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Libia: Ministro Cancellieri renda noto accordo del 3 aprile

GRAVE SE CONFERMATA DENUNCIA AMNESTY SU RESPINGIMENTI SENZA PROTEZIONE UMANITARIA

“Il Ministro dell’Interno Cancellieri dica se corrisponde al vero quanto denunciato dall’associazione umanitaria Amnesty International su un presunto accordo per fermare i migranti in partenza per l’Italia.

Le notizie ufficiali in merito all’accordo del 3 aprile sottoscritto dal Cnt libico e dal Governo italiano sono molto generiche, mentre occorre sapere se questa intesa dà  all’Italia, come sostiene Amnesty, la facoltà  di respingere i migranti e rispedirli in Libia senza alcuna forma di protezione umanitaria.”

Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che hanno presentato un’interrogazione parlamentare urgente al Ministro dell’Interno.

“E’ del tutto evidente – aggiungono i parlamentari –  che se questa denuncia risultasse fondata, ci troveremmo di fronte ad una palese violazione della Convenzione europea sui diritti umani. La stessa Amnesty ha ricordato l’altissimo prezzo pagato alla scelta, compiuta in particolare dall’Italia, dei respingimenti in mare: nel 2011 almeno 1500 tra uomini, donne e bambini sono annegati nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l’Europa. E’ dunque quanto mai urgente – concludono i senatori del Pd –  che i termini dell’accordo del 3 aprile vengano resi  noti.”

#Salvaiciclisti scrivono a Monti sugli infortuni in bicicletta

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Prof. Mario Monti,
Abbiamo molto apprezzato la nota con cui Lei il 14 maggio scorso ha dato sostegno alle istanze della campagna #salvaiciclisti sottolineando i vantaggi economici derivanti dall’uso della bicicletta in ambito urbano e definendo la bicicletta come “mezzo di trasporto “intelligente”, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale, sia a livello economico, dato che riduce sensibilmente i costi legati alla mobilità  urbana, sia, aspetto non meno rilevante, per la salute degli individui.”€¨Infatti, in questo periodo di crisi economica, per ridurre i costi derivanti dalla mobilità , molte persone fanno sempre più ricorso all’uso della bici, anche per andare al lavoro.
Purtroppo nel nostro Paese coloro che decidono di utilizzare la bici per recarsi al lavoro, si trovano a confrontarsi con una legislazione che, non solo non incentiva, ma addirittura penalizza chi utilizza questo mezzo di trasporto. In Italia, in caso di sinistro durante il percorso casa-lavoro effettuato in bicicletta, l’INAIL riconosce al lavoratore lo status di “infortunio in itinere” “purché avvenga su piste ciclabili o su strade protette; in caso contrario, quando ci si immette in strade aperte al traffico bisognerà  verificare se l`utilizzo era davvero necessario” [nota INAIL].€¨Mentre nel resto d’Europa l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto per recarsi al lavoro è sistematicamente incentivato e promosso, in Italia il lavoratore che decide di spostarsi senza inquinare e senza creare traffico, non solo non riceve alcun incentivo, ma deve farlo a proprio rischio e pericolo e senza tutele.
Allo scopo di mettere fine a questo anacronismo è in corso una campagna promossa dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB) che chiede la modifica dell’art. 12 del D.Lgs. 38/2000 e di aggiungere al testo attuale la frase: “L’uso della bicicletta è comunque coperto da assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico”, esattamente come previsto per il lavoratore che si reca al lavoro a piedi.
La proposta della FIAB ha già  raccolto oltre diecimila firme e ricevuto parere favorevole da parte di ben tre Regioni, tre Province e sedici Comuni tra cui Milano, Bologna e Venezia che ravvisano grande imbarazzo nel chiedere ai concittadini e ai propri dipendenti di usare la bicicletta senza poter garantire nel contempo adeguate tutele.
Con la presente chiediamo a Lei, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e ai Presidenti di Camera e Senato di voler intervenire al più presto per porre fine a questa discriminazione che non ha eguali in Europa e di accogliere questa proposta di modifica legislativa.
Per ulteriori informazioni sul tema dell’infortunio in itinere per il pendolare in bicicletta, Le segnaliamo il sito internet www.bici-initinere.info che è stato predisposto allo scopo di diffondere consapevolezza rispetto a questa campagna.
Confidando in una sua pronta risposta e auspicandoci condivisione nel merito,
cogliamo l’occasione per salutarla cordialmente

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Se anche tu ritieni che chi si reca al lavoro in bicicletta non debba essere vittima di discriminazioni invia questa lettera direttamente al Presidente del Consiglio, al Ministro competente e ai Presidenti di Camera e Senato: e.olivi@governo.it; gabinettoministro@mailcert.lavoro.gov.it; fini_g@camera.it; schifani_r@posta.senato.it.
Inoltre puoi contribuire alla diffusione di questa iniziativa attraverso il tuo blog, il tuo sito internet oppure attraverso il tuo account di Facebook o di Twitter.

Il doppio senso cicalbime nella città  di Roma sarebbe una novità  clamorosa

Il doppio senso ciclabile al centro di Roma sarebbe “una novita’ clamorosa, anche per il nome di Roma nel mondo”. Ne e’ convito il senatore del Pd Francesco Ferrante, commentando l’iniziativa congiunta tra il presidente del I municipio della capitale, Orlando Corsetti, e gli attivisti del movimento #salvaiciclisti.

Ferrante, in una nota, giudica “molto positivi il modo e la concretezza con cui il Imunicipio di Roma ha accolto le proposte di #salvaiciclisti. Fissare gia’ oggi un sopralluogo per vedere dove e come introdurre la possibilita’ del doppio senso di marcia nel centro storico ci fa uscire dalla retorica e marciare invece per la realizzazione di una novita’ che sarebbe clamorosa anche per il nome di Roma nel mondo: una citta’ -conclude Ferrante-, forse la piu’ bella della mondo, dove le auto fanno un passo indietro a favore delle biciclette e di una mobilita’ sostenibile e possibile”.

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