Shopper: arriva il voto favorevole dal Parlamento europeo. L’Italia manterrà  il proprio modello virtuoso.

Il Parlamento europeo ha approvato la Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 4 novembre 2013 (pdf), che modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio al fine di ridurre il consumo di borse di plastica in materiale leggero.

Grazie a questa direttiva si limiteranno le conseguenze negative sull’ambiente, in particolare per quanto riguarda la loro facile trasformazione in immondizia, nonché contribuire a prevenire la formazione di rifiuti e a promuovere un uso più efficiente delle risorse. In particolare, la proposta mira a ridurre il consumo dell’Unione europea delle borse di plastica.

 

“Si tratta di una svolta epocale perché per la prima volta il Parlamento europeo approva una legge dedicata unicamente a minimizzare la produzione di rifiuti e a incentivare dei modelli virtuosi, riconoscendo anche l’elevato valore della norma italiana sugli shopper, che ha trasformato il problema del rifiuto di plastica in un’opportunità  in termini di sviluppo tecnologico”, ha dichiarato Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club.

 

La legislazione in Italia ha vietato l’utilizzo e la commercializzazione degli shopper in plastica già  da gennaio 2011, portando il consumo di sacchetti usa e getta da circa 180000 ton nel 2010 e circa 90000 nel 2013, con una riduzione del 50% e un miglioramento della qualità  e quantità  del rifiuto organico.

 

Il Parlamento, con tale voto, riconosce le differenze esistenti nei Paesi Membri e fissa un preciso target di riduzione all’utilizzo degli shopper pari al 50% in 3 anni rispetto ai volumi immessi nel 2010 e dell’80% in 5 anni. L’Italia potrà  mantenere il proprio modello, mentre i Paesi Membri potranno seguire strade diverse per il raggiungimento di questo target

Il Parlamento, infine, lascia libertà  ai paesi membri di adottare misure per la riduzione dell’impiego degli shopper in plastica ed eventuali restrizioni relative alla loro commercializzazione: nel caso di tassazione e non di bando, per evitare distorsioni o aggiramenti della direttiva, è richiesto che il costo dei sacchi riutilizzabili non sia inferiore ai sacchi usa e getta (per esempio in Irlanda, dove è stata applicata una tassa di 22 cent per ridurre dellì80% l’uso degli shopper, i sacchi riutilizzabili non potranno essere venduti al di sotto di questa soglia).

Il differenziale di prezzo, infatti, valorizzerà  il valore ambientale dei sacchi biodegradabili e compostabili e il loro contributo nel rendere migliore il rifiuto.

 

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