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Intervento in Commissione Difesa su ddl delega riordino strumento militare

 Il senatore FERRANTE (PD) si pone in maniera fortemente critica sul disegno di legge n. 3271. L’impostazione del medesimo, infatti, sembra collocarsi in una linea di sostanziale continuità  con l’attuale modello di difesa, in un momenti in cui sarebbe invece necessaria una profonda riflessione sui sostanziali cambiamenti che hanno interessato lo scenario geopolitico di riferimento e le necessità  finanziarie. Del resto, tale esigenza è stata recentemente espressa da numerose e rilevanti associazioni, e si è altresì concretizzata in un appello al Parlamento.            Peraltro, in un momento particolarmente drammatico per il Paese (connotato da obiettive difficoltà  economiche e da una dolorosa revisione dello stato sociale), il disegno di legge non sembra configurare alcun risparmio effettivo, limitandosi a spostare risorse da un capitolo all’altro e, segnatamente, dal personale agli investimenti. Inoltre, laddove le modalità  di intervento sul personale -civile e militare- sono puntualmente specificate, nulla viene detto in ordine agli investimenti nei sistemi d’arma (dove il budget previsto sarebbe già  stato ampiamente superato), dando luogo a preoccupanti eccessi nella delega legislativa. Infine, spicca l’assenza  della prescrizione di opportuni controlli da parte della Corte dei conti e del Ministero dell’economia (previsti, ad esempio, nel parallelo provvedimento di riforma della Protezione civile).

            Conclude invitando la Commissione a tenere conto anche delle recenti evoluzioni dello scenario europeo. Recentemente, avrebbe infatti avuto luogo un cruciale incontro tra i governi della Gran Bretagna, della Francia e della Germania, conclusosi con un impegno rafforzato per investimenti comuni, ingiustificatamente trascurato da parte italiana.

Che fine ha fatto la Relazione al Parlamento sulle droghe ?

Entro quanto tempo il Governo intende presentare la Relazione al Parlamento sulle droghe? Lo chiedono i senatori radicali Marco Perduca e Donatella Poretti e Roberto Della Seta, Roberto Di Giovan Paolo e Francesco Ferrante del Pd, che chiedono lumi anche sulla quarta Conferenza nazionale sulle droghe, che per legge dovrebbe essere convocata quest’anno.
Con un’interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio, al ministro della giustizia e al ministro della Salute, i senatori hanno oggi chiesto entro quando il governo intende presentare al Parlamento la relazione per l’anno in corso; se il governo non ritenga necessario o utile una presentazione davanti alle commissioni sanità  e giustizia di entrambe le camere al fine di esporre il metodo della compilazione di tale relazione nonch€š alcuni degli aspetti su evidenziati che negli anni sono stati motivo di critica scientifica alla preparazione della relazione stessa; e infine se e quando intenda convocare la VI conferenza nazionale sulla droghe e quale sia il formato di tale riunione che in passato si è spesso caratterizzata per la non inclusione di posizioni scientifiche e politiche che non fossero in linea coll’approccio generale della legge in vigore.
L’interrogazione fa seguito al dibattito che si e’ tenuto lunedi’ scorso in Senato, in occasione della presentazione del “Libro bianco sulla legge Fini-Giovanardi” preparato dalle associazioni Antigone, Cnca, Forum Droghe, La Società  della Ragione con l’adesione di Magistratura Democratica e Unione delle Camere Penali. Un documento illustra e commenta i dati sulle conseguenze penali e sulle sanzioni amministrative che scaturiscono dalla legge sulla droga modificata nel 2006.
Secondo Franco Corleone che aveva presentato il libro bianco, nella Relazione presentata annualmente dal Governo al Parlamento manca una vera e propria “quantificazione dell’applicazione della legge in termini economici: soprattutto un raffronto tra le risorse pubbliche assorbite rispettivamente dai ‘quattro’ pilastri’: penale/carcerario, prevenzione, terapia e riduzione del danno”.
Sempre secondo il “Libro bianco”, alla relazione manca una griglia di dati significativi che permetta di valutare l’impatto repressivo della legge Fini-Giovanardi sulla categoria piú debole dei consumatori e dei consumatori/piccoli spacciatori. In particolare mancano i dati sulle denunce differenziati per sostanze, quelli relativi alle persone incriminate per il comma 5 art. 73 (ipotesi spaccio di lieve entità ) e le informazioni sugli ingressi e sulle presenze dei tossicodipendenti in carcere non fanno menzione dei reati per cui sono stati incriminati (art. 73 o altri reati

Cinecittà  : gli studi bene comune dell’Italia, non sono di proprietà  di Abete

“Gli studi di Cinecittà  sono un bene comune dell’Italia, ogni ipotesi di smantellamento o uso a fini speculativi sarebbe inaccettabile”. E’ quanto dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, preannunciando un’interrogazione urgente al ministro per i beni culturali Ornaghi. “La proprietà  degli studi – affermano i due parlamentari – è interamente pubblica, mentre la gestione è privata. Trasformare questo gioiello dell’eccellenza culturale italiana in un resort a cinque stelle ed esternalizzare gran parte dei servizi, come sembrerebbe nelle intenzioni del presidente Abete, vorrebbe dire cancellarne la vocazione. Peraltro, i dati dicono che ancora oggi Cinecittà  attrae produzioni da ogni parte del mondo: se ci sono problemi gestionali li si affronti con rigore ed efficienza, ma senza venire meno all’interesse nazionale di salvaguardare uno dei simboli migliori dell’industria culturale italiana”.

 

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