’Elia – conclude il senatore del PD – lo ha portato a una personale quanto impressionante assoluzione di Cesare Battisti, squalificando però in questo modo l’attività  meritoria dell’associazione ‘Nessuno tocchi Caino’ che dovrebbe forse considerare l’idea di farsi rappresentare da qualcun altro per portare avanti più degnamente le proprie importanti battaglie”.

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