Maxiemendamento alla Finanziaria:l’abolizione dei sacchetti di plastica diventa legge

Ferrante (Ulivo): “Grande vittoria per l’ambiente e per l’industria che innova”E’ incluso nel maxiemendamento alla Finanziaria l’emendamento, proposto da Ferrante (DL)  e accolto da tutti i senatori dell’Unione, che bandisce definitivamente il commercio e l’uso dei sacchetti di plastica nel nostro Paese. Con l’approvazione della Finanziaria il divieto diventerà  legge ed entrerà  in vigore dal 1 gennaio 2010, data in cui potranno essere commercializzati solo sacchetti biodegradabili così come definiti dalla direttiva UE (EN13432). Tutte le buste che oggi utilizziamo per la spesa al supermercato e nei negozi saranno sostituite da sacchetti biodegradabili realizzati con materiali di origine vegetale.

“Dare il definitivo addio ai sacchetti di plastica è una grande vittoria per l’ambiente e per quell’industria virtuosa che ha scelto di puntare sull’innovazione. Una vittoria raggiunta dopo anni di tenaci battaglie ecologiste – commenta il senatore Francesco Ferrante, capogruppo dell’Ulivo in Commissione Ambiente -. Da decenni conviviamo con l’ingombrante presenza della plastica, che si accumula abbandonata sui cigli delle  strade, nei parchi, nei corsi d’acqua e in mare, con gravissime ripercussioni sul paesaggio e sulla vita della fauna marina. Un danno enorme, se si pensa che per produrre un sacchetto ci vuole meno di un secondo, per distruggerlo si stima non meno di 400 anni”.
Un primo parziale successo in questo campo si ottenne nell’89 quando, con l’introduzione della tassa di 100 lire su ogni busta, l’uso dei sacchetti di plastica scese del 34% (nella grande distribuzione, l’exploit positivo lo registrò la Coop con un calo del 60%), ma da allora i numeri sono rimasti gli stessi.

In Italia attualmente abbiamo una produzione annua di 300mila tonnellate di buste in plastica, e quindi con questo provvedimento risparmieremo l’equivalente di 430mila tonnellate di petrolio e ridurremo di circa 200mila tonnellate le emissioni di CO2 in atmosfera.
“Questa rivoluzione darà  un contributo importante alla salvaguardia dell’ambiente. Da un lato con la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, dall’altro con la progressiva sparizione di questi dannosissimi prodotti dalla faccia del nostro paese. Senza dimenticare il risvolto economico: introdurre a pieno regime la produzione da fonti vegetali – conclude Ferrante – significherà  dare nuovo impulso alla nostra industria che ha scelto l’innovazione, una nuova industria chimica che puntando sulla sostenibilità  e sul rapporto con l’agricoltura  sta costruendo il futuro con prospettive di competitività  interessanti anche sul piano internazionale. Ora tocca all’intera chimica italiana accogliere questa sfida e impegnarsi nei prossimi tre anni in questa riconversione virtuosa e promettente contando anche sui fondi messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente ”.
 
 
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Ferrante (Ulivo): “Ottimo risultato l’esclusione dei finanziamenti ex CIP6 delle fonti assimilate”

“L’esclusione delle fonti assimilate dai contributi economici dei Certificati Verdi (ex CIP6) è un ottimo risultato, che mette fine a un’anomalia tutta italiana: unico in Europa, il nostro Paese dal 1992  includeva tra le fonti di energia rinnovabile anche i rifiuti non biodegradabili bruciati nei termovalorizzatori e il  carbone e il gas prodotti  dai residui di raffineria”.
E’ molto soddisfatto il senatore dell’Ulivo Francesco Ferrante che, insieme ai colleghi senatori Edo Ronchi e Donato Piglionica ha lavorato per costruire l’accordo che ha portato oggi all’inclusione del provvedimento nel maxiemendamento alla Finanziaria.

“Finalmente gli incentivi andranno solo a coloro che producono davvero energie pulite, così come previsto dalle direttive UE – conclude Ferrante -. E’ stata una battaglia impegnativa, ma possiamo dire di avercela fatta”.
 
 
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Il Governo non dimentichi il 5 per mille nel Maxiemendamento

“Auspico che il Governo mantenga la parola e inserisca nel maxiemendamento alla Finanziaria la nuova formulazione  del 5 per mille dell’IRPEF al volontariato”.
E’ questo l’appello del senatore dell’Ulivo Francesco Ferrante, primo firmatario con Luigi Bobba e Nuccio Iovene di un emendamento frutto delle richieste delle associazione del Terzo Settore e concordato con il Governo, perché nel rush finale del voto sulla manovra economica non si dimentichi l’importante norma che lo scorso anno ha garantito a milioni di cittadini contribuenti la possibilità  di donare partecipando al futuro di altri milioni di cittadini meno fortunati.

Sulla questione del 5 per mille sono state varie le posizioni assunte negli ultimi mesi dall’esecutivo. All’inizio, dalla bozza di legge finanziaria era scomparso ogni riferimento alla riproposizione del provvedimento. Poi, sulla scorta delle numerose proteste da parte del mondo del volontariato, il Ministro della Solidarietà  sociale Ferrero aveva imputato l’esclusione a un “incidente” tecnico e non a una precisa volontà  politica, garantendone la reintroduzione. Adesso sembra che ci sia l’intenzione di includerlo nel maxiemendamento.

“Speriamo che alle promesse seguano i fatti e che la norma sia introdotta così come formulata nell’emendamento che il Governo ha accolto, includendo tra i beneficiari solo le associazioni e le fondazioni non lucrative, le associazioni di promozione sociale, la ricerca scientifica e quella sanitaria. E, soprattutto, che si definisca un meccanismo di attribuzione semplice e trasparente e il previsto finanziamento all’Agenzia delle Onlus, tra i cui compiti c’è anche quello di verifica e controllo”.
La riconferma del 5 per mille si inserisce in quel percorso di attuazione dell’articolo 118 della Costituzione che promuove il principio di sussidiarietà . Una sussidiarietà  fondamentale, anche fiscale, nell’agire riformista e che deve rimanere centrale nell’azione del governo di centrosinistra. Non si tratta della redistribuzione di risorse attraverso la leva fiscale, ma di una forma di circolazione di risorse pubbliche che, attraverso le organizzazioni no profit e le imprese sociali del terzo settore acquistano un valore aggiunto, in quanto concorrono a generare beni di utilità  sociale che sono finalizzate a migliorare la vita di tutti.
“Prevedere la possibilità  di scelta da parte dei cittadini – conclude Ferrante – significa promuovere quella sana cultura civica che costituisce la base del patto fiscale e di solidarietà  tra Stato e cittadino di cui il paese ha estremamente bisogno”.

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