Mercoledì 17 gennaio il Parlamento europeo ha chiesto di innalzare i target sulle energie rinnovabili al 2030 sino al 35% anziché al 27% come aveva proposto la Commissione. Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club: ”Il voto è positivo, ma attendiamo in Italia il decreto che normi procedure burocratiche e incentivi”.
“Positivo il voto Europeo”. È il commento del Vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante, in merito alla votazione del Parlamento europeo di ieri, mercoledì 17 gennaio: la Plenaria di Strasburgo ha infatti deciso di alzare l’asticella del target delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica europeo dal 27% al 35%. La votazione di Strasburgo ha modificato la proposta iniziale della Commissione Europea, che fissava l’obiettivo di produzione delle fonti pulite al 27%.
Il Vicepresidente di Kyoto Club mette poi in guarda: se da una parte l”Europa persegue con determinazione gli obiettivi di Parigi, dall’altra il Governo italiano “latita”. “L’esecutivo, dopo aver emanato una Strategia energetica nazionale troppo timida su questo punto – prosegue Ferrante – non sta facendo il suo dovere: emanare cioè il decreto che si attende dalla fine del 2016 che normi gli incentivi, le semplificazioni burocratiche, i contingenti da mettere ad asta delle fonti rinnovabili non fotovoltaiche e riapra i registri per gli impianti più piccoli”.
Ferrante torna poi a parlare di plastiche, dopo le polemiche di inizio gennaio riguardanti l’obbligo di sacchetti di plastica biodegradabili per la frutta e la verdura nei supermercati e la presentazione della nuova strategia della Commissione Europea che punta a 100% di plastica riciclabile entro il 2030.
“L’Italia per una volta è antesignana – ha specificato Ferrante – grazie al divieto dei sacchetti per la spesa introdotto con un mio emendamento alla legge finanziaria del 2007 ed entrato in vigore nel 2012, c’è stata una riduzione di oltre il 50% di quel tipo rifiuto altamente inquinante”.