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Barbara Spinelli su “la Repubblica” di alcuni giorni fa li ha chiamati “europeisti insubordinati”. Sono tutti quelli – movimenti, associazioni, partiti, persone – che non si rassegnano all’alternativa tra la linea ultraconservatrice, esclusivamente basata sul taglio dei bilanci pubblici, delle attuali leadership europee, e la marea montante dell’antieuropeismo che dalla Lega a Grillo, dal “Front National” a tutte le destre xenofobe e populiste chiede di tornare alle sovranità – politiche, economiche, monetarie – delle singole nazioni.
Gli “europeisti insubordinati” pensano e propongono altro. Pensano e propongono che la crisi sociale, economica, di futuro che assedia da sei anni i popoli europei si combatta con più Europa: ma con un’Europa sottratta al controllo delle oligarchie che oggi la governano e consegnata a processi di partecipazione e di decisione democratici.
Per Spinelli, questa idea deve trovare espressione e rappresentanza anche in Italia nelle imminenti elezioni europee, e sempre Spinelli indica “Green Italia”, il movimento politico ecologista in campo da alcuni mesi, come uno dei protagonisti auspicabili di questa presenza.
Proprio “Green Italia” insieme ai Verdi europei organizza lunedì prossimo 20 gennaio a Roma (ore 17, Sala Capranichetta in piazza Montecitorio) un confronto a più voci tra “europeisti insubordinati”: ci saranno i quattro candidati dei Verdi europei nelle primarie online (in corso fino al 28 gennaio) per la scelta del nome da proporre come presidente Ue – Monica Frassoni, José Bové, Rebecca Harms, Ska Keller – e con loro dialogheranno Lucia Annunziata, Stefano Rodotà (promotore dell’appello “Invertiamo la rotta”, che reclama una svolta radicale nelle politiche europee anti-crisi ponendo fine all’austerità fine a se stessa), l’ex-presidente di Coldiretti Sergio Marini e il direttore scientifico del Kyoto Club (associazione di imprese green) Gianni Silvestrini. Interverranno anche Angelo Bonelli e Luana Zanella, i due portavoce dei Verdi italiani, Rossella Muroni direttrice di Legambiente e Fabio Granata, tra i promotori di “Green Italia”.
Anche noi di “Green Italia”, come Spinelli, come Rodotà , come tanti altri, crediamo che il problema dell’Europa attuale non siano la cessione di sovranità di ogni Paese alle istituzioni comunitarie, quanto piuttosto il carattere sostanzialmente non democratico di tale “devoluzione” e le scelte concrete, dalla Grecia in avanti, degli oligarchi di Bruxelles. I Verdi sono tra le poche famiglie politiche europee a dirlo con chiarezza, ad ammonire che è proprio l’attuale modello di “governance” dell’Unione, non democratico nelle forme e conservatore nei contenuti, a dare forza e legittimità all’avanzata degli anti-europeisti.
Verdi europei e “Green Italia” hanno anche un’altra convinzione. La crisi dell’Europa chiama in causa il nostro posto di europei nel mondo, in un mondo che diventa sempre più largo e più multipolare. Il peso economico quantitativo dell’Europa è inevitabilmente destinato a ridursi, come ricorda spesso il leader Verde Dany Cohn-Bendit se resteranno le dinamiche attuali fra qualche decennio nemmeno la Germania, quanto a Pil, potrebbe sedersi al tavolo del G8. Per rimanere protagonista, per dare un futuro desiderabile ai suoi cittadini, l’Europa ha una sola scelta davanti: puntare su uno sviluppo, su un’economia fortemente incardinati sulla qualità sociale e ambientale. Più o meno il contrario di ciò che si sta facendo, a Bruxelles e ancora di più a Roma, da molti anni: anche per questo c’è un immenso bisogno di “europeisti insubordinati”.
ROBERTO DELLA SETA
FRANCESCO FERRANTE