“Grazie anche al ruolo svolto dal ministro dell’Ambiente Clini, i Governi di tutto il mondo salveranno forse la faccia e il vertice internazionale sullo sviluppo sostenibile “Rio + 20” eviterà il rischio del fallimento totale.
Molto probabilmente nella dichiarazione finale non ci saranno obiettivi numerici da raggiungere in nessuno dei settori presi in esame, ma perlomeno a Rio è apparso evidente che il mondo è invece pronto per la svolta ancora mancata.”
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile energia e politiche relative ai cambiamenti climatici del Pd, presente a Rio de Janieiro per le ultime decisive giornate del vertice.
“Ovviamente – continua Ferrante – per un giudizio completo sarà bene attendere venerdì sera, ma se da una parte non possono essere sottovalutate le importanti novità che si stanno profilando per cui per la prima volta la green economy sarà indicata in documento dell’Onu approvato per consenso da tutti; dall’altra non si può certo dare torto alle associazioni ambientaliste, ma anche ai movimenti sociali che tengono il loro consueto “contro meeting” negli stessi giorni, quando lamentano la totale vaghezza del documento su impegni, tempi e soprattutto risorse. Insomma sembra confermata anche qui la distanza abissale che separa le potenzialità offerte dall’innovazione tecnologica e dalla vivacità della società civile, dalla capacità della politica di offrire risposte concrete.
Le resistenze alla “rivoluzione verde” si annidano nell’intreccio, ormai diffuso e che vent’anni fa non esisteva, tra ragioni dell’ambiente e economia reale che quindi scatena resistenze formidabili da poteri forti, vivi e vegeti. E’ di tutta evidenza che la strada della green economy trova nel mondo un freno formidabile in quei 1000 miliardi di dollari di sussidi alle fonti fossili. E quella massa di denaro oggi va a gruppi che dappertutto contano ancora molto e hanno possibilità ampie di porre ostacoli su questa nuova strada.”
“Dispiace che l’Italia , che pure qui sta finalmente svolgendo un ruolo positivo nelle trattative, nelle politiche domestiche perda chance importanti, come dimostrano – conclude Ferrante – le recenti vicende sulle rinnovabili e quella sul decreto sviluppo ancora in gestazione con le sue assurde scelte su trivelle e incentivi per le ristrutturazioni.”