Riserva di Lampedusa: gli abusi del Comune

SERVIZI BALNEARI NELLA RISERVA NATURALE DEI CONIGLI ATTIVATI
DAL COMUNE DI LAMPEDUSA SENZA AVERNE TITOLO.

La legge regionale 10 del 1999 prevede l’attivazione di
servizi di fruizione a pagamento dentro le riserve naturali
e che gli incassi costituiscano entrate per gli enti di
gestione da destinare alle attività  di conservazione delle
aree protette regionali.
Il Comune di Lampedusa, senza averne titolo,  con un
contratto del 3 giugno 2010, ha attivato per sei anni un
servizio di noleggio ombrelloni per la fruizione della
spiaggia dei Conigli, prevedendo di incassare 60.000 euro di
canone.
Tutto questo, peraltro, all’interno di un’area demaniale
della Regione Siciliana (su cui non ha alcuna titolarità 
il Comune) e disattendendo gli obblighi previsti in un
Accordo (sottoscritto dal Sindaco) con l’Ente Gestore
della Riserva e l’Assessorato Regionale Territorio
Ambiente approvato il 25 maggio 2010. Il caso è stato
sollevato dal Senatore Francesco Ferrante con
un’interrogazione urgente presentata al Ministro
dell’Ambiente lo scorso 23 giugno.
“Si tratta di fatti gravissimi – dichiara Mimmo Fontana,
presidente di Legambiente Sicilia, che gestisce la Riserva
Naturale Isola di Lampedusa – che si collocano in un
quadro di atti unilaterali compiuti dal Comune di Lampedusa
(che gestisce l’Area Marina Protetta) in danno della
Riserva Naturale istituita dall’Assessorato Regionale
Territorio e Ambiente. Atti che costituiscono la replica di
quanto avvenuto lo scorso anno con la creazione di un
parcheggio abusivo davanti l’ingresso della riserva (per
cui il Sindaco è sotto processo) e l’attivazione del
biglietto di ingresso incamerato dal Comune e le cui somme
non sono state riversate alla Regione. Il Sindaco di
Lampedusa continua a disattendere gli impegni di
collaborazione con Legambiente assunti dalla precedente
Amministrazione comunale e gli obblighi nei confronti della
Regione discendenti da precise normative, creando continue
difficoltà  gestionali alla Riserva Naturale cui vengono,
di fatto, sottratte risorse importanti che per legge
regionale andrebbero destinate alle attività  dell’Ente
gestore d’intesa con la Regione Siciliana. Peraltro, gli
impegni disattesi dal Comune riguardano anche la
regolarizzazione in favore della Riserva Naturale  e della
Regione Siciliana  delle somme incassate negli anni 2006,
2007, 2008 e 2009 con analoghi servizi e mai destinate alle
finalità  di conservazione previste dalla legge regionale.
Abbiamo presentato – conclude Fontana – esposti e ricorsi
amministrativi e siamo certi che, alla fine, lo stato di
diritto si affermerà  e verrà  ristabilito il principio di
legalità  calpestato da alcune settimane nella spiaggia
dell’Isola dei Conigli”.
Nell’interrogazione, il senatore Ferrante chiede proprio
al Ministro dell’Ambiente quali provvedimenti intenda
assumere nei confronti dell’Area Marina Protetta Isole
Pelagie gestita dal Comune di Lampedusa  per ripristinare il
rispetto delle leggi nazionali e regionali ed il corretto
reimpiego in favore della Riserva Naturale regionale Isola
di Lampedusa delle somme incamerate dal Comune di Lampedusa,
garantendo anche il rispetto delle competenze e prerogative
della Regione Siciliana e dell’Ente Gestore della Riserva.

Balneazione: “Mare pulito”, la grande truffa del Ministro Fazio

Il Ministero della Salute ricicla i dati dell’anno scorso invece di fornire quelli aggiornati.

“Incredibile ma vero, il rapporto sul mare balneabile presentato oggi a Roma dal Ministro della Salute Fazio fornisce per ogni provincia gli stessi dati dell’anno scorso, ed è dunque totalmente inattendibile.

E’ una truffa ai danni di tutti i cittadini.

Presenteremo un esposto alla magistratura per accertare le responsabilità  di questo inganno indecente.”

E’ quanto dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che presenteranno al Ministro della Salute un’interrogazione parlamentare.

“I numeri del mare pulito, provincia per provincia, contrabbandati come quelli attuali, si riferiscono in realtà  a analisi fatte tra il 2008 e l’inizio del 2009.

E’ un modo di informare i cittadini decisamente truffaldino, tanto più grave perché proviene da un Ministero che ha come compito istituzionale di difendere la salute degli italiani.

Di fatto continuano i senatori del Pd – si nasconde la vera realtà  di tanti tratti di mare, in particolare nel sud, dove negli ultimi mesi si è determinata una vera emergenza inquinamento, legata all’insufficienza sempre più drammatica dei sistemi di depurazione.L’intenzione forse è di consentire che tratti di mare inquinati possano essere presentati come balneabili.”

“L’effetto concludono Ferrante e Della Seta – è di mettere in pericolo la salute di centinaia di migliaia di italiani che faranno il bagno in un’acqua pulita…per decreto”.

Il condono c’è ancora

“In altro emendamento Tancredi sanatoria ancora più indecente”.

“La  maggioranza  e  il  senatore  Tancredi sulla sanatoria edilizia stanno
facendo  il  gioco  delle  tre  carte:  sfilano  lo  sfacciato  e indecente
emendamento  alla  finanziaria  che  aveva  fatto  gridare  al complotto il
sottosegretario  Bonaiuti, ma ne tengono un altro, un condono mascherato ma
altrettanto devastante e ancora più indecente.
Il  senatore  Tancredi  ha  infatti  presentato,  e  non  ha  ritirato,  un
emendamento  a propria e unica firma, grazie al quale il proprietario di un
immobile abusivo ha il diritto di prelazione quando questo  viene acquisito
e messo all’asta dal Comune”.
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“La  tentazione  di  fare  un  regalo  ai  furbi  e  al  mattone illegale –
continuano   i   senatori  democratici  –   è  talmente  forte  per  questa
maggioranza  che  si  sono  inventati  un  cavillo  con  il quale si affida
direttamente ai  Comuni il compito di premiare gli abusivi.
In  altre parole – spiegano gli esponenti ecodem  –  con questo emendamento
all’articolo  19,  gli  immobili  abusivi  entrano  nella disponibilità  del
Patrimonio  di  un  Comune, che invece di procedere all’abbattimento con la
ruspa  lo  mette all’asta, restituendolo poi così, sanato e accatastato, al
responsabile  dell’abuso.  Dopo  di ché, basta fare in modo che l’asta vada
semi-deserta, e il prezzo d’acquisto risulterà  irrisorio.
Viene il dubbio che l’emendamento che proponeva sic et simpliciter il terzo
condono edilizio dell’era Berlusconi fosse uno specchietto per le allodole,
fatto  per  distrarre  l’attenzione  da  questa’altra vergognosa sanatoria.
Attendiamo  sdegnate  smentite  a  stretto  giro”.  Concludono Della Seta e
Ferrante.

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