“Il Pdl e la Lega stanno conducendo una campagna elettorale da falsi e bugiardi, specie sui temi ambientali. Dopo la vicenda del nucleare, la notizia di oggi è che il decreto di sospensione delle coltivazioni di mais Ogm in Italia, che il ministro Zaia aveva promesso in seguito alla sentenza di autorizzazione della Consiglio di Stato, non è stato ancora firmato dal ministro dell’Ambiente Prestigiacomo e dunque rischia di non essere mai emanato. E così anche il mais Ogm sta per arrivare nel nostro Paese”. Lo denuncia il senatore del Pd Francesco Ferrante.
“I candidati governatori di Pdl e Lega – prosegue Ferrante – stanno andando in giro a dire alla gente che nelle loro regioni le centrali nucleari non verranno mai costruite, quando Berlusconi dice l’esatto contrario e Scajola ha appena emanato un altro decreto propedeutico all’individuazione dei siti per gli impianti, dei quali peraltro esiste già un elenco che verrà sicuramente reso noto solo dopo le elezioni. Anche sugli incentivi per le auto ecologiche il governo ha fatto un passo avanti e 3 indietro, spiazzando cittadini e produttori. Ora arriva anche il balletto delle responsabilità sugli Ogm, sulla cui interdizione Zaia ha fatto la sua bella campagna elettorale. Noi crediamo che gli elettori debbano sapere, prima di recarsi alle urne, che non una delle promesse della maggioranza si tradurrà in realtà ”.Dossier: trivellazioni petrolio off-shore
CON BERLUSCONI PIU’ TRIVELLE NEI MARI ITALIANI.
“Escalation impressionante di attività petrolifere in 7 regioni italiane”.
Occorre ricordare che la valutazione di impatto ambientale (VIA) è una procedura amministrativa strumento di supporto per l’autorità decisionale finalizzato a individuare, descrivere e valutare gli effetti dell’attuazione o meno di un determinato progetto. Con “impatto ambientale” si intende l’insieme degli effetti causati da un evento, un’azione o un comportamento sull’ambiente nel suo complesso .L’impatto ambientale – da non confondere quindi con inquinamento o degrado – mostra quali effetti può produrre una modifica all’ambiente circostante inteso in senso lato (sociale, economico ecc.). Si cerca cioè di prevedere quali saranno i costi ed i benefici nel caso in cui si verifichino delle modifiche di uno stato di fatto. Una ricerca di idrocarburi inizia sostanzialmente da studi geologici seguiti da indagini geofisiche per individuare, su aree vaste, particolari situazioni nel sottosuolo (trappole), che possono risultare mineralizzate ad olio, a gas o ad olio e gas. Le indagini geofisiche si possono fare, oltre che in regime di permesso di prospezione, anche liberamente, invece la ricerca di nuovi giacimenti, comprendente indagini geofisiche ma soprattutto perforazioni di ricerca, si può fare solo avendo ottenuto un permesso di ricerca. La prospezione geofisica è una tecnica di indagine non distruttiva del sottosuolo, che consiste nella misurazione tramite apparecchi di alcune proprietà fisiche del terreno che possono rivelarne la struttura, così come la presenza di oggetti sepolti.
La produzione petrolifera italiana è attorno ai 130.000 barili al giorno, mentre quella gassifera è di circa 17.5 miliardi di metri cubi. Il picco di produzione petrolifera in Italia è stato raggiunto nel 1997, e la velocità di esaurimento corrente è del 3,1%. La produzione nazionale rappresenta circa il 7% del nostro consumo totale di petrolio, il rimanente 93% è pertanto importato dall’estero; la produzione italiana, infine, corrisponde all’1% della produzione mondiale, con le riserve rimanenti, circa 1 miliardo di barili, che rappresentano lo 0.1% delle riserve mondiali di greggio.
Le procedure di VIA in corso, che hanno tutte per oggetto il permesso di ricerca, hanno,in sette casi su dieci, come azienda proponente, la Petroceltic Elsa, una controllata al 100% dalla società irlandese Petroceltic International PLC, e si concentrano tutte nel basso adriatico, di fronte alle coste abruzzesi e pugliesi, mentre le altre aziende interessate sono la Northern petroleum, con ricerche nelle acque siciliane, Edison (mare di fronte all’Abruzzo e il Molise) e Consul Service(di fronte alle coste della Basilicata).
