pubblicato su Roma Dayly News
Dato che l’inceneritore di Roma era finito nel frullatore politico – strumentale e populista da entrambe le parti – c’eravamo ripromessi di rimanere in silenzio dato che le motivazioni per cui la consideriamo una scelta sbagliata, obsoleta e persino un auto goal le avevamo già ampiamente spiegate.
Però l’incredibile conclusione della procedura VAS (acronimo che sta per Valutazione Ambientale Strategica, e le parole sono importanti) del Piano proposto dal Sindaco Gualtieri, nella sua veste di Commissario ci impone di interrompere il silenzio. Una procedura che è imposta dalla legge e che nessun commissariamento può bypassare pena le ire dell’Europa che renderebbero vani tutti i passi successivi, che al Comune di Roma e evidentemente hanno pensato di risolvere “all’italiana” , senza alcuna trasparenza, tanto che che avevamo saputo che erano state ricevute oltre 500(cinquecento) osservazioni solo perché l’assessora Alfonsi lo aveva dichiarato in qualche occasione, ma mai sono state pubblicate. È ignoto persino chi le ha presentate.
Dopodiché giovedÍ 1 dicembre il Sindaco ha reso noto di avere firmato due ordinanze con cui ha approvato in via definitiva il Piano Rifiuti e la manifestazione di interesse per la realizzazione di un inceneritore di 600mila tonnellate del residuo indifferenziato dei rifiuti. Insomma si è scelto di non dare alcuna risposta concreta alle osservazioni che in tanti avevamo fatto come ha immediatamente denunciato per la CGIL e Legambiente, Natale Di Cola. Quel Piano – era evidente – è scritto solo per tentare di giustificare a posteriori la scelta presa in precedenza, quella di puntare tutto sull’inceneritore . L’idea nemmeno troppo nascosta, anzi esplicita se si guarda al cronoprogramma illustrato dal Sindaco che ammette, come abbiamo sempre scritto, che anche nelle migliori (e illusorie) previsioni l’inceneritore non sarà affatto pronto prima del 2026 e quindi mai per il Giubileo, è che chi si aggiudicherà la gara (forse nel 2024) si impegni a “portar via la monnezza” per tenere pulita la città. Ancora una volta confondendo la testa (l’organizzazione della raccolta) con la coda (il destino finale dei rifiuti). D’altra parte il Giubileo – come avevamo indicato nelle nostre osservazioni – nel Piano del Commissario straordinario per il Giubileo era nominato solo una volta e quasi casualmente. Significativo. Quando sarà dato, leggeremo come avranno pensato di rispondere alle osservazioni puntuali che come Kyoto Club, ma anche Legambiente e CGIL, gli avevamo fatto sui calcoli evidentemente sovradimensionati che portavano a questa cifra di 600mila tonnellate da bruciare. Già sappiamo perché esplicitata da SIndaco, che la questione delle emissioni di CO2 che rendono incompatibile l’inceneritore con le regole della tassonomia europea pensano di risolverla con un impianto sperimentale di cattura della CO2: praticamente l’araba fenice. Molto spazio è stato dedicato nelle slides di presentazione per illustrare la localizzazione degli inceneritori nelle città di Torino , Milano e Parigi per dimostrare che sono meno densamente abitate di Santa Palomba dove si sarebbe deciso di costruirlo a Roma. Ma al solito ci si è dimenticati di ricordare che quegli inceneritori sono stati progettati lustri fa. In questi mesi le uniche risposte che abbiamo ricevuto quando abbiamo indicato soluzioni tecnologicamente più avanzate e ambientalmente sostenibili quali ad esempio il riciclo chimico per il rifiuto residuo (che ovviamente non si può eliminare ma che resta in quantità molto più ridotte rispetto alla 600mila tonnellate previste, se si facesse bene la raccolta differenziata), e che non a caso l’Europa promuove e addirittura finanzia, c’e stato detto che erano tecnologie “sperimentali” e per l’emergenza Roma servono soluzioni sicure. Un approccio culturale prima ancora che politico che avrebbe impedito qualsiasi innovazione nella Storia, ma soprattutto che non corrisponde alla realtà dato che sono tecnologie ampiamente sperimentate e che aspettano solo di essere applicate a questo settore. Peccato questa insistenza tutta “ideologica” della Giunta di Roma. L’inceneritore chissà se si farà mai, sicuramente si sta perdendo una grande occasione per far entrambi la capitale d’Italia nell’era moderna restituendole un decoro ormai dimenticato .
Francesco Ferrante
Vicepresidente Kyoto Club