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Stadi: no a impianto a Tor di valle, è pretesto per colata di cemento

“Su Tor di Valle insistono vincoli paesaggistici rilevanti, lo stadio della Roma è solo il pretesto per realizzare nell’area un complesso di alberghi, centri commerciali, centri congressi da centinaia di migliaia di metri cubi di cemento che avrebbe effetti ambientali pesantissimi.”

Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante,  che preannunciano sul tema un’interrogazione urgente al Ministro per i Beni e le attività  culturali.

 

“Come al solito – aggiungono i senatori del Pd  –  il progetto dello stadio serve a coprire ben altri obiettivi e interessi.

Legambiente ha avuto il merito di denunciare questa ennesima operazione speculativa, ora il sindaco Alemanno dica con chiarezza se sta dalla parte degli speculatori o da quella della città , e il ministro Galan intervenga per far rispettare l’interesse superiore della tutela dell’ambiente e del paesaggio.”

 

Manovra: Ministero Ambiente ormai spolpato

“Tagliati altri 60 milioni di euro”.

“Se c’entri la cabala non lo sappiamo, ma quel che è certo che il numero 60 ricorre drammaticamente sotto l’amministrazione Prestigiacomo del ministero dell’Ambiente, ormai letteralmente spolpato. Prima il bilancio del ministero ridotto del 60%, e ora decurtato di altri 60 milioni di euro: fare politiche ambientali con queste risorse è impossibile, dunque se l’intenzione è quella di mettere in ginocchio il Ministero e magari scioglierlo meglio dirlo chiaro e tondo”. Lo dicono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.
“Nel 2011 – continuano i senatori del Pd –  il bilancio complessivo del ministero dell’Ambiente è di circa un terzo  rispetto a quello del 2008, anno di insediamento del Governo Berlusconi:  513 milioni di euro, contro 1.513 milioni circa. Ed è un  bilancio che verrà  ulteriormente ridotto con i tagli  previsti dal decreto sulla riduzione delle spese  dei ministeri, perché il già  magro bilancio del ministero dell’Ambiente che ripetutamente aveva chiesto un reintegro dei fondi, dovrà  invece essere ulteriormente limato per il prossimo esercizio per oltre 63 milioni di euro: un taglio gravissimo perché ormai le risorse “disponibili” erano ridotte ad appena 180 milioni e quindi il nuovo taglio ne rappresenta ben il 33%. A parte portare avanti l’ordinaria amministrazione il Ministero non potrá fare nulla, nessuna politica ambientale è possibile senza in minimo di risorse, sempre ammesso che questo Governo abbia voglia di farne” – concludono i senatori democratici.

Fiat: scelta Marchionne equivale a dimettersi da Italia e da Europa

“Le due scelte della Fiat di Marchionne di uscire da Confindustria e di
destinare lo stabilimento di Mirafiori alla produzione di suv a marchio
Jeep qualificano l’a.d. della casa torinese”.
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“Per restare una grande industria italiana ed europea – aggiungono i
senatori ecodem – Fiat dovrebbe puntare sull’innovazione di prodotto,
realizzando modelli d’avanguardia per ciò che riguarda i consumi e
l’inquinamento, come del resto stanno facendo le case tedesche anche con i
modelli di alta gamma.
L’esatto contrario della scelta di produrre a Torino auto anti-ecologiche
come i suv a marchio Jeep, che da punto di vista dell’efficienza energetica
e delle emissioni inquinanti sono molto peggio anche dei modelli analoghi
prodotti dalle case europee e giapponesi.
Se questa è la deriva industriale della Fiat – concludono i senatori
democratici –  la decisione di uscire da Confindustria equivale a
dimettersi dall’Italia e dall’Europa”.

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