Ponte sullo stretto: troppe cariche per Ciucci

Ciucci con la nomina a Commissario straordinari cumula tre cariche e taglia fuori gli enti locali

“Non è la prima volta che il presidente dell’Anas Pietro Ciucci si trova a ricoprire più ruoli che richiederebbero invece una netta distinzione, ricordiamo quando egli era contemporaneamente presidente, direttore generale e consigliere dell’Anas. Con la recente nomina, da parte del ministro Matteoli, di Ciucci a commissario straordinario per la velocizzazione delle procedure relative alla realizzazione delle opere propedeutiche e funzionali del ponte sullo Stretto di Messina si è venuta a creare una evidente commistione dei ruoli di controllore e controllato, perché il Presidente dell’Anas è anche Presidente della società  Ponte sullo Stretto.” – lo dichiarano il senatore del Pd Francesco Ferrante, che sulla vicenda ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro Matteoli, e Salvatore Granata, direttore di Legambiente Sicilia.
per la velocizzazione delle procedure relative alla realizzazione delle opere propedeutiche e funzionali del di Messina si è venuta a creare una evidente commistione dei ruoli di controllore e controllato, perché il Presidente dell’Anas è anche Presidente della società  Ponte sullo Stretto.” – lo dichiarano il senatore del Pd Francesco Ferrante, che sulla vicenda ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro Matteoli, e Salvatore Granata, direttore di Legambiente Sicilia.

“Con questo incarico triennale assegnatogli dal ministro delle Infrastrutture – si legge nel comunicato –  Ciucci potrà  monitorare l’adozione degli atti e dei provvedimenti necessari per l’esecuzione degli investimenti e vigilerà  sull’espletamento delle procedure realizzative e autorizzative. Potrà  inoltre, sempre al fine dell’adozione dei provvedimenti e degli atti necessari allo svolgimento della propria attività  operare con i poteri anche sostitutivi degli organi ordinari e straordinari, esautorando di fatto tutti gli enti locali interessati dalle opere infrastrutturali. Il Commissariamento spoglierà  le comunità  locali del diritto di pianificare l’assetto futuro dei propri territori e vanificherà  il lavoro avviato dallo stesso Comune di Messina per concertare con le forze sociali della Città  scelte urbanistiche di particolare delicatezza, che riguardano un territorio a rischio sismico ed idrogeologico il quale sta già  scontando l’impatto di un’urbanizzazione pesante ed invasiva.m Il presidente della più grande azienda dello Stato, l’Anas, azionista di maggioranza della Società  dello stretto di Messina, come commissario straordinario verifica dunque quello che lui stesso fa, ovvero gestire innanzitutto quel miliardo e 300 milioni sbloccati dal Cipe per avviare la progettazione. Soldi veri, soldi pubblici, che sono del resto gli unici fondi disponibili. Finora non si è visto nessun contributo privato, come il governo e lo stesso Ciucci raccontano. La somma sbloccata dal Cipe era già  stata stanziata da anni: fu dirottata dal governo Prodi su infrastrutture di Calabria e Sicilia e non è che una prima – minima – tranche del costo complessivo, che arriverà  alla mostruosa cifra di  6,3 miliardi di euro in sette anni.”

“Questa quantità  enorme di denaro pubblico verrà  dunque gestita sostanzialmente da un unico soggetto, che per volontà  del governo e del ministro Matteoli nello specifico, si ritroverà  ad essere  controllore e controllato, concessionario e ricevente, della più faraonica e probabilmente inutile infrastruttura costruita in Italia, che i cittadini italiani pagheranno di tasca propria nei decenni a venire. “ – concludono Ferrante e Granata.