Tra le sei procedure di Via concluse tre sono di fronte alle coste dell’Emilia Romagna e contemplano la concessione di coltivazione, ovvero la vera e propria estrazione di petrolio.
Sempre la Northern Petroleum, molto interessata invece al petrolio nei fondali antistanti la Puglia, ha in quella zona ottenuto altri tre permessi di ricerca.
REGIONE |
INTERVENTO |
LOCALITA’ |
AZIENDA |
EMILIA ROMAGNA | COLTIVAZIONE | ADRIATICO – RIMINI | ENI |
EMILIA ROMAGNA | COLTIVAZIONE | ADRIATICO – RAVENNA | ENI |
MARCHE | COLTIVAZIONE | ADRIATICO – ANCONA | ENI |
MARCHE | COLTIVAZIONE | ADRIATICO – PESARO | ENI |
ABRUZZO | POZZO ESPLORATIVO | ADRIATICO – FRANCAVILLA AL MARE | VEGA |
MOLISE | POZZO ESPLORATIVO | ADRIATICO -ISERNIA- CASTEL DEL GIUDICE | ENI |
PUGLIA | PERMESSO DI RICERCA | ADRIATICO – FOGGIA | PETROCELTIC |
PUGLIA | PERMESSO DI RICERCA | ADRIATICO | NORTHERN PETROLEUM |
CALABRIA | PERMESSO DI RICERCA | MAR IONIO – CROTONE | PUMA PETR. |
SICILIA | PERMESSO DI RICERCA | LARGO ISOLA DI LAMPEDUSA | PUMA PETR. |
SICILIA | POZZO ESPLORATIVO | CANALE DI SICILIA – LICATA | ENI |
SICILIA | PERMESSO DI RICERCA | CANALE DI SICILIA – RAGUSA | PEAL PETR. |
SICILIA | PERMESSO DI RICERCA | CANALE DI SICILIA – POZZALLO- RAGUSA | PEAL PETR. |
SARDEGNA | PERMESSO DI RICERCA | MAR DI SARDEGNA – CAPO MANNU (OR) | PUMA PETR. |
SARDEGNA | PERMESSO DI PROSPEZIONE | MAR DI SARDEGNA – CAPO DI SPARTIVENTO | SARAS |
SARDEGNA | PERMESSO DI PROSPEZIONE | MAR DI SARDEGNA – GOLFO ORISTANO | SARAS |
Comunicato stampa sul dossier petrolio
Tra le zone maggiormente interessate il canale di Sicilia, il mare della Romagna e della Puglia, l’isola di Lampedusa, persino la Sardegna al largo delle spiagge del Sinis, in un angolo di paradiso che dall’isola di Mal di Ventre corre fino alle coste di Bosa. Insomma sembra che i nostri mari siano destinati a cambiare fisionomia, assomigliando sempre più al Mar del Nord delle grandi piattaforme petrolifere.
Questa ricerca di oro nero sui fondali – spiegano i senatori ecodem – non porterà nessun vantaggio agli italiani, perché oltre alle ricadute negative sul turismo e ai rischi ambientali, il petrolio del basso Adriatico è di cattiva qualità : è bituminoso, ha un alto grado di idrocarburi pesanti, è ricco di zolfo. Inoltre le attività di perforazione e produzione di petrolio dal fondo marino contribuiscono per il 2% all’inquinamento marino. Questo 2% va sommato al 12% dovuto agli incidenti nel trasporto marittimo, si aggiunge il 33% per operazioni sulle navi relative a carico e scarico, bunkeraggio, lavaggio, scarichi di acque di sentina o perdite sistematiche, che porta al 45% l’apporto complessivo di inquinamento dovuto a perdita dalle navi. “
“A completare il quadro di questa ecatombe per i mari italiani – concludono Ferrante e Della Seta – ci sono i fluidi e fanghi perforanti che sono usati per portare in superficie i detriti. Sono fanghi tossici e difficili da smaltire, contenenti tracce di cadmio, cromo, bario, arsenico, mercurio, piombo, zinco e rame, che finiscono nei pesci che portiamo in tavola.”