“Il Veneto paga il prezzo di essere stato negli ultimi decenni il teatro
principale di uno sviluppo urbanistico e degli insediamenti produttivi
formalmente legale, ma che ha disseminato di capannoni e altri manufatti le
aree golenali di fiumi e torrenti.
Oggi, alla doverosa richiesta di solidarietà e agli innegabili aiuti dello
Stato, sarebbe bene che si accompagnasse una riflessione autocritica degli
amministratori locali che dello scempio del territorio sono stati, nel
migliore dei casi, spettatori silenziosi.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“Quando una parte del Paese è in difficoltà , e in questo momento le
popolazioni venete lo sono gravemente, il sostegno dello Stato deve essere
immediato perché nessuno venga lasciato indietro.Tuttavia – aggiungono gli
esponenti ecodem- i sindaci e gli amministratori locali che giustamente
rivendicano questo sostegno devono sentire l’obbligo morale di riconoscere
che la causa scatenante del disastro non è soltanto un violento evento
atmosferico, ma il sistematico assalto al territorio che è avvenuto
costantemente nel corso degli anni, avallato dalle amministrazioni venete”.
“I cittadini e le imprese venete – concludono Ferrante e Della Seta –
sappiano che molti di coloro cui si rivolgono per ricevere aiuto, sono gli
stessi che hanno autorizzato il cemento che ha strozzato fiumi e torrenti,
e che ora hanno allagato i loro capannoni e le loro strade”.