Monthly Archives: marzo 2011

Delibera della Commissione di garanzia del Pd

– Al sen. Vladimiro Crisafulli

– Ai sen. Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Giuseppe Lumia

– All’on. Ermete Realacci

e p.c.

– Al Segretario nazionale del PD

– Al Coordinatore della segreteria nazionale 

– Al Presidente della Assemblea nazionale del PD

– Al capogruppo PD al Senato della Repubblica

– Al capogruppo PD alla Camera dei Deputati

Loro email

         Si comunica che la Commissione nazionale di Garanzia, 

riunitasi in data 3 marzo per deliberare sulla richiesta di provvedimenti disciplinari avanzata dal sen. Vladimiro Crisafulli nei confronti dei sen. Roberto Della Seta, Francesco Ferrante e Giuseppe Lumia nonché dell’on.le Ermete Realacci, 

– ascoltate le parti interessate in data 23 settembre e 16 novembre 2010;

– dopo aver assunto circostanziate informazioni sui fatti connessi alla richiesta in questione;

– visto l’art. 2.4 del Codice etico, che impegna gli uomini e le donne del Partito Democratico a sostenere “un modello di comunicazione basato sull’ascolto, sul dialogo, sulla chiarezza di espressione” ed a “condurre il confronto con volontà  d’intesa, ricercando cioè una reale interlocuzione”;

nonchè l’art. 3.2.a) che impegna gli eletti e le elette del PD a “comunicare all’organo di garanzia territorialmente competente, ai sensi dello Statuto, le situazioni personali che evidenziano o possono produrre un conflitto di interessi, ovvero condizionare l’attività  del partito o lederne l’immagine pubblica, in primo luogo nel caso di esistenza di un procedimento penale o di adozione di una misura di prevenzione nei propri confronti”;

– visto l’art. 39.1 dello Statuto nazionale “Le funzioni di garanzia relative alla corretta applicazione dello Statuto e del Codice etico nonché ai rapporti interni al Partito Democratico e al Sistema informativo per la partecipazione di cui all’articolo 1, comma 9, sono svolte dalla Commissione nazionale di garanzia, dalle Commissioni di garanzia delle Unioni regionali e delle Unioni provinciali di Trento e Bolzano”;

– considerato che il caso in questione, coinvolgendo cinque parlamentari del PD, assume rilevanza nazionale e pertanto ricade nella competenza della Commissione nazionale di Garanzia;

     ha ritenuto all’unanimità  che le dichiarazioni rilasciate alla stampa dai parlamentari Della Seta, Ferrante, Lumia e Realacci nei confronti del sen. Crisafulli potevano e dovevano essere evitate perché in contrasto con il Codice etico, lesive della onorabilità  di altri uomini e donne iscritti al PD e suscettibili di ledere l’immagine pubblica del Partito Democratico.

      Preso atto che né lo Statuto, né il Codice etico, né il Regolamento delle Commissioni di Garanzia prevedono conseguenti sanzioni al riguardo, la Commissione ha ritenuto che le infrazioni ai predetti comma 2.4  e 3.2.a) del Codice etico siano passibili di richiamo scritto ai sensi dell’art. 13.1.a) del Regolamento delle Commissioni di Garanzia, e che eventuali reiterazioni siano suscettibili delle ulteriori sanzioni previste dal predetto art. 13.1.

     Tale deliberazione, valida quale interpretazione di disposizioni per le quali è necessario garantire un’applicazione uniforme a livello nazionale ai sensi dell’art. 40.10 dello Statuto, si applica per i casi che si verificheranno a partire dalla data odierna.

