Nucleare: al Forum il solito disco rotto

“Di certo da una associazione promossa e sovvenzionata da chi, col ritorno al nucleare, conta di guadagnare cifre enormi non ci si può aspettare niente di nuovo .
E infatti anche oggi è stato messo su il vecchio disco rotto del nucleare che va bene, che costa poco e che non inquina.
Insomma, la solita ideologia e i soliti concetti stanchi, vecchi come la tecnologia che il Governo e alcuni grandi gruppi industriali vogliono far pagare ai cittadini italiani.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante in merito alla presentazione del ‘Forum nucleare italiano’, presentato oggi a Roma.
“Il forum, e più in generale tutto il settore ideologizzato che si muove per far tornare il nucleare in Italia, si comportano seguendo uno schema che potremo definire alla Marzullo: ovvero si faccia una domanda e si dia una risposta.
Anche oggi infatti – aggiungono i senatori ecodem –  non c’è stata traccia di confronto con chi, dati alla mano, dice che il nucleare all’Italia non conviene affatto per tutta una serie di ragioni, a partire dai costi esorbitanti che inevitabilmente pagherebbero i cittadini italiani .
Finché a scegliere per il futuro delle nostre generazioni saranno i grandi gruppi industriali in cerca di miliardi di euro sarà  difficile avviare un confronto realmente serio e costruttivo”.
 

Rinnovabili: senza detrazione 55% a rischio settore da 2 miliardi di euro

“La perdurante assenza di un ministro dello Sviluppo economico e un Ministero dell’Ambiente che agisce contro la sua stessa ragione sociale  rischiano di fare l’ennesima vittima. Il Governo sembra infatti sordo alle richieste che arrivano da tutto il sistema industriale e artigianale che sulla green economy sta puntando per resistere alla crisi e anche per rilanciare lo sviluppo. Ieri le due associazioni dell’industria del solare termico Assolterm e Assotermica hanno inviato al governo una lettera aperta in cui ribadiscono l’assoluta necessità  di mantenere, nel medio termine, le detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di ristrutturazione edilizia che prevedano misure di efficienza energetica.
In gioco c’è il futuro di un settore che nel 2009, nonostante la crisi economica, ha occupato 11.000 persone con oltre 2 miliardi di euro di fatturato”.
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per i cambiamenti climatici del Partito democratico.
“Il meccanismo del 55% – continua Ferrante – che avevamo introdotto nella scora legislatura,  sta portando beneficio sia all’industria italiana, consentendo di attenuare il forte impatto della crisi economica , sia al sistema paese, con un rapporto positivo costi/benefici e con un investimento strutturale in un settore ad alto valore aggiunto e quindi strategico per il futuro del paese”.
“Il Governo e la maggioranza – conclude il senatore Pd – hanno sempre respinto gli emendamenti proposti dal Partito democratico in vari provvedimenti miranti a prorogare la detrazione del 55%, meccanismo di incentivazione  che non solo ha già  consentito a 600 mila cittadini italiani di migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni, ma ha anche permesso di risparmiare tanta energia quanta ne produrrebbe una grande centrale termoelettrica.

