Sui certificati verdi, il Governo sordo, ottuso e servo di lobbies potenti

“Stupisce l’atteggiamento ottuso di questo Governo che si dimostra sordo agli innumerevoli appelli ricevuti per cancellare l’articolo 45, vera mannaia sugli investimenti di migliaia di aziende del settore delle energie rinnovabili. Non sono bastate le prese di posizione di Confindustria, a partire dal Presidente Marcegaglia, di tutte le associazioni di categorie, le dichiarazioni bipartisan, nonché quella del sottosegretario allo Sviluppo economico. Niente da fare: sono stati bocciati in Commissione tutti i nostri emendamenti in tal senso e la montagna ha partorito il topolino, o meglio ha prodotto l’assurdo emendamento Azzolini che sostanzialmente conferma l’assassinio delle rinnovabili e introduce una nuova tassa che gli italiani pagheranno in bolletta con tanti saluti alla pretesa necessità  di ridurre i costi dell’energia elettrica pagati da cittadini e imprese.” Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per i cambiamenti climatici del Pd.

“Invece di accanirsi nel non volere cancellare l’articolo 45 che, è bene ricordare, vale circa 500 milioni in bolletta, ovvero un decimo di quanto avviene in Germania, il governo dovrebbe concentrarsi sui veri sprechi come ad esempio il Cip6, con cui per anni si è regalato a petrolieri e produttori di energia elettrica da fonti fossili miliardi e miliardi di

euro: solo nel 2009 oltre 1milardo e 100 milioni. Oppure – continua Ferrante – il Governo dovrebbe sanare l’incredibile vicenda per cui la mancanza di un cavo di collegamento tra la Sicilia e continente costa al Paese circa 800 milioni all’ anno, gentile concessione ai produttori che hanno la fortuna di avere impianti in Sicilia. Ma se il governo affrontasse il tema Cip6 e il collegamento Sicilia-continente dovrebbe entrare in conflitto con lobbies molto potenti e influenti. Ha scelto invece di insistere nell’attacco alle rinnovabili e ai certificati verdi, alla faccia della sostenibilità  ambientale e con buona pace delle tasche dei cittadini.

Queste prossime conclude Ferrante – sono le ultime ore a disposizione, Tremonti si ricreda e faccia cancellare l’art. 45 se non vuole firmare la sentenza di morte per migliaia di aziende”.

Se passa la manovra, 24 parchi nazionali chiudono i battenti

Se passa questa manovra finanziaria molti dei 24 parchi nazionali italiani dovranno chiudere i battenti.

All’articolo 7 è previsto infatti il dimezzamento dei circa 50 milioni di contributi del Ministero dell’Ambiente, il che impedirebbe a molti enti parco semplicemente di pagare gli stipendi al personale”.

Questa la denuncia dei senatori Roberto Della Seta, capogruppo in

Commissione Ambiente e Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per i cambiamenti climatici del Pd, presenti oggi alla conferenza stampa di Federparchi che ha chiesto la cancellazione di questa norma insensata.

“I parchi nazionali rappresentano un patrimonio ambientale di valore inestimabile e custodiscono le aree più pregiate del paesaggio italiano

nelle quali si incarna una parte importante della stessa identità 

nazionale.

Condannarli a morte concludono senatori Pd – è un atto di stupidità  anche in termini economici, visto il contributo che il territorio protetto fornisce già  oggi alle diverse economie, dal turismo all’agricoltura di qualità , che basano la loro forza sulla qualità  ambientale e che incontrano una domanda crescente da parte dei cittadini”.à€€

Messa al bando dei sacchetti di plastica ad Amelia, esempio virtuoso

“L’esempio virtuoso del comune di Amelia, che in anticipo rispetto al resto del Paese ha messo al bando i sacchetti di plastica, è la conferma di come l’Italia dei piccoli centri, e in particolare l’Umbria,  sappia valorizzare se stessa, in nome del rispetto del territorio e dell’ambiente.” Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per i cambiamenti climatici del Partito democratico, intervenuto alla conferenza stampa organizzata dal comune di Amelia per presentare l’ordinanza che proibisce l’uso degli shopper di plastica nel comune ternano. 

 “Bisogna ricordare che il divieto a livello nazionale era previsto già  l’anno scorso: dal 1° gennaio 2010, in forza della legge n. 296 del 2006 nata grazie ad un emendamento alla legge finanziaria presentato dal sottoscritto , è vietato  commercializzare sacchetti definiti non biodegradabili da precise norme europee. Poi l’attuazione del divieto è stata prorogato di un anno, peggiorando la qualità  dell’ambiente, che impiega anni a smaltire la plastica dei sacchetti, e rallentando lo sviluppo della raccolta differenziata, per i quali i sacchetti biodegradabili sono indispensabili. 

“Bisogna ricordare che il divieto a livello nazionale era previsto già  l’anno scorso: dal 1° gennaio forza della legge n. 296 del 2006 nata grazie ad un emendamento alla legge finanziaria presentato dal sottoscritto , è vietato  commercializzare sacchetti definiti non biodegradabili da precise norme europee. Poi l’attuazione del divieto è stata prorogato di un anno, peggiorando la qualità  dell’ambiente, che impiega anni a smaltire la plastica dei sacchetti, e rallentando lo sviluppo della raccolta differenziata, per i quali i sacchetti biodegradabili sono indispensabili.A dispetto di quella proroga dannosa fortunatamente qualcosa si sta muovendo: le grandi catene di distribuzione si sono attrezzate fornendo, presso i loro supermercati, diversi tipi di borse per la spesa, tra cui quelli biodegradabili e prodotti in plastica di origine vegetale, come il Mater-Bi, brevettato in  Italia; i Comuni emanano delibere volte a favorire l’uso di quei sacchetti; i cittadini organizzati da associazioni come Legambiente cambiano i propri stili di vita. Ora grazie al Comune i cittadini di Amelia potranno fare la loro parte per la salvaguardia dell’ambiente, senza spendere un solo euro in più, ed anzi contribuendo a togliere di mezzo i circa 15 miliardi di sacchetti di plastica prodotti col petrolio che ogni anno avvelenano l’Italia.” 

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