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Rivoluzione in corso

Pubblicato su La Nuova Edcologia

‘Quello delle rinnovabili è l’unico settore che in piena crisi ha garantito nuova occupazione, senza emettere CO2. E che a più riprese si prova a bloccare, ora è il turno di Passera’
 

Siamo all’alba di una nuova era energetica o piuttosto dovremmo essere consapevoli che quel sole è già  sorto ma qualcuno vuole impedirci di vederlo e di godere dei suoi effetti benefici? Se riflettiamo sullo straordinario cambiamento che stiamo già  vivendo nel modo in cui si produce energia, anche nel nostro paese, credo si debba prendere consapevolezza che è questa la fase in cui stiamo vivendo.
La decarbonizzazione della società  è in atto: in Italia l’anno scorso un chilovattora su tre di quelli che produciamo veniva da fonti rinnovabili, il governo tedesco ha in programma di raggiungere l’obiettivo di ricorrere a rinnovabili per il suo intero consumo di energia entro il 2050 e marcia rapidamente in quella direzione, la nuova chimica che fa ricorso a materia prima rinnovabile di origine vegetale e non più al petrolio fa passi da gigante ovunque nel mondo (e i brevetti italiani possono garantirci un’invidiabile leadership in questo settore), forme di mobilità  sostenibile si sperimentano con sempre maggior successo. Se per due secoli, almeno in questa parte di mondo, abbiamo fondato la crescita del benessere sullo sfruttamento delle fonti  fossili, proprio nel momento in cui i cambiamenti climatici rivelano l’insostenibilità  di quel modello l’innovazione tecnologica ci dà  l’opportunità  di costruirne uno completamente nuovo. Un modello in cui l’energia si produce in maniera diffusa e “democratica”, l’agricoltura contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici, in cui non si debba più essere schiavi del “dio petrolio” con ovvi effetti positivi anche sul fronte geopolitico.
àˆ proprio la straordinaria “rivoluzione possibile” che spiega allora i tentativi di fermarla, gli ostacoli che i vecchi poteri si inventano contro il nuovo che avanza, le nuvole artificiali che provano a oscurare quel sole. Esemplare è la vicenda delle rinnovabili nel nostro paese. Unico settore industriale che in questo periodo di crisi economica ha garantito nuova occupazione, giovani – aziende, imprenditori, lavoratori – che hanno assicurato quel boom che ha permesso di produrre oltre 80 miliardi di chilovattora nel 2011 senza emettere un grammo di CO2, il futuro che diventa presente. Tutto ciò a più riprese si prova a imbrigliare, a bloccare. Hanno tentato di farlo Berlusconi e Romani lo scorso anno, spalleggiati da una Confindustria troppo influenzata da vecchi attori e che non si accorgeva nemmeno dei cambiamenti che stavano avvenendo fra i suoi stessi rappresentati. Sta succedendo di nuovo adesso: la paura che gli incentivi fossero troppo onerosi ha indotto il ministro Passera a proporre nuovi decreti sulle rinnovabili elettriche, che di fatto bloccherebbero lo sviluppo dell’intero settore, e a continuare a procrastinare l’emanazione delle norme su rinnovabili termiche ed efficienza. Di fatto dando una mano al fossile, “dead man walking” che prova disperatamente a opporsi al proprio ineluttabile destino. Come spiegare altrimenti l’Enel che ammette che l’esplosione delle rinnovabili minaccia i profitti delle sue centrali termoelettriche? O il fatto che, grazie al fotovoltaico, si è annullato il picco di prezzo dell’energia elettrica a mezzogiorno e “misteriosamente” si è innalzato quello delle 18 quando i fossili possono agire indisturbati?
Mentre scrivo non so come finirà  la vicenda dei decreti, se costituirà  una brutta battuta d’arresto o se riusciremo a scongiurarne gli effetti più gravi. Ma si metta l’animo in pace chi rappresenta quegli interessi, ancora forti, la strada del futuro è tracciata. E non può essere cancellata.

L’assurda storia della variante di valico serva da lezione: mai più senza Via

“La Variante di Valico rischia di cedere? Gli abitanti di Ripoli trascorreranno le loro giornate sperando che non suonino le campane, il segnale d’allarme che farà  partire l’evacuazione? 

Queste le domande intorno a una  delle opere, che porta la firma dell’ex ministro Lunardi,  di cui di più si è parlato negli ultimi anni, e che sconta adesso il fatto che fu avviata scavalcando di fatto la commissione nazionale di Valutazione di Impatto Ambientale .” 

Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, che hanno presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri Clini e Passera. 

