“I pericolosi radar anti-immigrati che il ministro Prestigiacomo ha fatto
rimuovere dalla Sicilia andranno a deturpare alcuni degli angoli più belli
e suggestivi della Sardegna, e il tutto rischia di essere fatto con una
procedura che non prevede, se non fino a dopo la costruzione, la verifica
degli effetti collaterali in materia di inquinamento elettromagnetico.
Questa militarizzazione forzata del territorio, fatta contro la volontà dei
cittadini, è inaccettabile perché rischia di creare le ennesime servitù
militari in Sardegna, scavalcando di fatto le tutele di aree che sono
vincolate per il loro elevato valore ambientale, faunistico e
paesaggistico.”
Lo dichiarano i parlamentari del Pd Pes, Ferrante, Melis, Scanu, Della
Seta, Schirru, Fadda, Calvisi, Soro e Marrocu, che hanno presentato alla
Camera e in Senato delle interrogazioni parlamentari in merito.
“Diversi sono gli aspetti della vicenda dell’installazione dei radar
El/M-2226 che il Governo dovrà chiarire, a partire dal progetto che è stato
finanziato dall’Europa e poi assegnato ad «Almaviva Italia», senza bisogno
di gara.
Non si può che rimanere perplessi poi – aggiungono gli esponenti del Pd –
di fronte al fatto che queste enormi strutture, prodotte dalla israeliana
Elta system, non abbiano indotto i diversi soggetti della Regione Sardegna
chiamati a esprimersi sull’impatto dei radar sul territorio ad avanzare
ragionevoli dubbi e contrarietà .
Invece no, l’amministrazione Cappellacci ha aperto le braccia ai radar che
il ministro Prestigiacomo non ha voluto in Sicilia, cosicchè nelle pregiate
e incontaminate località di Capo Sperone, Capo Pecora, Ischia Ruggia,
Tresnuraghes e all’Argentiera, si potranno edificare grossi basamenti in
cemento e un traliccio con una parabola rotante che emette un fascio di
microonde estremamente concentrato, in modo da poter illuminare oggetti a
grande distanza, con una densità di potenza molto elevata e potenzialmente
assai pericolosa”.
“Il Governo fermi subito questa aggressione alla salute e all’ambiente e
avvii un confronto aperto e trasparente sul progetto, prendendo in
considerazione i siti militari già esistenti, perché è intollerabile –
concludono i parlamentari democratici – questa imposizione di carattere
militare fatta a danno dei cittadini e del territorio sardo”.