Ogm, ministri, parole in libertà 

“Bonino apre a un futuro con gli Ogm”, questo il titolo del Sole 24 Ore a commento dell’intervento del ministro delle politiche europee all’assemblea dell’Assobiotec. Nel testo la frase «Le biotecnologie rappresentano il futuro del mondo produttivo» e dall’articolo si evincerebbe che per superare l’ostilità  verso i prodotti che non rispecchiano un’idea di agricoltura naturale sarebbe necessario, per Bonino, lanciare una campagna di informazione, anche nelle scuole. 

Il Ministro ritiene sbagliata la posizione di molte Regioni che hanno scelto di dichiararsi Ogm free per affrontare il problema della coesistenza tra agricoltura tradizionale e biotech. Se questa, sinteticamente riassunta, fosse la posizione del Governo avremmo assistito a uno spettacolare cambio di posizione sia del Presidente del Consiglio, che da Presidente della Commissione UE si batté per adottare il principio di massima precauzione nei confronti dell’introduzione di organismi geneticamente modificati in agricoltura, ma anche dell’intera coalizione che nel suo programma di governo scriveva cose diverse e aveva nei confronti delle politiche necessarie al rafforzamento dell’agricoltura nel nostro Paese un approccio radicalmente diverso. Ma così non è: non esistono concreti atti di Governo che vadano nella direzione auspicata da Bonino e anzi il Ministro competente Paolo De Castro nelle sue prime uscite europee ha confermato la posizione del nostro Paese sostanzialmente contraria agli ogm in agricoltura, come d’altronde richiesto dalle principali associazioni di settore e dalla quasi totalità  dei consumatori. Siamo piuttosto nel campo delle dichiarazioni “incontrollate” di ministri questo Governo, di “parole in libertà ” di leader politici che legittimamente forse cercano di rappresentare la posizione, “parziale” appunto, del proprio partito e che si scordano di essere componenti di un Governo di coalizione. Però in questo caso non si è scatenata alcuna tempesta mediatica contrariamente a quando qualcuno della sinistra radicale fa una dichiarazione contraria al Ponte sullo Stretto o alla TAV o soprattutto sulle questioni etiche con relative querelle tra laici e cattolici, gettonatissime in ogni redazione. Il punto, con tutta evidenza e consapevole di “scoprire l’acqua calda”, è che i media sono essi stessi “parte” della politica e non sono affatto strumenti neutri di informazione. E senza fare stantia retorica sui “poteri forti” mi pare altrettanto evidente che la posizione di Bonino in questo caso non urta affatto interessi economici importanti che sono invece molto più interessati ad esempio scatenarsi su Grandi Opere messe a rischio. E anche sullo scontro tra “cattolici” e “laici” mi pare che, come d’altronde sostiene questo giornale con grande lucidità , siano moltissimi quelli interessati a gonfiarlo oltre misura con il fine strumentale di rendere più difficile e lontana la costruzione del Partito Democratico, si veda da questo punto di vista l’illuminante editoriale di Galli della Loggia sul Corriere della Sera di qualche giorno fa sulla fine del cattocomunismo. In conclusione mi pare che noi probabilmente dovremmo rassegnarci alle “dichiarazioni in libertà ” di questo o quel ministro, l’importante è tenere la barra dritta: chi di noi sta nel Governo nell’applicazione del programma, gli altri nella difficile ma ineludibile costruzione del nuovo Partito possibilmente a partire dai contenuti innovativi che possano attrarre forze nuove e reali senza farci trascinare nella polemica quotidiana spesso fine a se stessa.

TRASPORTI: VALUTAZIONE AMBIENTALE AUTOSTRADA E45 VENEZIA-ORTE

“ANAS SENZA SOLDI, DOVE TROVA 6 MILIARDI DI EURO? LA PROCEDURA VENGA ANNULLATA E SI PROCEDA PIUTTOSTO ALLA MESSA IN SICUREZZA DELLA ROMEA E DELLA SUPERSTRADA E45” 

Dopo il via libera dell’ANAS è iniziata in questi giorni la procedura di Valutazione di impatto ambientale della più costosa opera che si dovrebbe realizzare in Italia: 415 chilometri di autostrada tra Venezia e Orte. Il costo dell’opera è incredibile: 10 miliardi di Euro di cui 6 a carico dello Stato. Un progetto ereditato dal governo Berlusconi e proposto da una cordata guidata da Vito Bonsignore. “Ma come si fa – chiede polemicamente Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente – a denunciare il buco nelle casse della Società  (di 4 miliardi di Euro) per terminare i cantieri aperti, e poi dare il via libera a investimenti e progetti che sono alla base della crisi finanziaria dell’Anas?”. Sui dubbi che accompagnano l’utilità  di questa enorme spesa è stata presentata da Francesco Ferrante, in qualità  di capogruppo dell’Ulivo alla Commissione ambiente del Senato, un’interrogazione parlamentare al ministro per le Infrastrutture, Antonio Di Pietro. Il progetto prevede, infatti, di realizzare una nuova autostrada tra Venezia e Cesena – in una delle aree più delicate d’Italia tra il Delta del Po e le Valli di Comacchio – e la trasformazione in autostrada della superstrada E45 – stravolgendo interi paesi e diverse aree naturali. “Che senso ha portare avanti un opera in finto project financing quando l’Anas non ha le risorse per chiudere i pochi cantieri aperti in giro per l’Italia?. Per ora chi ci guadagna sono solo i progettisti che tolgono risorse utili alla messa in sicurezza della rete stradale”. Il ministro Di Pietro ieri in una intervista al Sole24Ore aveva giustamente detto di voler suddividere l’elenco delle opere ereditate dal governo Berlusconi in 3 categorie: cantieri da concludere, progetti compatibili con le risorse, progetti da libro dei sogni da stralciare: “Per noi quel progetto è di terza categoria, inutile e costoso con un impatto devastante per l’ambiente. – conclude Ferrante – E’ invece urgente intervenire per completare la messa in sicurezza della E45 e della statale Romea, lasciate a corto di risorse dall’Anas come in tanti denunciano da anni”.

ECO-ENERGIA: BIO-COMBUSTIBILI ITALIANI

“GIUSTO AIUTARE AGRICOLTORI, AUMENTANDO LA QUOTA DEFISCALIZZATA DEI BIOCARBURANTI” 

“Utilizzare la leva fiscale potrebbe essere una soluzione per sostenere il reddito dei nostri agricoltori magari aumentando la quota defiscalizzata dei biocarburanti”. Questa l’idea lanciata da Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente e senatore dell’Ulivo, in occasione delle dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio a margine di un convegno sulle bio-energie in corso a Roma. “Questo metterebbe ai ripari gli agricoltori italiani da una spietata concorrenza mantenendo al tempo stesso la libertà  nelle importazioni. – prosegue Ferrante – Rendere insomma più conveniente – per chi produce – le biomasse, e farlo in Italia. Sviluppare infatti una politica basata su bio-energie di provenienza agricola, senza stabilire misure che tutelino i nostri agricoltori nella produzione di biomasse, sarebbe controproducente”.

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