La questione Ogm e l’Europa

Articolo pubblicato su Paneacqua

Per anni, attorno alle normative comunitarie sul tema degli Organismi Geneticamente Modificati ed alla loro attuazione nei Paesi Membri, si è aperta una discussione che ha coinvolto agricoltori, consumatori, ambientalisti, imprese, politica, mondo della scienza. La Commissione Europea con la direttiva del 2001, quindi quasi dieci anni fa ormai, ha posto le basi per la regolamentazione delle colture transgeniche, rinviando agli Stati membri gli adempimenti in merito, e il nostro Paese, abbastanza celermente rispetto al solito – e anche questo è un segno dell’importanza della questione – ha recepito la direttiva appena due anni più tardi, prevedendo norme (rafforzate rispetto al quadro comunitario) per la sperimentazione e per la clausola di salvaguardia. Compiti che per la nostra Costituzione appartengono alle Regioni. E’ prevedibile che a metà  Luglio l’Europa scelga definitivamente di consegnare alla volontà  degli Stati Membri ed alle competenze regionali tutte le scelte in materia. Una decisione forse “pilatesca” dell’Europa che, anche in questo caso come in molti altri purtroppo, quando è in presenza di opinioni troppo diverse al suo interno abdica al ruolo di guida che dovrebbe avere, e che sposta in ogni singolo stato membro il luogo della scelta. Questo nonostante che i cittadini di tutta Europa – e i dati di Eurobarometro stanno lì a dimostrarlo – siano in grande maggioranza contrari all’introduzione degli organismi geneticamente modificati in agricoltura. Insomma, forse come poche altre, la questione Ogm è stata , e sarà , una cartina tornasole dei meccanismi democratici, o meglio della inadeguatezza degli stessi, dell’Europa attuale. Meccanismi troppo sensibili alle pressioni di lobby organizzate e ancora non sufficientemente permeabili dalla volontà  dei cittadini. Ora comunque si apre una fase importantissima che dovrà  vedere passaggi normativi in materia in Italia. 

Una fase, che proprio per evitare la stessa “balbuzie europea”, dovrà  avvenire con una adeguata ampia consultazione delle comunità  e del mondo agricolo, dei consumatori e degli ambientalisti e dei ricercatori, e nella quale il ruolo fondamentale dovranno giocarlo le Regioni 

La Biodiversità  agricola e alimentare rappresenta una straordinaria ricchezza che dobbiamo tutelare e salvaguardare. E’ da qui che discende il lungo elenco dei prodotti tipici, certificati, tradizionali. E’ qui che nasce quel valore aggiunto non “delocalizzabile” del made in Italy agroalimentare, leva economica fondamentale del sistema Italia e per questo non è opportuno permettere l’introduzione di organismi geneticamente modificati nei nostri campi. 

E’ invece proprio la salvaguardia di quel “valore aggiunto”, la sua valorizzazione come fulcro attorno al quale ruotano e possono ancora svilupparsi importanti cifre dello sviluppo locale, la sua protezione ed il suo accrescimento che devono essere al centro delle scelte del futuro prossimo. Scelte che devono privilegiare le buone pratiche agricole, a partire dal biologico, favorire e promuovere la “qualità ”, incentivare il ruolo multifunzionale dell’agricoltura. 

Tanto più in una fase di durissima crisi economica come quella in atto, nella quale la forbice troppo ampia tra prezzi per il consumatore, che rischiano di diventare insostenibili, e renumerazione riconosciuta agli agricoltori, sempre più bassa, che mette a repentaglio la stessa sopravvivenza dell’attività  agricola 

Insomma l’Europa sugli Ogm sceglie di non decidere, un errore. Ma noi possiamo svolgere un ruolo, per una volta, protagonista e d’avanguardia nel disegnare un “modello europeo di agricoltura futura”, magari giocandocelo poi nell’imminente riforma della PAC. 

Una sfida importante e affascinante nella quale, ben inteso, anche la scienza deve svolgere un ruolo fondamentale. In Italia i tentativi di riforma del CRA non hanno dato ancora nessun esito positivo e in Europa l’Efsa di Parma costituisce una delle delusioni più grandi dell’ultimo decennio visto il suo ruolo assente se non dannoso nel campo della difesa della salute dei cittadini. E’ indispensabile invece riformare questi due istituti e rilanciare la ricerca scientifica pubblica, anche sulle biotecnologie applicate all’agricoltura (che non vogliono dire solo e necessariamente ogm) e sottrarre il monopolio innaturale della ricerca proprio a quei privati protagonisti del commercio degli ogm. 

 

FRANCESCO FERRANTE 

 

 

 

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