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Bioshopper: non si torna indietro

da Greenreport

Da un paio di settimane in Italia è in corso una piccola rivoluzione che riguarda i comportamenti quotidiani di ciascuno di noi e che può anche essere simbolo di un nuovo modo di produrre e fare industria in questo Paese. Si tratta del divieto di produzione e commercializzazione degli shopper in plastica entrato finalmente in vigore l’1 gennaio. Quando, nel dicembre 2006, riuscimmo a far approvare nella prima finanziaria del Governo Prodi l’emendamento che prevedeva il divieto eravamo consci che una scelta così netta e drastica ci avrebbe messo, per una volta, all’avanguardia in Europa e che richiedeva tempi adeguati di transizione, per cui prevedemmo tre anni di preparazione (che si allungarono poi a quattro per la proroga voluta dae questo Governo lo scorso anno). Ma in questi anni la potente lobby dei ‘plasticari’ (Unionplast su tutti), si è applicata esclusivamente nell’ostruzionismo contando solo sull’italianissimo vizio del rinvio e delle proroghe. E invece abbiamo vinto, gli ambientalisti (e in particolare Legambiente che di questa battaglia è sempre stata protagonista) hanno vinto e persino Prestigiacomo si è convinta della bontà  di questa scelta. E da due settimane in tutte le famiglie si parla di questo, si è avviato un processo inevitabile di cambiamento dei nostri stili di vita, riutillizzo, riportare la stessa sporta, e i sacchetti in bioplastica. Questa grande innovazione tecnologica basata sulla sostenibilità , un vero caso positivo di green economy che può davvero aprire la strada alla ‘nuova’ chimica e rifare grande un settore, che è stato importantissimo per l’Italia negli anni del nostro boom e che ora versa in gravissima crisi. Certo se  la vecchia chimica non avesse perso tempo nell’ostruzionismo si sarebbe potuto pensare anche a modalità  più chiare per lo smaltimento delle scorte e anche a distinzioni efficaci tra shopper e shopper, dando più tempo a quelli che per struttura (spessore) sono più riutilizzabili. Si può ancora fare, ma ormai comunque per fortuna la rivoluzione è cominciata e non si tornerà  più indietro.

 

Rifiuti: la commissione d’inchiesta senta Dini

SUO GOVERNO AUTORIZZO’ SUO GOVERNO A SMALTIMENTO SEGRETO?”.

“Da notizie di stampa risulterebbe l’esistenza di un documento datato 11 dicembre 1995 secondo il quale il governo italiano di allora, guidato da Lamberto Dini, avrebbe destinato una somma ingente di denaro ai servizi segreti militari, l’allora Sismi,  per lo stoccaggio e lo smaltimento di rifiuti radioattivi e pericolosi. Per dare una immediata risposta all’esigenza di verità  e fare  luce sulla inquietante vicenda delle navi dei veleni, le ripetute e misteriose sparizioni al largo delle coste italiane di imbarcazioni che trasportavano rifiuti tossici e che non hanno mai lanciato il may-day mentre gli equipaggi si sono stranamente volatilizzati, chiediamo che venga al più presto chiamato in audizione in Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti il senatore del PdL Lamberto Dini.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Vincenzo De Luca, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività  illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

“Se l’esistenza di questo documento e il suo contenuto venissero confermati – proseguono i senatori del Pd –  dovranno essere spiegati  i motivi che indussero il Governo italiano ad avvalersi dell’operato del Sismi per una vicenda inquietante che da quasi vent’anni, dopo le denunce coraggiose di Legambiente e altre associazioni, ha visto un susseguirsi di connivenze, reticenze a vari livelli e anche morti misteriose.
Occorrerà  anche comprendere per quale motivo fu apposto al documento il segreto di stato, ora decaduto perché trascorso il limite temporale dei 15 anni, e quali erano gli interessi dello Stato che potevano essere danneggiati gravemente se il documento fosse stato reso pubblico.”

“La sparizione ripetuta di navi al largo delle coste italiane è a tutti gli effetti un capitolo opaco della recente storia italiana, caratterizzata da misteri e segreti, e che in questo caso coinvolge la salute pubblica e la tutela dell’ambiente perché ad affondare misteriosamente nei punti più profondi del Mediterraneo sono state delle imbarcazioni cariche di fusti inquinanti, che hanno ridotto i mari italiani a discarica degli affari sporchi di organizzazioni criminali e forse addirittura utilizzato dallo stesso Sismi” – concludono i senatori democratici.

Basi militari: interrompere subito esercitazioni a Quirra

“I dati raccolti dalle Asl di Cagliari e Lanusei non lasciano spazio a dubbi: nella zona adiacente il poligono militare di Salto di Quirra in Sardegna la percentuale di persone che  hanno visto il proprio corpo attaccato da leucemia e linfomi negli ultimi dieci anni è semplicemente spaventosa, essendosi ammalato il 65% degli allevatori che vivono e lavorano nell’area. Come membro della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito chiederò che si acceleri immediatamente sull’indagine, predisponendo anche una missione sul posto per approfondire una questione di incredibile gravità ”. Lo dichiara il senatore del Pd Francesco Ferrante.
“Gli studi effettuati dalle Asl  su incarico del Comitato di indagine territoriale – continua Ferrante –  non solo hanno certificato una percentuale di malati assolutamente abnorme, ma hanno anche rilevato percentuali altissime di animali nati con due teste o sei zampe, conseguenza di un ambiente evidentemente contaminato. Di fronte a questi dati, che verranno comunicati ufficialmente dal ministero della Difesa entro marzo, occorre immediatamente sospendere in via precauzionale ogni sperimentazione e esercitazione di addestramento militare, perché si sta consumando una drammatica strage silenziosa”.“Le istituzioni non possono rinviare oltre il momento della verità , perché da troppo tempo – conclude Ferrante –  comitati di cittadini e associazioni come Legambiente chiedono di sapere quello che accade dietro il filo spinato della base di Quirra”.

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