Come volevasi dimostrare, con Berlusconi il condono edilizio non manca mai
Come volevasi dimostrare la maggioranza getta la maschera e butta nel
calderone della manovra finanziaria la misura che non manca mai in un
Governo Berlusconi, il condono edilizio, che questa volta si preannuncia come il peggiore di sempre, prevedendo addirittura che la sanatoria venga allargata agli immobili soggetti a vincoli ambientali e paesistici.
L’illegalità e la criminalità vengono premiati anche questa volta da una destra che non ha scrupoli nel rendersi complice dello scempio del territorio del nostro Paese”.
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“Quello contenuto nell’emendamento del senatore Tancredi – affermano i senatori Pd -sarà , se approvato, il quarto mega condono edilizio italiano, il terzo sotto un Governo Berlusconi, e ha le potenzialità per essere il più devastante di sempre: potrebbe essere infatti la madre di tutte le sanatorie, la pietra tombale sugli abusi compiuti in ogni parte della Penisola, in sfregio a ogni più elementare norma di rispetto ambientale e paesaggistico.
Non ci sarà rischio sismico o idrogeologico che tenga, tutte le richieste verranno accettate e il cemento selvaggio segnerà la vittoria sulle regole e sulla legalità .
Il Governo, e il ministro Tremonti in particolare hanno più volte ribadito nell’ultimo periodo che non ci sarebbe stato nessun altra sanatoria edilizia, e dunque è inaccettabile questa operazione, già fatta in passato, di affidare a qualche singolo parlamentare la pistola fumante del condono”.
“Il Governo – concludono Ferrante e Della Seta – non smentisca se stesso eintervenga affinchè venga ritirato immediatamente questo emendamento
indecente che premia furbi e criminali”.
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Contratto Fiat. Chi dice sì è come Berlusconi
Sarebbe bene che oggi non fosse il Pd a risuscitare quella deriva insensata e autolesionista. Che invece provassimo a mostrarci diversi dai nostri avversari non nel riconoscere i problemi oggettivi che appesantiscono il dinamismo e la capacità competitiva dell’economia italiana – eccessi di burocrazia, poca concorrenza -, ma nell’indicare le politiche pubbliche necessarie a rendere il nostro Paese più forte economicamente e un po’ più giusto.
Per esempio, questo sforzo dovrebbe portarci a chiedere ossessivamente almeno tre cose. Che vengano impegnate più risorse per spingere la ripresa. Che gran parte di tali risorse venga concentrata su educazione (scuola, università , ricerca) e “green economy”. Che per finanziare questo sforzo senza pesare sui conti pubblici e per sostenere al tempo stesso un progressivo alleggerimento del carico fiscale sui redditi da lavoro e d’impresa, oggi a livelli esagerati, vengano tassati di più sia i patrimoni reali a cominciare dalle grandi rendite finanziarie e immobiliari, sia il consumo di quell’altro genere di patrimoni costituito dalle risorse naturali e ambientali.
Forse se martellassimo tutti i giorni su questi tre tasti, cominceremmo ad uscire dall’anonimato politico nel quale il Pd sembra oggi immerso. E gli italiani proverebbero di nuovo il brivido, l’ebbrezza di vedere all’opera un grande partito di opposizione unito nel proporre un’idea di governo alternativa non solo e non tanto a Silvio Berlusconi, ma alla destra e ai suoi valori.