“Il quadro della situazione del polo siderurgico ternano è estremamente preoccupante e penalizzante per la città e il suo fondamentale assetto industriale.
Scelta dunque giusta quella del sindaco Di Girolamo di convocare gli Stati Generali per unire in un’unica voce tutti coloro si stanno impegnando per salvaguardare l’integrità , il futuro e la competitività del sito siderurgico.
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile energia e politiche relative ai cambiamenti climatici del Pd.
“Quella in difesa dell’industria dell’acciaio – continua Ferrante – è una battaglia che non si può perdere, con la consapevolezza che quello ternano è un territorio economicamente vivo.
Basti pensare ad aziende come TERNI research e Terni Energia, guidate da Stefano Neri, che sono la dimostrazione che l’industria verde di qualità crea sviluppo e attrae investimenti, riuscendo anche a dare una boccata d’ossigeno ad un territorio la cui vocazione industriale è messa a più riprese in pericolo, in questi giorni con il settore siderurgico a rischio frammentazione e nei mesi scorsi con la crisi del comparto della chimica.
Il nuovo Made in Italy vincente è quello ad alto contenuto di sostenibilità , che in controtendenza rispetto al segno meno prevalente dell’economia italiana fa profitti e sviluppo.
La riduzione degli sprechi e della depurazione delle acque, il risparmio energetico e la gestione dei rifiuti, l’eco-mobility, le smart grids e l’ edilizia eco-sostenibile non sono più settori di nicchia, grazie a un industria di settore italiana che investito in know how e expertise.
Per competere a livello globale occorre però non fermarsi mai, e in questo senso è da indicare come un esempio il fatto che Terni research abbia creato Italeaf, la nuova start upper company che ha l’obiettivo di sostenere lo sviluppo, la crescita e l’exit di 50 iniziative produttive nel settore cleantech, della circular economy, della sostenibilità .
L’iniziativa di un soggetto privato, che in maniera intelligente promuove innovazione nell’ambito sempre più ampio della green economy, è la risposta migliore all’inerzia di una certo mondo industriale pachidermico – conclude Ferrante – e allo stesso governo che di iniziative a favore delle start up fino ad ora ne ha realizzate ben poche.”