Posts by: redazione

Pannella: sempre coraggioso, da’ voce a chi non ne ha

“Una vita di battaglie e denunce non hanno certamente fiaccato lo spirito coraggioso di Marco Pannella.

E’ ancora pronto a spendersi in prima persona per chi ha meno voce degli altri, e lo sta facendo mettendo a serio rischio la propria salute.

Ci associamo alla sua protesta contro le condizioni di vita negli istituti di pena, e chiediamo al Governo attenzione e risposte sui casi di morti sospette e suicidi che si susseguono drammaticamente nelle carceri italiane.

Ora però Pannella interrompa la sua protesta e tuteli la propria salute, per impegnarsi ancora sui tanti fronti che richiedono la sua presenza.”

Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

Nessuna bugia sull’acqua

Lettera pubblicata su Il Manifesto

Riesumando una radicata abitudine della vecchia sinistra – prendersela
soprattutto con i primi vicini – Andrea Palladino sul Manifesto di ieri in un
articolo dedicato al dopo-referendum sull’acqua ci accusa come ecodem di
essere “bugiardi colossali”, perché da una parte attacchiamo il governo che
cerca già  di sovvertire l’esito del voto, dall’altra difendiamo la proposta di
legge presentata mesi fa dal Pd che, secondo Palladino, contraddice anch’essa
le ragioni referendarie.
Sinceramente non ci sentiamo così bugiardi.
Ci siamo battuti in Parlamento contro l’articolo 23-bis (cosiddetto Ronchi-
Calderoli) del Decreto Sviluppo del 2008, quello abrogato dal primo
referendum, che introduceva l’obbligo di affidare ai privati almeno il 40%
delle società  di gestione dei servizi idrici (il 60% per le società  quotate in
Borsa). Per abrogare questa norma ed escludere l’acqua dal novero dei servizi
pubblici locali “di rilevanza economica” (come tali, in base alle leggi
europee, da affidare al mercato) abbiamo presentato nel marzo 2010 un disegno
di legge (n. 2091), e segnaliamo a Palladino che l’obbligo della
privatizzazione è cancellato anche nel disegno di legge del Pd.
Quanto alla possibilità  di calcolare nella tariffa la remunerazione del
capitale investito, oggetto del secondo referendum, la proposta del Pd prevede
di affidare a un’Autorità  nazionale indipendente la definizione dei parametri
per il calcolo della tariffa, e tra i criteri indicati figura la remunerazione
dell’attività  industriale del gestore ma non la remunerazione del capitale
investito (cioè in parole povere il “profitto”).
Tutto questo non significa che non vi siano differenze tra la nostra posizione
e quella di una parte del movimento per l’acqua pubblica. Per esempio, noi
siamo convinti che per garantire una gestione sostenibile delle risorse
idriche, che sono un bene comune ma anche un bene scarso da usare con
parsimonia e invece in Italia largamente sprecato, sia necessario far valere
il principio che chi più consuma più paga, facendo salvo il diritto di ognuno
a disporre di una quantità -base di acqua (i 50 litri per abitante al giorno)
per i bisogni essenziali.      
Allora: è indispensabile discutere su tutti i temi, anche i più controversi,
legati alla gestione dell’acqua come bene comune, e va benissimo dividerci sui
punti di disaccordo. Ma per procedere su questa via sarebbe bene evitare le
caricature di posizioni che non si condividono, o peggio gli anatemi e le
scomuniche.

Roberto Della Seta                                                                             
Francesco Ferrante

Clima: Marcegaglia in Europa difende i dinosauri

Lettera a parlamentari contro innalzamento a 30% riduzione gas serra è politica
industriale vecchia.

“Stupisce l’atteggiamento a corrente alternata del presidente di
Confindustria Emma Marcegaglia, che in Italia reclama giustamente uno
scatto in avanti in materia di fiscalità  e  politiche per la crescita,
mentre in Europa difende un’idea vecchia di industria chiedendo agli
europarlamentari di non votare la risoluzione approvata a larga maggioranza
dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo, che prevede la riduzione
dei gas serra al 2020, portandolo dall’attuale 20% al 30% rispetto ai
livelli del 1990.”
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle
politiche relative ai cambiamenti climatici.
“Il testo in questione, che sarà  votato dal parlamento riunito in plenaria
giovedì 23 giugno – spiega Ferrante –  chiede agli Stati membri di adottare
provvedimenti decisi, come sgravi fiscali e investimenti importanti nella
ricerca, per favorire il raggiungimento del nuovo target che non potrà 
comunque essere centrato, secondo la risoluzione, se non saranno raggiunti
gli altri due obiettivi del “Pacchetto clima Ue”, quello sull’aumento
dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e l’altro, non ancora
vincolante, sull’efficienza energetica.
Chiedere agli europarlamentari italiani – aggiunge Ferrante –  di esprimere
un voto contrario vuol dire appiattirsi su una politica industriale
vecchia, di corto respiro, buona per difendere le rendite di posizione di
chi non scommette sull’innovazione. Una contraddizione stridente con quello
che reclama la stessa industria più innovativa – quella specializzata in
efficienza energetica, nell’edilizia di qualità , nelle fonti rinnovabili,
nei nuovi materiali. Un pezzo sempre più importante del nostro sistema
industriale che ha imboccato con lungimiranza la strada della green
economy.
Tuttavia siamo certi – conclude Ferrante –  che in Europa vi sia un ampio
supporto a partire dalla delegazione del Pd e di tutto il gruppo dei
Democratici e Socialisti verso l’ obiettivo di riduzione del 30% delle
emissioni, e una crescente consapevolezza che le politiche climatiche
ambiziose siano nello stesso interesse economico dell’Europa”.

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