     Cordiali saluti

     Il segretario della Commissione nazionale di Garanzia

     Giampietro Sestini

Abbiamo inviato dossier impatto plastica su mare a Ministero Ambiente

“L’Italia, col divieto entrato finalmente in vigore il primo gennaio di quest’anno di commercializzare gli shopper in plastica non riciclabile, una  ‘battaglia’ iniziata nel 2007 col Governo Prodi con un mio emendamento inserito nella finanziaria di allora, si pone una volta tanto all’avanguardia in Europa. Il divieto consente all’Italia di svolgere un ruolo di battistrada in Europa. La decisione è stata presa per porre fine ad un tipo di inquinamento particolarmente pervasivo e permanente, solo il 27% dei sacchetti di plastica a fine vita sono intercettati dalla corretta gestione dei rifiuti, la stragrande maggioranza finisce abbandonata in mari, fiumi e terreni agricoli. I sacchetti di plastica prodotti con il petrolio, rappresentano la causa di avvelenamento del terreno e della morte di una gran quantità  di animali marini, come dimostra in maniera chiara lo studio presentato oggi”. Lo dice il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, che ha presentato stamane lo studio ‘L’impatto della plastica e dei sacchetti sull’ambiente marino’, realizzato da Arpa Toscana e dalla struttura oceanografica Daphne di Arpa Emilia Romagna, su richiesta di Legambiente.
“Abbiamo preannunciato al ministero dell’Ambiente – prosegue Ferrante – che invieremo loro questo dossier, che siamo certi si dimostrerà  uno strumento efficacissimo da  utilizzare nella risposta che l’ Unione europea sarà  tenuta a dare in seguito al ricorso presentato dalla  lobby della vecchia  plastica, che tenta ancora di opporsi all’evidenza dei fatti. Ricorso – aggiunge Ferrante –  che rischia probabilmente di essere un boomerang, perché la vecchia industria della plastica europea teme l’esempio italiano, e l’orientamento favorevole della Commissione preannuncia la pietra tombale per i sacchetti di plastica non biodegradabile in tutta Europa. Il nostro Paese – conclude Ferrante –  sarebbe dunque così a pieno titolo l’assoluto precursore di un radicale cambio di abitudini e stile di vita, tutto a favore del nostro ambiente”.

Riformista non vuol dire fare l’ala destra del Pd

Pubblicato da Il Riformista

Intervistato nei giorni scorsi da il Riformista, Giorgio Tonini ha sostenuto
che l’ormai scontato allontanamento del voto archivia l’ipotesi della “grande
alleanza costituente”, tutti uniti da Vendola a Fini per sconfiggere
Berlusconi. La legislatura va avanti, ed è molto probabile che quando si
voterà  fra uno o due anni il centrodestra candiderà  un nuovo leader, e a quel
punto il Terzo Polo tornerà  nel suo alveo naturale di un centrodestra liberato
dall’anomalia berlusconiana. Tonini ha ragione, ma dimentica di dire che a
questa presa d’atto non è chiamata solo la maggioranza del Pd che sostiene
Bersani: un analogo cambio di rotta deve compierlo chi, anche all’interno
della minoranza di Modem, ha teorizzato per qualche mese la necessità  del Pd
di allearsi con il centro moderato rompendo con Di Pietro e Vendola. Dietro il
discorso su tattiche e alleanze, dice ancora Tonini, resta irrisolto il vero
nodo che aggroviglia e appesantisce la strategia del Pd: l’identità  
programmatica, culturale del partito, la sua capacità  di mettere in campo un
profilo riformista all’altezza dei tempi. Diagnosi del tutto convincente, un
po’ meno la terapia che propone Tonini citando un paio di esempi concreti: 
per lui, sembra di capire, riformismo significa aderire senza se e senza ma
alla “sfida” di Marchionne, o magari dire di sì al nucleare. Insomma, per
semplificare, fare la destra del centrosinistra. A noi invece piacerebbe un Pd
né più di destra né più di sinistra di quello attuale, ma un po’ più
contemporaneo. Che sulla Fiat, per esempio, invece di rincorrere Marchionne
dica con forza una banale verità : se le auto italiane si vendono sempre meno,
crisi o non crisi, non è per colpa degli operai fannulloni ma perché una Punto
o una Croma contengono un sesto del valore in ricerca e sviluppo di una pari
gamma Volkswagen o Bmw. E ancora, ci piacerebbe un Pd che in questi giorni
innalzi con decisione la bandiera della rivoluzione energetica dando
rappresentanza e speranza a quelle migliaia di imprese delle energie
rinnovabili – l’unico settore industriale cresciuto a ritmi elevati malgrado
la crisi – tradite dal Governo, che con il decreto approvato una settimana fa
le mette letteralmente in ginocchio, e tradite anche da Confindustria, che
preferisce difendere gli interessi filo-petroliferi e filo-nucleari di uno o
due grandi gruppi tardo-monopolisti che rispondere alle attese di migliaia di
aziende innovative. Qui sta il futuro economico di Paesi come il nostro e qui
– come dimostra l’ascesa in Europa di forze politiche ecologiste, dai Grà¼nen
tedeschi ai francesi di Europe Ecologie – sta il futuro vincente di un
riformismo pragmatico nelle analisi e nelle proposte ma radicale
nell’ambizione di cambiamento. Qui, vogliamo sperare, sta anche la scommessa
di chi non si rassegna alla trasformazione del Pd in una replica stanza e
sbiadita del Pci-Pds-Ds. E in questo sforzo, oggi del tutto insufficiente, di
guardare con occhi nuovi a una realtà  sociale, economica, culturale ormai
molto lontana dalle categorie politiche del secolo scorso, risiede l’unica
possibilità  di riportare il Pd alla sua missione originale: smettendola di
pensare questo Paese irrimediabilmente diviso per “bande” , lanciandosi senza
più remore nell’impresa affascinante di conquistare il consenso per il
cambiamento necessario.

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