Basell: basta con le tattiche dilatorie della multinazionale

“L’incontro con i dirigenti del Ministero dello sviluppo economico Dott. Castano e Dott. Bianchi e’ stato molto opportuno per un aggiornamento  sulla vertenza Basell e per ribadire l’unita’ di intenti tra governo, parlamentari e istituzioni del territorio affinche’ si giunga ad una conclusione positiva per Terni, per l’Umbria, per l’insieme del sistema produttivo italiano in un settore importante come la chimica.” cosi’ in una dichiarazione congiunta dei Senatori Benedetti Valentini, Ferrante, Fioroni e dei deputati Sereni e Trappolino. “Le notizie che abbiamo ascoltato confermano l’esistenza di un progetto industriale credibile e interessante che vede al centro l’impegno di Novamont. La possibilita’ di una fase di transizione di alcuni anni in cui gli impianti di Basell e di Meraklon possano essere riattivati per le produzioni precedenti per poi essere riconvertiti in attivita’ di chimica “no oil” rappresenta indubbiamente una prospettiva positiva sia sotto il profilo occupazionale che per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione in un settore strategico per l’ambiente e la qualita’ dello sviluppo industriale.” hanno sottolineato i deputati e senatori presenti all’incontro.  “In questo scenario non possiamo che esprimere una forte preoccupazione per l’atteggiamento dilatorio che la Basell sta opponendo nella trattativa con la “newco” costituitasi per la realizzazione del progetto industriale. Abbiamo percio’ sottolineato ai rappresentanti del ministero la necessita’ di proseguire nell’impegno da parte del Governo, anche attraverso l’intervento diretto del Ministro Romani, teso ad ottenere in tempi brevi la disponibilita’ alla cessione degli impianti da parte di Basell. Di fronte al rischio che il prolungarsi della trattativa produca ulteriori elementi di incertezza e disagio tra i lavoratori e nell’area interessata, e’ necessario che tutti i soggetti coinvolti si mobilitino a livello locale e nazionale e rivolgano un appello determinato alla Basell affinche’ il suo comportamento favorisca in tempi brevi la realizzazione del nuovo progetto industriale.” hanno concluso i deputati Sereni e Trappolino e i senatori Fioroni, Ferrante e Benedetti Valentini.

Rai: ‘ndragheta al nord, lo dice la Corte dei Conti

“Le parole di Saviano che hanno fatto infuriare Maroni non sono fango
gettato nel ventilatore, come accusa la Lega nord, ma la semplice
esposizione di fatti.
E’ anche la Corte dei Conti, nella sua relazione ‘Gestione dei beni
confiscati alla criminalità  organizzata’ ad affermare che negli ultimi anni
le organizzazioni mafiose non investono solo nella propria terra di origine
e che anzi si rileva una tendenza crescente all’espansione degli interessi
verso il nord del paese”.
Lo dichiara il senatore del Pd Francesco Ferrante.
“La dettagliata relazione  della Corte dei Conti – continua Ferrante – ha
rilevato che la criminalità  organizzata investe al nord con maggior
frequenza  nell’edilizia e nella grande distribuzione, che diventano le
‘lavatrici’ dei soldi delle cosche.
Le indagini e gli arresti degli ultimi mesi, che lo stesso Maroni rivendica
come un successo dello Stato, dimostrano che le cosche calabresi hanno
stretto i loro tentacoli sul Nord, sulla Lombardia e sulla città  di Milano
in particolare: la ndrangheta compra aziende, occupa le Asl, corrompe o
avvicina dei politici, a volte anche della Lega”.
“La Lega quando parla di sicurezza evidentemente preferisce declinarla con
altri nemici, come i rom, i clandestini o gli extracomunitari, piuttosto
che lanciare l’allarme delle cosche e delle ‘ndrine in Padania”- conclude
Ferrante.
 

Edilizia: no a disastro Scia, si a ecoincentivi

L’edilizia ha bisogno di qualità  non di eliminare le regole.
 

“L’hanno chiamata semplificazione. In realtà  era una deregulation  edilizia
fatta per ridurre garanzie e  controlli: ma fatta talmente male che il
risultato è una totale incertezza sulle regole per migliaia di imprese e
per tutti i cittadini”.
Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, senatori del Partito democratico,
commentano così il caos normativo seguito  all’introduzione della Scia, la
segnalazione certificata di inizio attività  introdotta alcuni mesi fa e in
base alla quale è possibile avviare ogni genere di ristrutturazione
edilizia senza nemmeno aspettare il silenzio assenso da parte del comune.
“L’Italia – aggiungono gli esponenti ecodem – è un paese dove si costruisce
in modo anarchico e senza qualità . Questo rende gli italiani sempre più
insicuri, come dimostrano gli innumerevoli casi di insediamenti più o meno
abusivi, realizzati in aree a rischio idrogeologico, sismico e vulcanico.
Servono non meno regole ma norme più semplici e soprattutto certe, anche
nell’interresse dell’industria edilizia”.
“Per esempio  servirebbe spingere il miglioramento della qualità  energetica
degli edifici: peccato – concludono gli esponenti del P –  che il governo
della Scia è lo stesso che cancella gli ecoincentivi alle ristrutturazioni
edilizie introdotte dal Governo Prodi e grazie ai quali in Italia sono
stati aperti 800mila cantieri in quattro anni”.
 

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