Scuola: il Governo rispetti la sentenza della Consulta

Il Governo intende rispettare le decisioni dei giudici della Consulta, che hanno dichiarato l’illegittimita’ costituzionale della finanziaria del 2008 nella parte in cui fissa un limite massimo agli insegnanti di sostegno e nella parte in cui esclude la possibilita’ di assumere insegnanti di sostegno in deroga, in presenza di studenti con disabilita’ grave”?
Lo chiedono in un’interrogazione al Ministro Gelmini le senatrici Colomba Mongiello, Maria Pia Garavaglia, Mariangela Bastico e sottoscritta dai senatori: Nerozzi, Bubbico, Marinaro, Ferrante, Baio, Fistarol, Serra, Maritati, Del Vecchio, Incostante, Marcucci. “Le scuole pubbliche e le famiglie di tutto il Paese si trovano a fronteggiare una situazione insostenibile, un’aggressione senza precedenti che di fatto impedisce di garantire una formazione adeguata a tutti gli studenti. Purtroppo – sottolineano le interroganti – la scuola italiana e’ stata ridotta dal Ministro Tremonti ad un fondo cui attingere risorse immediate buttando al macero le legittime aspettative di studenti con disabilita’ gravi, che si vedono negato l’accesso alla scuola pubblica”. “Ricordiamo al Governo – concludono le parlamentari – che la scuola e’ un bene di tutti e per tutti, come sancisce la nostra Costituzione e come i giudici della Corte Costituzionale hanno sottolineato. Chiediamo al Ministro Gelmini di rispettare la sentenza”.

In morte di un sindaco ambientalista

Articolo pubblicato da L’Unità 

Oltre al dolore e al rimpianto per la perdita di un uomo giusto, l’assassinio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, lascia in chi come noi l’ha conosciuto molte domande.
Vassallo era un ambientalista. Insieme e al fianco di Legambiente aveva intrapreso tante battaglie per difendere e valorizzare il suo Cilento, e con la sua determinazione tante le ha  vinte. Da molti anni si batteva per difendere il suo territorio – uno dei più belli e meno devastati d’Italia – dagli assalti del cemento e da quelli della camorra, minacce che in Campania spesso camminano insieme.
Era un ambientalista, Angelo Vassallo, un ambientalista convinto che garantire la legalità  e preservare il paesaggio siano due premesse obbligate per dare a terre come la sua uno sviluppo vero, duraturo.
Era il contrario della ridicola caricatura  che spesso viene fatta di chi considera la difesa dell’ambiente una priorità  assoluta: non un “nemico del progresso”, ma una persona consapevole che oggi non c’è vero progresso  senza curare  di più e meglio i beni comuni, e che il rispetto della legge e la tutela della qualità  dell’ambiente sono tra i beni comuni più preziosi.
Questa, allora, una prima domanda.
Se un sindaco così,  per il modo in cui amministra viene ammazzato in un agguato, ciò significa che rappresenta un’eccezione, un’anomalia?Ci auguriamo naturalmente di no, ma certo non è felice un Paese dove chi con coraggio, determinazione e senza sconti si impegna per far valere l’interesse generale contro quello particolare, e tanto volte illecito di pochi, rischia di venire crivellato di pallottole.
Una seconda domanda interpella direttamente la politica e in prima persona il Partito democratico.
Ci vorrebbero molti Vassallo nella politica italiana: perché se ci sono due grandi questioni sulle quali il nostro Paese è in grande difficoltà , queste rispondono al nome di legalità  e ambiente. La destra che oggi governa considera l’una e l’altra con fastidio; il centrosinistra no, ma finora non è riuscito  a farne di un proprio, rinnovato e più credibile progetto per l’Italia.
E davvero così azzardato sperare che la via segnata da Vassallo da altri come lui e prima di lui, faccia scuola nella nostra politica?
Che faccia scuola intanto nel Pd, di cui il sindaco di Pollica era un “socio fondatore”??
Oggi, inutile girarci intorno, non sempre è così .
Malgrado il profluvio di solidarietà  postume verso Angelo Vassallo – qualcuna delle quali decisamente gattopardesca -, oggi la politica, anche la “nostra” politica, non si mostra così attenta né alle ragioni della legalità , né a quelle dell’ambiente.
Oggi gli Angelo  Vassallo sono abbastanza rari: il che li fa più facili da isolare e più facili da colpire
 

Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
Senatori del Partito democratico
 

Prestigiacomo accolga la petizione di Legambiente contro shoppers di plastica

 

“Era stata annunciata per il 1° gennaio 2010 nella Finanziaria del 2007 la messa al bando delle buste di plastica, i cosiddetti shoppers. Il governo Berlusconi ha già  colpevolmente rimandato  l’impegno al gennaio 2011 e auguriamoci che non via sia un’altra, ulteriore proroga perchè  il cosiddetto ‘inquinamento bianco’ continua ad affliggere l’ambiente del nostro Paese. Non mettere al bando i sacchetti non biodegradabili vuol dire disperdere nell’ambiente ogni anno un milione di tonnellate di plastica prodotta con centinaia di migliaia di tonnellate di petrolio.” 

Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile  delle politiche relative ai cambiamenti climatici del Partito democratico.

 

“La sostituzione dei sacchetti di plastica potrà  dare un grande contributo all’economia del paese, perché sono italiane le aziende più innovative e all’avanguardia nel settore della cosiddetta ‘plastica biodegradabile’, quella proveniente dal mais. Nella Finanziaria 2007 – ricorda Ferrante – approvando due miei emendamenti che prevedevano la progressiva riduzione della commercializzazione degli shoppers attraverso un programma sperimentale da adottare entro 120 giorni, avevamo posto le basi affinché il nostro Paese potesse essere all’avanguardia.

Invece con  la proroga approvata lo scorso anno abbiamo perso tempo. Vietare gli shopper inquinanti, favorire il riutilizzo con materiali ecocompatibili, promuovere nuovi materiali della green economy vorre invece guardare con più lungimiranza al futuro.”.”

 

“In considerazione di tutto ciò – conclude Ferrante –  mi auguro che il Ministro Prestigiacomo accolga la petizione  ‘Stop ai sacchetti di plastica’ promossa da Legambiente, e responsabilmente non firmi un ulteriore e dannosa proroga del divieto.”

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