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Eternit: ora Governo faccia campagna informativa

“In Italia ci sono ancora 40 milioni di tonnellate che vanno smaltite correttamente”.

“La storica sentenza di condanna dei dirigenti della Eternit ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica i gravi danni alla salute e all’ambiente che l’amianto può provocare.
Occorre ora una campagna informativa del Governo che spieghi correttamente ai cittadini i rischi derivanti dall’esposizione all’amianto e come smaltirlo correttamente, considerando che si stima che 20 milioni di italiani siano esposti al pericolo”. Lo dice il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici.
“L’eternit che per anni è stato largamente utilizzato nell’edilizia in Italia – continua Ferrante –  deperisce e a contatto con gli agenti atmosferici  libera polveri sottili che penetrano nei polmoni, causando l’asbestite, malattia polmonare progressiva e mortale. A 20 anni dalla messa al bando di questo materiale ancora manca una capillare mappatura, ma le stime dicono che nel nostro Paese ci sono ancora tra i 30 e i 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, localizzati in varie parti di edifici pubblici e privati, specialmente su tetti, tettoie e tubazioni. Per bonificare una struttura contaminata dall’amianto deteriorato, il singolo cittadino  deve spendere in media 1.500 euro per 4 metri quadrati, con la positiva eccezione prevista dal Conto energia, che in caso di installazione di pannelli solari incentiva economicamente la rimozione dell’eternit. Il rischio concreto è che ora i cittadini, di fronte agli alti costi ,ma giustamente allarmati dai rischi dell’eternit possano rivolgersi a chi non smaltisce correttamente il materiale, e dunque – conclude Ferrante – occorrerebbe prevedere un Fondo nazionale sul modello del Superfund statunitense, con adeguate risorse economiche che permettano finalmente di completare le bonifiche di tutti i siti individuati”.

Cultura: clamoroso conflitto di interessi per Carandini

“Il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali è tra i proprietari del  Castello Torre in Pietra, che tra l’altro è privato e non accessibile”.

“Chiediamo al ministro della Cultura Ornaghi se ritiene opportuno che il Consiglio Superiore per i Beni Culturali versi un contributo di 288.973 euro ai proprietari del Castello di Torre in Pietra, tra i quali il presidente del medesimo Consiglio, il professor Andrea Carandini. A nostro giudizio si tratta di una storia di ordinario conflitto di interessi e un clamoroso autofinanziamento con soldi pubblici,  che deve essere al più presto risolto”.
Lo dicono i senatori ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che hanno presentato in merito un’interrogazione parlamentare al Ministro dei Beni culturali.
“Secondo quanto riportato dal settimanale l’Espresso e il quotidiano il Fatto- continuano i due senatori del Pd –  il Castello di Torre in Pietra avrebbe beneficiato di un considerevole contributo pubblico, ai sensi dell’articolo 38 del Codice dei Beni Culturali, in ragione del suo incontestabile valore artistico e architettonico. Lo stesso articolo 38 stabilisce però che i beni finanziati siano accessibili al pubblico secondo orari e modalità  prefissati, mentre il Castello di Torre in Pietra non è visitabile, e come si evince dal sito internet la visita non è prevista mentre è possibile affittare per eventi privati i locali del Castello, ben noto alle cronache rosa per aver ospitato alcuni sontuosi  matrimoni di noti personaggi pubblici”
“Chiediamo al Ministro Ornaghi – concludono i parlamentari del Pd-  se non ritenga opportuno intervenire per sospendere l’autofinanziamento del professor Carandini, sino a quando il Castello di Torre in Pietra non venga reso accessibile alle visite culturali e non sia esclusivamente una residenza privata adibita a location di eventi privati a pagamento”.

Condono edilizio: sventato blitz in Commissione per nuova sanatoria in Campania

Tra i firmatari dell’emendamento l’ex ministro della Giustizia Nitto Palma 

“Le commissioni prima e quinta del Senato hanno respinto la proposta di tre senatori del Pdl, tra cui l’ex ministro della Giustizia Nitto Palma,  per introdurre nel decreto Milleproroghe una nuova sanatoria edilizia valida per tutta la Campania: pericolo sventato, ma ora in Aula tutti, a cominciare dal Governo, si assumano le proprie responsabilità .  Se il Milleproroghe diventasse il pretesto per un ennesimo condono edilizio nella regione italiana che ha pagato il prezzo più alto al mattone illegale, sarebbe un provvedimento non votabile.” 

E’ quanto dichiarano i senatori del Pd  Vincenzo De Luca, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che aggiungono  – “Non è la prima volta che dal Pdl si cerca di imboccare per l’ennesima volta la via di una sanatoria edilizia ritagliata su misura per la Campania: tentativi indecenti, visto che in questa regione l’abusivismo edilizio e la spirale dei condoni hanno già  provocato innumerevoli scempi ambientali.”   

“Ci auguriamo – concludono i senatori del Pd –  che questo blitz fallisca e che davvero sia l’ultimo.”   

 

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