Pubblicato su huffingtonpost.it
Dalle parti di “Liberi e uguali” c’è insofferenza verso Pietro Grasso, Rossella Muroni e Laura Boldrini, le “new entry” delle ultime settimane?
Parrebbe di sì leggendo su queste pagine un recente articolo di Alessandro De Angelis che riferisce di presunti “mal di pancia” dei soci fondatori della nuova formazione nei confronti del presidente del Senato (“nessun messaggio politico, emotivo, in grado di stabilire una connessione sentimentale con quel famoso popolo che è ‘andato nel bosco’”), della Boldrini che pretenderebbe di portare in Parlamento “la bracciante sfruttata, la vittima di soprusi e così via”, dell’ex-presidente di Legambiente Rossella Muroni voluta da Grasso per coordinare la campagna elettorale di “LeU”.
Parrebbe di sì anche leggendo il post pubblicato su “Lettera43” da Peppino Caldarola, già dirigente del Pci e dei Ds e voce autorevole dei post-comunisti “non pentiti”, che contesta l’indicazione di Muroni come “co-leader” al fianco di Grasso di “Liberi e Uguali”: troppo “verde” e troppo poco “rossa”, e inopinatamente preferita a politici di esperienza.
Non sappiamo se e quanto le ricostruzioni di De Angelis e le preoccupazioni di Caldarola rappresentino fedelmente gli umori che si respirano in “Liberi e uguali”: il punto di vista dell’osservatore, come insegna la fisica moderna, spesso interagisce con i fenomeni osservati… Ma le loro analisi colgono un punto indiscutibile: Grasso, Boldrini, Muroni hanno in comune una sostanziale estraneità alla storia recente della sinistra politica italiana, o meglio dei suoi gruppi dirigenti, nel senso che non hanno avuto ruoli nei primi dieci anni di vita del Pd né hanno condiviso scelte e percorsi della cosiddetta sinistra radicale. Fino a ieri o all’altro ieri tutti e tre facevano altro: Grasso il magistrato, prima capo della Procura di Palermo e poi procuratore nazionale antimafia dal 2005 al 2012; Laura Boldrini il portavoce per il Sud Europa dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati; Rossella Muroni fino a pochi giorni fa la presidente nazionale di Legambiente, la principale associazione ecologista italiana dove è stata impegnata per più di vent’anni.
Lontani tra loro per anagrafe, però sia il settantenne Grasso, sia la cinquantenne Boldrini, sia la quarantenne Muroni sono nuovi alla politica-politica. Questa che per alcuni è una debolezza, per altri è una forza preziosa: non perché la società civile sia necessariamente meglio di quella politica, non è vero, ma per due ragioni assai più concrete. La prima ragione è che le “biografie civili” di Grasso, Muroni e Boldrini ruotano intorno a tre temi – la legalità, l’ambiente, i diritti umani – decisive per affrontare con efficacia i problemi e le sfide del tempo presente: dall’impegno per fermare i cambiamenti climatici e dare gambe “verdi” allo sviluppo economico e alla stessa idea di progresso, alla lotta per liberare la società e l’economia italiane dal peso tuttora soffocante della grande criminalità e delle forme endemiche d’illegalità, alla necessità di uno sguardo generoso e lungimirante sui fenomeni migratori. La seconda ragione, collegata all’altra, è che il contributo di questi tre “extraterrestri”, delle idee che con le loro storie personali incarnano, serve come il pane per salvare la sinistra da se stessa, per convincerla ad aggiornare la rotta rispetto al suo Novecento. Nel nuovo secolo, lo dicono i fatti, la sinistra italiana nelle sue diverse espressioni ha accumulato soprattutto sconfitte e fallimenti, stretta tra l’abdicazione dei “riformisti” a qualunque progetto di cambiamento sociale e la deriva minoritaria e culturalmente obsoleta dei “radicali”.
Un buon esempio di questo “valore aggiunto” è arrivato già: è la proposta lanciata da Grasso di abbattere le tasse universitarie finanziando l’operazione – 1,6 miliardi – con un taglio ai 16 miliardi di sussidi pubblici ad attività dannose per l’ambiente. Come dire: portare a sintesi l’ispirazione egualitaria inseparabile dalla parola “sinistra” con l’obiettivo, irrinunciabile per una sinistra contemporanea, della riconversione ecologica dell’economia.
Allora mi permetto un consiglio non richiesto ai nostri amici di “Liberi e uguali”: fidatevi dei tre marziani, non considerateli intrusi. Una sinistra che fondi la sua proposta e la sua azione sui valori evocati dalle biografie di Pietro Grasso, Rossella Muroni, Laura Boldrini, e candidate e candidati che somiglino il più possibile ai loro identikit, convengono pure a voi, sono la via più sicura per ottenere un consenso che vada oltre la somma un po’ asfittica dei voti dei partiti da cui è nata la sfida di “Liberi e uguali”.
ROBERTO DELLA SETA
FRANCESCO FERRANTE