  

“La Toto Costruzioni, che sta scavando al lato Sud della galleria  – continuano i senatori del Pd – ha inviato in Procura una perizia-choc: la pressione di milioni di metri cubi di frana incomberebbero sulle strutture della galleria e avrebbero già  modificato di alcuni centimetri l’assetto dell’opera. 

A confermare l’allarme lanciato dalle considerazioni dell’impresa costruttrice ci sono le precise dichiarazioni di Fausto Guzzetti, direttore del Irpi-Cnr, che ha dato come assolutamente possibile nei prossimi anni il rischio di frane, e  nella zona interessate da vicino dagli scavi la probabilità  è ancora maggiore. 

Questo rischio tangibile ma non prevedibile temporalmente avrebbe come conseguenza l’apertura di un sistema di fratture che interesserebbe uno o più edifici, causando i crolli delle abitazioni. 

Autostrade per l’Italia sostiene invece che gli spostamenti rilevati negli ultimi mesi sono praticamente nulli e che non si prefigurano rischi futuri di non funzionalità  della galleria 

Ma è del tutto evidente – aggiungono i parlamentari –  che queste notizie  e la situazione franosa del versante in prossimità  del fronte di scavo che potrebbe avere impatto sulle abitazioni, evidenziano una situazione tanto delicata quanto pericolosa, e che sarebbe grave ignorare. Ricordiamo che stiamo parlando di un’opera discussa per moltissimi anni, e che vide nella progettazione il coinvolgimento della Società  dell’ex Ministro Lunardi, e che fu approvata nel 2001 dal governo Berlusconi attraverso un provvedimento che cancellava larga parte delle osservazioni della Commissione nazionale di Valutazione di Impatto Ambientale.” 

  

 

“Si impari da questa lezione: il ruolo della valutazione ambientale delle opere è fondamentale e tutto è tranne che una perdita di tempo, e una volta per tutte – concludono i senatori –  si ammetta  quanto sia stata invece nefasta l’operazione di totale svuotamento realizzata con la Legge obiettivo.” 

 

Governo non scarichi su enti locali accoglienza immigrati, rifinanziare il fondo per i rifugiati

“Il  governo  non si faccia intimidire da quei partiti che non vogliono che affronti  con  una  propria  strategia  politica  l’immigrazione nel nostro Paese.  Sarebbe assai grave che un impasse dovuta a veti politici  scarichi

sugli   enti   locali,   lasciati   senza  le  risorse  previste,  il  peso

dell’accoglienza dei 21mila migranti che sono arrivati in Italia in seguito alle rivolte in Nord Africa.”

Lo  dichiara  il  senatore  del PD Francesco Ferrante, vicepresidente della Fondazione  “IntegrA/Azione,  che ha presentato in merito un’interrogazione

parlamentare   Presidente   del   Consiglio  dei  Ministri  e  ai  Ministri

dell’Interno e per la Cooperazione internazionale e l’integrazione.

“Da quanto si è appreso- continua Ferrante – si è svolta ieri una riunione, presso  il  Dipartimento della Protezione Civile, da cui è emerso un quadro estremamente preoccupante: i fondi che erano stati stanziati per affrontare l’emergenza  profughi  “Nord Africa” sono esauriti. Sebbene ci sia stato un impegno  a  reintegrarli,  e malgrado i ripetuti solleciti del Dipartimento

Nazionale   Protezione   Civile   e   del  Dipartimento  Libertà   Civili  e

Immigrazione  del  Ministero  dell’Interno,  ad  oggi il Governo non sembra avere fatto nulla di concreto in questa direzione.

Lo  scenario  imminente  è  che  gli enti locali, molti dei quali hanno già 

dichiarato   l’impossibilità    di  far  fronte  agli  impegni  contrattuali

sottoscritti  con  associazioni,  cooperative  sociali,  organizzazioni che gestiscono  i  CARA,  grandi  o piccoli, distribuiti su tutto il territorio

nazionale,   non  riescano  ad  occuparsi  pienamente  degli  oltre  21mila

immigrati ospitati nei centri.

Si prospetta dunque il rischio – aggiunge Ferrante – di abbandonare al loro destino  i cittadini immigrati senza un percorso di accompagnamento che gli permetta  di  inserirsi  nel tessuto sociale italiano e di lasciare inoltre senza  occupazione  migliaia di operatori sociali, professionisti che hanno lavorato in emergenza nell’ultimo anno.”

 “Prima  che  scoppi  l’ennesima emergenza con fragore mediatico e reazioni inconsulte,  il  governo  riunisca  il  tavolo tecnico sull’emergenza “Nord Africa”  convocando il Dipartimento della Protezione Civile, il Comitato di Coordinamento Nazionale, e tutti i soggetti attuatori regionali, garantendo l’impegno finanziario già  sottoscritto”- conclude Ferrante.

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