Stralciare l’art. 45 o l’Italia lontana dall’Europa delle rinnovabili

 

 

“In tutta Europa il meccanismo di incentivazione all’utilizzo delle energie rinnovabili è quello per cui il costo ultimo è sostenuto dal consumatore finale. 

In Paesi come Spagna e Germania, dove le regole che disciplinano il mercato delle  energie rinnovabili sono in vigore da anni e  sostanzialmente stabili, il costo finale è di gran lunga superiore rispetto a quello italiano.

Se non vogliamo continuare a guardare altri Paesi europei come un eldorado irraggiungibile, dove a città  meno inquinate corrispondono più giovani impiegati nella green economy, dobbiamo imparare la ricetta che ha contribuito a fare della Germania il Paese del solare, mentre noi siamo unicamente il Paese del sole.”

Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, intervenuti oggi al convegno organizzato da Legambiente in collaborazione con Anev e Globe Europe, ‘La spinta dell’Europa alle fonti rinnovabili’.

 

“L’articolo 45 sui Certificati Verdi contenuto nella manovra finanziaria, che ha causato la levata di scudi di migliaia di aziende in Italia e la contrarietà  di Confindustria,  ridurrebbe per i consumatori finali una spesa che è attualmente  di circa 500 milioni di euro.

Ragionando in termini di sviluppo, come dovrebbe fare un Governo che vuole tirarsi realmente fuori dalla crisi, il dato va considerato non come un balzello da eliminare, ma come il trampolino di lancio grazie al quale un intero settore, quello delle rinnovabili, è riuscito ad andare in controtendenza nei mesi difficilissimi di questa congiuntura economica, con investimenti pari a 4,5 miliardi di euro.

Del resto in Germania – ricordano gli esponenti ecodem –  dove anche con questa manovra si è investito massicciamente  in ricerca, il costo dell’incentivazione per i consumatori finali è pari a circa cinque miliardi di euro, ma di certo nessuno si sogna di rinunciare all’energia rinnovabile.”

 

“La strada è dunque obbligata, ovvero stralciare l’articolo 45 e cogliere l’occasione, in occasione del recepimento della direttiva comunitaria sul piano per le energie rinnovabili da presentare entro dicembre, di rivedere l’assetto del sistema, estendendo gli stessi meccanismi previsti nei maggiori stati europei anche nel nostro Paese” – concludono Ferrante e Della Seta.