Ddl stabilità  mira all’instabilità 

CONQUISTE SOCIALI AZZERATE NEI CONTI

“Siamo sconcertati di fronte ad una finanziaria anti coesione sociale, anti famiglia, anti infanzia e adolescenza. Per non parlare della disabilità  abbandonata e del terzo settore ingiustamente tradito anche con il taglio del cinque per mille. E’ questa la legge di stabilità , instabile, appena approvata alla Camera”. Lo dichiarano i senatori del Pd Emanuela Baio, Flavio Pertoldi, Carlo Chiurazzi, Paolo Giaretta, Daniele Bosone, Antonio Rusconi, Francesco Ferrante, Benedetto Adragna, Teresa Armato, Anna Rita Fioroni, Franca Biondelli, Maria Antezza, Fiorenza Bassoli, Cinzia Fontana, Franca Chiaromonte, Giorgio Roilo, Anna Maria Carloni, Mauro Del Vecchio, Vincenzo Vita, Marilena Adamo.

“Sarebbe questa la stabilità  studiata dal Governo Berlusconi? E’ l’ennesima occasione persa per aiutare le famiglie italiane. Non si possono evocare valori e principi sociali che non trovano risposte nella legge finanziaria dello Stato. Tutte parole al vento. Nei fatti traspare una chiara debolezza etica che sembra dimenticare la memoria storica di chi prima di noi ha lottato per conquiste sociali che oggi sono dimenticate e nei conti, azzerate. A partire dalla drastica riduzione del cinque per mille, ridotto ad un quarto. Un esplicito tradimento di quasi 15 milioni di contribuenti che hanno scelto di sostenere il volontariato e il terzo settore. Tradito e inascoltato anche l’appello di Napolitano sulla destinazione alla famiglia, all’infanzia e adolescenza, alla scuola e alla società  civile di risorse economiche e culturali adeguate. La risposta di questo Governo è stata chiara. Fondo servizi per l’infanzia: zero; fondo non autosufficienza:

zero; fondo per le politiche sociali: 75 milioni di euro per il 2011, rispetto ai 929 del 2008, stanziati dal Governo Prodi; fondo per le politiche della famiglia: 52 milioni, rispetto ai 346 del 2008. Un bilancio allarmante e che dimostra tutta l’indifferenza del governo nei confronti della società . Tutti gli emendamenti del Pd bocciati, tutta le proteste dell’opposizione messe a tacere. Tutta la maggioranza – concludono i senatori del Pd -ha votato coesa contro i valori che racconta solo a parole”.

Agricoltura: sostenere la filiera italiana della canapa sativa

“Per una agricoltura di qualità  e per sostituire parte dei derivati del petrolio e della petrolchimica occorre sostenere la produzione di canapa sativa, che purtroppo oggi in Italia stenta a raggiungere livelli di produzione industriale per quantità  prodotte e per valore economico. Per questo abbiamo presentato un disegno di legge che si propone di promuovere la filiera industriale nazionale della canapa sativa nell’ambito delle produzioni agricole innovative, favorendo la ricerca e le tecnologie per le produzioni agricole ed industriali”.

Lo dichiara il senatore del Pd Francesco Ferrante, primo firmatario di un disegno di legge con i colleghi Bassoli, Della Seta, De Luca, Giai, Perduca, Peterlini e Poli bortone “La canapa sativa continua Ferrante – è un’antica risorsa rinnovabile di primaria importanza per un futuro sostenibile,che cresce senza diserbanti né concimi chimici, e può essere trasformata in un’infinità  di prodotti:carta, tessuti, materiali per la bio-edilizia o per l’industria

automobilistica, cosmetici, integratori alimentari, combustibile, prodotti terapeutici e altri ancora.Il settore della canapa è caratterizzato da un’organizzazione di imprese piccole e medie. Sarà  possibile uno sviluppo del settore solo se si andrà  nella direzione di consolidare una filiera che sappia muoversi come rete di organizzazioni specializzate”.

“La canapa sativa è un prezioso alleato per lo sviluppo di prodotti più ecologici e soprattutto di elevato standard qualitativo. Coltivando la canapa e consumandone i prodotti – conclude Ferrante – possiamo sostenere le produzioni locali, salvaguardando il territorio, le piccole economie, e soprattutto la salute dell’uomo e dell’ambiente”.

Sondaggio Ipsos su Nucleare: gli Italiani lo bocciano

CONTRARI 4 ELETTORI DEL PD SU 5

“La  propaganda  nuclearista  del  governo  Berlusconi portata avanti negli
ultimi  due  anni  ha evidentemente fatto colpo sugli italiani: i cittadini
hanno  preso coscienza del pericolo concreto e la grande maggioranza, il 62
per  cento,  dice  no  allo  scellerato ritorno delle centrali atomiche nel
nostro Paese. Insomma per il nucleare si potrebbe ben dire ‘più lo conosci,
più  lo  eviti’  con  buona pace del fiume di denaro che già  in questi mesi
Governo   e   operatori   elettrici   stanno  spendendo  e  sperperando  in
comunicazione  e  propaganda”.  I  senatori  del  Pd  Roberto  Della Seta e
Francesco  Ferrante  commentano  così il sondaggio Ipsos pubblicato oggi su
‘la  Repubblica’,  che  fotografa  la  posizione  dal  2008  ad  oggi degli
italiani sull’energia nucleare.
“Non stupisce che la maggioranza degli italiani del ritorno al nucleare nel
nostro  Paese  non  ne  voglia sapere. Piuttosto – continuano gli esponenti
ecodem   –   il  Governo  e  i  convinti  nuclearisti  italiani  dovrebbero
riflettere  sul  fatto  che  da quando una simile ipotesi si è riaffacciata
concretamente i cittadini che si dichiarano contrari alle centrali atomiche
sono aumentati di numero, in maniera elettoralmente trasversale.”
“Evidentemente  –  aggiungono  i  senatori  Pd  –   non  è  stato possibile
nascondere  agli  italiani  che  i  vecchi reattori francesi che il governo
Berlusconi  vorrebbe importare non sono così sicuri e che le scorie sono un
problema  irrisolto.  Ma  soprattutto  non  trova credibilità  alcuna quella
bugia  per  cui  il  nucleare  aiuterebbe  a ridurre i costi della bolletta
elettrica.  E’  vero l’esatto contrario, il nucleare è più caro delle forme
tradizionali  di  produzione  di energia elettrica e presto lo sarà  persino
delle  nuove  fonti  rinnovabili  e infatti quello che i cittadini vogliono
sono  più  investimenti  nelle energie rinnovabili, sicure e convenienti, e
non avventure pericolose e costose con una tecnologia ormai vecchia.”
“Sul  piano  politico  è  particolarmente  significativo che oltre l’80 per
cento  dei  nostri  elettori  si  dichiari contraria al nucleare, un dato –
concludono  Ferrante  e  Della  Seta – che farebbe apparire incomprensibili
eventuali  titubanze  del gruppo dirigente del  Pd su questa materia, e che
invece  richiede  un più forte protagonismo del partito nell’opposizione al
nucleare e più in generale sulle questioni ambientali”.

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