Focus su ricostruzione della Romagna alluvionata e opportunità Per i piccoli comuni
Lo scorso 24 gennaio è entrato finalmente in vigore il decreto per l’incentivazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) al quale sono seguite le regole operative del GSE, emanate il 23 febbraio 2024.Con lo sportello del GSE che aprirà l’8 aprile, sarà finalmente accessibile la misura di incentivazione delle CER e le risorse messe a disposizione dal PNRR per i Comuni sotto i 5mila abitanti, grazie a un contributo a fondo perduto che dovrebbe sostenere l’installazione di impianti con una potenza complessiva pari almeno a 2 GW ed una produzione indicativa di almeno 2.500 GWh/anno.
Per questo Legambiente insieme ai partner del Progetto BeComE, Kyoto Club, AzzeroCO2 con Legacoop e BRYO ha organizzato oggi a Bologna il forum Comunità energetiche Emilia-Romagna, un incontro di approfondimento in concomitanza con l’apertura degli sportelli di supporto per le Comunità energetiche e i Gruppi di autoconsumo collettivo.
All’incontro partecipano Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali Regione Emilia-Romagna, Davide Ferraresi, Presidente Legambiente ER, Alessandra Bonfanti, Responsabile piccoli comuni Legambiente, Annalisa Corrado, Azzero Co2, Marta Mango, GSE, Giovanna Claudia Rosa Romano – Responsabile Area Energia ed Economia verde Regione Emilia Romagna, Silvia Piccinini Consigliera regionale M5S, Mauro Guerra, coordinatore CER per l’associazione Borghi più belli di Italia, Davide Gavanelli, Amministratore Delegato di Bryo, Daniele Montroni, Presidente Legacoop Emilia Romagna, Giorgio Nanni, responsabile Energia Legacoop Nazionale, Alessandro Rossi, ANCI Emilia Romagna
Francesco Ferrante, Vice presidente Kyoto Club, Francesco Occhipinti, Direttore Legambiente Emilia Romagna.
Il progetto BeComE – Dai borghi alle comunità energetiche è nato nel 2022 per sostenere i piccoli Comuni nella realizzazione delle CER mettendo a disposizione dei network di borghi certificati dei Borghi più belli di Italia, delle Bandiere Arancioni del Touring Club e dell’Associazione dei Borghi Autentici di Italia corsi di formazione oltre ad aver accompagnato decine di Comuni pilota con studi di pre-fattibilità e laboratori di comunità che dovrebbero generare la realizzazione delle CER con i seguenti numeri: 30 edifici sostenibili, 1.570 kW di impianti Fotovoltaici ipotizzati, 543 soci delle CER e oltre 740 tonnellate di CO2 evitate.
“Nonostante il ritardo nell’emanazione del decreto dovuto al rimpallo tra Ministero e Commissione europea abbia determinato tanta frustrazione tra cittadini e amministrazioni locali – ha dichiarato Francesco Ferrante, vice presidente Kyoto Club – abbiamo fatto benissimo a lanciare due anni fa questa campagna insieme a Legambiente e AzzeroCO2. Con orgoglio posso dire essersi rivelata tra le più grandi campagne di formazione sulle comunità energetiche e una straordinaria opportunità per la transizione energetica e la riduzione delle diseguaglianze, specialmente nei piccoli comuni del nostro Paese”.
Grazie all’emanazione del quadro normativo e operativo in questa primavera si potrà finalmente dare il via ad una nuova stagione della produzione di energia nel nostro Paese. Sono, infatti, circa 12 i potenziali nuovi gigawatt* ottenibili dalla realizzazione di impianti da fonti rinnovabili (circa il 30% degli obiettivi di decarbonizzazione del settore energetico al 2030) legati all’autoconsumo e alle comunità energetiche, che favoriscono anche il processo di decarbonizzazione nel settore termico e nei trasporti, spostando la parte dei consumi alimentati a fonti fossili verso il vettore elettrico, grazie al minor costo dell’energia verde. In termini di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 la stima è di 47,1 milioni di tonnellate.
“Come è evidente, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità del sistema energetico è urgente e necessario un cambiamento radicale, fatto di tanti impianti diffusi, di grande, media e piccola dimensione, in grado di produrre energia rinnovabile per soddisfare i fabbisogni energetici del nostro Paese e di assicurare sicurezza e flessibilità della rete elettrica – commenta Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia Romagna -. Oggi, esistono strumenti e opportunità importanti, tra i quali le comunità energetiche rinnovabili, che possono trasformare totalmente il ruolo degli utenti finali da soggetti passivi, che si limitano a pagare le bollette, a soggetti consapevoli e attivi nella produzione, nello scambio e nella vendita di energia.”
Nel 2022 la Regione Emilia-Romagna, tra le prime in Italia, ha approvato una legge regionale che sostiene la costituzione dell’identità giuridica e lo studio di prefattibilità per una Comunità a traino comunale. All’uscita del primo bando, che prevedeva lo stanziamento di 2mln di euro di fondi pubblici, hanno partecipato moltissimi Comuni e i progetti risultati ammissibili al termine delle valutazioni sono stati 124, con però una richiesta economica superiore alla dotazione iniziale prevista dal bando, tanto che la Regione ha dovuto raddoppiare la disponibilità a circa 4 mln di euro.
“Lo sviluppo e la crescita di progetti di condivisione energetica da fonti rinnovabili può e deve essere accompagnata specie nei contesti territoriali dei piccoli comuni da un coinvolgimento di tutti i principali attori istituzionali – ha dichiarato Davide Gavanelli, AD di BRYO – nonché imprese e cittadini e unitamente a soluzioni tecnologiche innovative per la produzione di energia senza consumo di suolo come ad esempio per i parcheggi pubblici e privati e i bacini (pensiline fotovoltaiche autoportanti e fotovoltaico galleggiante) dove le rinnovabili possono rappresentare un modo per ridurre i disagi dei mutamenti climatici con una doppia funzione virtuosa”.
“Siamo convinti che il modello cooperativo, ispirato a principi di partecipazione e controllo democratico –sottolinea Giorgio Nanni, dell’Ufficio Energia e Ambiente di Legacoop– sia particolarmente adatto alla costituzione di comunità energetiche rinnovabili, in quanto garantisce che la proprietà degli impianti sia il più possibile in capo alla comunità stessa e non solo nella sua disponibilità. La nostra attività si è sviluppata, in tempi recenti, con la realizzazione di RESPIRA, una piattaforma per fornire assistenza e supporto a chi vuole costituire CER in forma cooperativa. Attualmente sono 9 i progetti di CER in forma cooperativa finanziati: 5 CER sono già costituite e sono 100 i progetti potenziali in corso di valutazione. Il nostro impegno per rispondere alle numerose sollecitazioni che stiamo ricevendo da parte di realtà territoriali interessate alla costituzione di Comunità energetiche si sta rafforzando ulteriormente dopo la pubblicazione del decreto del MASE che regolamenta gli incentivi alla costituzione di CER e delle regole operative da parte del GSE”.