Rinnovabili: su peso in bolletta Berlusconi racconta frottole
“Anche sulla questione del peso delle rinnovabili sulle bollette Berlusconi paga il suo riflesso condizionato di non dire la verità , o raccontarla solo in parte.
I costi più gravosi nelle nostre bollette energetiche non sono certo costituiti da quelli afferenti le rinnovabili, che pesano infatti per meno della metà , e sono invece ben altre le voci di spesa che il Governo non dovrebbe solo calmierare ma piuttosto eliminare.”
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici.
“Innanzitutto – continua Ferrante – come più volte ha denunciato Autorità per l’energia elettrica e il gas, non si comprende per quale motivo sugli oneri in bolletta i consumatori elettrici che ne sostengono il peso debbano pagarci anche l’IVA come se acquistassero un bene o un servizio: solo questa voce ha pesato per un miliardo di euro nel 2010.
I cittadini e le imprese poi continuano a pagare , sempre sulla base della bolletta del 2010, quasi 300 milioni di euro per il nucleare che non esiste più in Italia dal 1987, oltre 1,2 miliardi di euro per il famigerato CIP6, in pratica un incentivo alle fonti fossili e un regalo ai petrolieri, oltre ai 355 milioni di euro in agevolazioni alle Ferrovie dello Stato. Non dimentichiamo poi – aggiunge Ferrante – i 644 milioni di euro che i produttori di energia elettrica da fonti fossili, obbligati per legge ad acquistare Certificati Verdi, attualmente scaricano impropriamente sulle bollette dei consumatori eludendo in tal modo la ratio del meccanismo che dovrebbe essere una riduzione degli utili per il produttore che non fa sufficiente ricorso a fonti rinnovabili.”
“Berlusconi e il Governo non cerchino di edulcorare il loro spudorato attacco al comparto delle rinnovabili raccontando delle frottole, ma si mettano al più presto al tavolo con le associazioni per rimediare al guaio enorme che hanno combinato non solo al settore, ma a tutto il sistema Paese” – conclude Ferrante .
Rinnovabili: Romani convochi associazioni di settore e non solo Confindustria
“Il Governo sulle rinnovabili non ha scelta, o cambia la rotta che gli era stata indicata da Confindustria e dall’oligopolio dei petrolieri e delle fonti fossili, o un settore che vale 13 miliardi di fatturato con 140mila occupati finisce gambe all’aria.
Si rimetta mano al testo, e si faccia una cosa di buon senso: si copi quello che di molto buono ha fatto in questo settore la locomotiva economica d’Europa, la Germania, che ha già programmato gli incentivi sulle rinnovabili da qui al 2050.
Nel frattempo all’incontro che Romani ha convocato per martedì prossimo vengano convocate di diritto le associazioni del settore, perché di certo le migliaia di imprese del comparto non si sentono rappresentate da chi, come il presidente di Confindustria, nell’ultimo periodo ha remato contro.”
Lo dichiara il senatore del Pd e vicepresidente del Kyoto club Francesco Ferrante, presente oggi a Roma alla manifestazione ‘SOS Rinnovabili’, insieme al segretario Bersani, il capogruppo Franceschini e gli altri esponenti Della Seta, Realacci, Mariani, Braga, Tomaselli e Vigni.
“Oggi al Teatro Quirino – continua Ferrante – non c’erano i profittatori o le imprese avide di incentivi esorbitanti che il Governo ha voluto raccontare per giustificare il decreto Romani.
C’erano invece lavoratori, rappresentanti di associazioni e imprese, che hanno tutti raccontato che in Italia il Governo è entrato a gamba tesa sul settore, bruciando centinaia di milioni di investimenti, chiudendo i rubinetti del credito e mandando in cassa integrazione migliaia di lavoratori, la gran parte dei quali al di sotto dei 40 anni.”
“Occorre correggere gli errori e le sottovalutazioni commesse, introdurre procedure più semplici e fare in modo che siano premiate le tecnologie più efficienti, tenendo la barra dritta sull’esempio tedesco, con i suoi 43 GW di fonti di energia rinnovabile, metà dei quali – conclude Ferrante – in mano direttamente ai cittadini.”