MUMBAI. In India gli altermondialisti a contatto con un “altro mondo”, gli intoccabili
Sono alcune centinaia di migliaia le persone che ogni giorno popolano la grande area del Nesco Ground, dove si svolge il Social Forum. Ma anche chi partecipa è diverso. Qui è il popolo degli emarginati, dei poveri, dei dalit – la casta degli “intoccabili” – il protagonista assoluto. Sono tantissime le donne, molte delle quali provenienti dalle lotte contadine nelle zone rurali del paese. Ed è diversa, di conseguenza, la modalità di partecipazione. E così l’India, con i suoi immensi problemi, è entata nel Forum e l’ha travolto. Difficile raccontare questo Forum sociale mondiale, così come è difficile descrivere le sensazioni che si provano a Bombay (dal 1997 Mumbai), per chi non è mai stato in questa enorme, caotica, poverissima, disastrata e “affascinante” metropoli. Certo è che cercando di costruire “un altro mondo possibile” quest’anno gli altermondialisti, scegliendo di spostare il loro appuntamento da Porto Alegre a Mumbai, hanno incontrato “un altro mondo” reale, non desiderabile, drammaticamente ingiusto, ma altrettanto drammaticamente vero, che qui ti travolge da ogni parte. Una realtà con la quale si deve fare i conti e la cui “tragicità ” ci conferma il convincimento sulla “radicalità ” necessaria del cambiamento che dobbiamo realizzare e insieme sull’urgenza che un cambiamento di rotta sia “possibile” e quindi anche “realizzabile”, e in tempi rapidi. Intendiamci, non è che a Porto Alegre, nelle tre precedenti edizioni del Forum sociale mondiale (Fsm) o a Johannesburg nel contro-vertice organizzato in occasione del World Summit on Sustenaible Development, o ancora, in quello organizzato a settembre in occasione dell’incontro del Wto, i “ricchi” europei non si fossero già incontrati con le realtà dei movimenti del sud del mondo, portatrici di storie, elaborazioni, vite “diverse”. Ma è solo qui a Mumbai che siamo finalmente usciti dai nostri confini, dai confini di una grande Europa che con la sua cultura e i suoi schemi interpretativi della realtà permea anche molto dello schieramento altermondialista, alternativo, radicale di quei paesi. Tantissime donne, molte contadine In India tutto è diverso. A partire dai numeri che qui sono davvero enormi e difficili da quantificare, ma comunque nell’ordine di alcune centinaia di migliaia di persone che ogni giorno popolano la grande area del Nesco Ground, dove si svolge il Social Forum. Ma anche chi partecipa è diverso. Qui è il popolo degli emarginati, dei poveri, dei dalit – la casta degli “intoccabili” – il protagonista assoluto. Sono tantissime le donne, molte delle quali provenienti dalle lotte contadine nelle zone rurali del paese. Ed è diversa, di conseguenza, la modalità di partecipazione. Ci sono sì i luoghi del dibattito (le sale gigantesche dove si tengono conferenze e seminari), ma il segno distintivo del Forum lo trovi nei grandi e polverosi viali di questa sorta di cittadella che sono continuamente attraversati da cortei improvvisati, rumorosi e allegri messi in atto delle centinaia di comunità , movimenti, organizzazioni qui presenti. Questo è un paese dove la differenza e l’ingiustizia sociale – basti pensare alla distinzione in caste che continua ad essere fondamentale nella società reale e che a noi “democratici” occidentali appare ripugnante – sono eclatanti come forse in nessun altra parte del mondo. Centocinquantamilioni di persone, poco meno di tre volte l’Italia, hanno uno stile di vita paragonabile al nostro.