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Roma, sanatoria dehors: intervenga Ministro Ornaghi per frenare indecente deregulation

“La sanatoria dei dehors contenuta nella delibera approvata in Commissione Commercio in Campidoglio è un via libera al ‘tavolino selvaggio’, in spregio alla tutela storica e architettonica della città  di Roma.
Il ministro dei Beni culturali intervenga e metta un freno a questa indecente deregulation commerciale decisa dalla giunta Alemanno.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, preannunciando in merito un’interrogazione parlamentare.
 

“La delibera – continuano i senatori del Pd – è un colpo di mano dell’amministrazione Alemanno, che calpesta le tutele che sono riconosciute al patrimonio culturale di Roma, disattendendo i vincoli e le prescrizioni che la legge assegna al Ministero dei Beni culturali.
Il tentativo del sindaco Alemanno di scaricare sulla sua giunta la responsabilità  della delibera non sta in piedi, e del resto per ben due volte egli stesso ha stabilito una moratoria delle sanzioni e delle rimozioni fatte dal I municipio contro le occupazioni abusive.”
 

“La giunta Alemanno sta operando sistematicamente nell’interesse di pochi, che con prepotenza e arroganza hanno occupato gli spazi pregiati del centro storico di Roma.
Il ministro Ornaghi – concludono i senatori del Pd –  intervenga per arginare questa deriva di illegalità , in nome della tutela di un patrimonio unico al mondo.”

Rinnovabili: decreti sbagliati, no a registri per piccoli impianti. Si premia il mini eolico cinese e non si sostiene bonifica amianto

“I decreti sulle rinnovabili così come sono non vanno.

L’introduzione dei registri anche per i piccoli impianti rischia di uccidere un intero settore industriale , ma ci sono anche evidenti storture di dettaglio incomprensibili come ad esempio il fatto che non sia stato confermato il sistema premiante per chi, installando il fotovoltaico sui tetti, li bonifichi  dall’amianto  che da decenni continua ad essere un killer silenzioso e sempre più pericoloso per l’ambiente e la salute.”

Lo dichiara il senatore del Pd Francesco Ferrante, che aggiunge – “Nella stesura dell’ennesimo conto energia sul fotovoltaico è mancato un adeguato confronto con la rappresentanza del settore, e il testo sconta tutta una serie di criticità  che rischiano seriamente di vanificare gli ottimi risultati raggiunti in termini di riduzione di CO2, posti di lavoro e in prospettiva di riduzione delle tariffe energetiche.

Tra gli aspetti che la Conferenza Stato – Regioni ritengo debba correggere c’è certamente la conferma di una misura che ha consentito negli ultimi anni di bonificare circa 12 milioni di metri quadrati circa di tetti, che erano ricoperti di amianto e che ora invece ospitano 1100 megawatt di energia elettrica pulita.

Lo smaltimento corretto dell’amianto è operazione abbastanza costosa, e l’incentivazione legata all’installazione del fotovoltaico è un sistema virtuoso che ha sostanzialmente sopperito a 20 anni di vuoto normativo, cioè da quando il materiale è stato dichiarato fuorilegge, ma senza prevedere l’obbligo di bonificare gli edifici.

 Un altro svarione che va corretto nell’altro decreto , quello sulle rinnovabili non fotovoltaiche, è quello che riguarda il minieolico, perché i produttori italiani costruiscono pale di aerogeneratori da 55 KW  e quindi il registro dai 50 KW favorisce sostanzialmente quelli più piccoli, prodotti in Cina. Effetto davvero paradossale , e forse frutto di ignoranza per chi, anche nel Governo, nel criticare il sistema di incentivazione delle rinnovabili puntava il dito contro l’assenza di una filiera totalmente italiana.”

“Infine – conclude Ferrante –  è davvero grave che dall’orizzonte del Governo sembra scomparso il decreto su rinnovabili termiche. Una scomparsa che penalizza ancora una volta le politiche sull’efficienza energetica.”

Decreti rinnovabili: bene sugli obiettivi al 2020, molto male su procedure e registri: servono correzioni nel passaggio alla Conferenza Stato Regioni

“Condividiamo la scelta del Governo di puntare a obiettivi più ambiziosi di
quelli scelti dal Governo Berlusconi e di quelli che la stessa Europa ci
imporrebbe per quanto riguarda la percentuale di energia elettrica da fonti
rinnovabili che passerebbe dal 26% al 35% nel 2020, ma gli strumenti scelti
per rendere concreto il raggiungimento di tale target non sembrano
adeguati” questo il commento dei senatori Francesco Ferrante, responsabile
delle politiche sui cambiamenti climatici ed energia del Pd, e Roberto
Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente .
Due gli aspetti di metodo da stigmatizzare secondo i due senatori ecodem:
“In nessun altro campo e sicuramente in nessun altro Paese europeo,
provvedimenti così importanti si prendono senza farli precedere da
consultazioni formali con i rappresentanti di settore, procedura che
eviterebbe per esempio che i provvedimenti scontino eccessi di
“teorizzazioni professorali” che non tengono conto della realtà  quali ad
esempio l’introduzione di registri per impianti di potenza molto ridotta, e
il fatto che un settore industriale così delicato sia sottoposto a continui
cambiamenti di regole e che si proceda per annunci”
“Nel merito – hanno detto Ferrante e Della Seta – riteniamo che se già  le
aste previste dal decreto Romani per i grandi impianti erano di difficile
praticabilità ,  adesso l’introduzione di registri per impianti
relativamente piccoli (da 12 KW per il fotovoltaico e da 50 KW per gli
altri) rischia di vanificare tutto l’impianto e renda impossibile il
raggiungimento degli stessi obiettivi che si dichiarano in premessa.
Sembra che la preoccupazione, peraltro condivisa, di tenere sotto controllo
la quantità  totale degli incentivi che pesano in bolletta abbia prevalso
sulla costruzione di un sistema semplice, efficace ed efficiente. “
“Abbiamo proposte concrete – concludono i senatori democratici – a partire
da un ddl che abbiamo già  presentato e che farebbe risparmiare a cittadini
e imprese 4 miliardi di oneri impropri che pesano attualmente in bolletta
elettrica, e basterebbe copiare sistemi che funzionano, come quello tedesco
per sostenere il settore più vivace della green economy e forse dell’intero
sistema economico e d’atra parte evitare speculazioni ed extra profitti.
Confidiamo che le Regioni sappiano correggere almeno gli aspetti più
evidentemente sbagliati dei decreti, e il nostro Partito farà  pesare la sua
forza a questo fine”

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