“Trasformare la zona del Vallo di Diano in un campo petrolifero sarebbe uno scempio ambientale e paesaggistico intollerabile, che colpirebbe irrimediabilmente il turismo e la tutela di un’area preziosa. Chiediamo al ministro dell’Ambiente se siano già state concesse autorizzazioni alla Shell Italia per questo progetto, sul quale i comuni dell’area hanno espresso la loro più assoluta contrarietà ”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che hanno presentato in merito un’interrogazione parlamentare.
“Già nel 1997 – continuano i senatori del Pd – i cittadini del Vallo di Diano si mobilitarono alla notizia che un gruppo di società petrolifere guidate dalla Texaco aveva ottenuto permessi per eseguire un pozzo esplorativo alla ricerca di giacimenti petroliferi ad oltre 4000 metri di profondità . Oggi, dopo 15 anni, la Shell mostra di nuovo interesse per il comprensorio valdianese provocando così una rinnovata mobilitazione, sostenuta da evidenti ragioni di carattere tecnico-scientifico: il problema geo-ambientale più grave del sito, ora come allora, era rappresentato da un rischio idrogeologico di colate rapide di fango e detriti. Una eventuale colata avrebbe potuto distruggere istantaneamente gli impianti di perforazione mettendo a rischio anche la vita degli addetti al pozzo esplorativo.
Oltre a ciò bisogna ricordare che il Vallo di Diano è inserito nel Parco nazionale del Cilento e dal 1998 fa parte della lista del patrimonio mondiale dell’umanità : condizioni che rendono inconcepibile la possibilità che il territorio venga radicalmente modificato dalle trivellazioni.
“Chiediamo dunque al Ministro dell’Ambiente – concludono i parlamentari – di sospendere ogni eventuale procedura in corso, convocando urgentemente un tavolo tecnico a cui siano inviati tutti i soggetti coinvolti nella vicenda, in nome della tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico del Vallo di Diano”.