“Se davvero come ha chiesto il pg della Corte di Cassazione verrà cancellata la condanna a 18 anni al magnate svizzero Stephan Schmidheiny, perché il reato è prescritto, sarà come se le vittime dell’inquinamento da amianto fossero morte due volte”.
Lo dichiarano gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“Nel caso dell’Eternit – continuano gli esponenti di Green Italia – il disastro ambientale doloso è un reato continuato, le cui conseguenze durano oggi e dureranno ancora a lungo. Sarebbe dunque del tutto inaccettabile considerarlo come un reato istantaneo, soggetto a prescrizione. Sarebbe perciò giuridicamente e moralmente indecente la scelta di lasciare totalmente impunita l’azione criminale di chi, nel nome del profitto, ha violato sistematicamente la legge esponendo a rischi mortali migliaia di lavoratori e di cittadini”.
“Nei giorni in cui sta partendo il processo di Taranto contro i padroni dell’Ilva, anch’essi accusati di aver contaminato l’aria, l’acqua e il suolo contaminando l’ambiente, l’incredibile parabola giudiziaria del processo Eternit dice una volta di più che un Paese dove industrie gestite nell’illegalità possono avvelenare impunemente le persone che ci lavorano e che ci vivono vicino non è un Paese civile” – concludono gli esponenti di Green Italia.