Un’intesa necessaria

Ieri abbiamo eletto l’ufficio di presidenza del senato (vice presidente, segretari, questori) e anche questo passaggio che di solito è una formalità , vista la risicata maggioranza di cui godiamo, era diventato un snodo politico perché se non fossimo stati presenti in massa si sarebbe corso il rischio di non avere la maggioranza in questo organismo fondamentale per i lavori del senato. 

àˆ andata bene, c’eravamo quasi tutti. Ma anche questo episodio dimostra non solo la necessità  di una presenza costante e senza eccezioni, ma anche che sarà  davvero difficile condurre i lavori del senato se non si pensa di trovare una qualche forma di intesa, seppur nel rigoroso rispetto delle diversità  dei ruoli, anche con l’opposizione.La composizione delle commissioni nei prossimi giorni sarà  un altro delicato passaggio, dato che è impossibile riuscire ad avere la maggioranza e quindi le presidenze in tutte e che quindi la “trattativa” con la Casa delle Libertà  sarà  ineludibile. Ovviamente non sono queste ragioni “tecniche” quelle più importanti, ma è evidente che anche queste devono pesare sulla scelta politica che a me pare indispensabile di provare ad avere un accordo largo sul nome del Presidente della Repubblica.La notizia dell’incontro tra Prodi e Berlusconi è buona da questo punto di vista, vedremo se darà  frutti. Tra i vice presidenti da votare fino a ieri sembrava che ci potesse essere un’amica, la brava senatrice verde Loredana De Petris. In extremis le scelte della coalizione sono state diverse. Peccato. Inganniamo l’attesa dello spoglio discutendo con qualche collega della vicenda Autostrade e in particolare dell’intervista con cui il segretario della Cisl Bonanni sostanzialmente propone la ristatalizzazione dell’azienda. Una proposta probabilmente irrealizzabile anche soltanto per le cifre in ballo e per l’esborso impossibile. Però le vicende di questi giorni fanno risaltare una verità  che a me appariva evidente anche prima: le privatizzazioni senza contemporanee liberalizzazioni sono pericolose e di dubbia utilità . Le Autostrade sono un monopolio naturale, averle privatizzate non ha comportato alcun beneficio per l’utente e anzi oggi emerge con tutta evidenza quello che noi sostenevamo da tempo, cioè che a fronte di tariffe molto favorevoli per l’azienda mancavano gli investimenti necessari soprattutto nel campo della manutenzione. Maggiore vigilanza in tutti quei settori sottoposti a concessione da parte dello stato: anche questo un compito fondamentale del prossimo governo e di noi parlamentari

Indietro non si torna più

Giornata importante il 3 maggio 2006. 

Nascono i gruppi dell’Ulivo alla camera e al senato. àˆ il primo passo verso il Partito democratico. La costruzione di questo nuovo soggetto è la molla più importante della mio impegno politico. Sappiamo tutti che questo è solo l’inizio, che la strada sarà  accidentata, che i problemi tra Ds e Margherita non spariranno d’incanto. E che molto bisognerà  lavorare perché la forza d’attrazione “leggera” che esercita l’Ulivo in molti elettori si faccia concreta realtà  nella società , nei territori. Ma non si torna più indietro, da oggi una retromarcia risulterebbe incomprensibile a i nostri elettori. L’atmosfera del gruppo al senato è concentrata, e non si direbbe che abbiamo appena vinto le elezioni. Non c’è traccia di gioia nei leader che presiedono l’assemblea (Prodi, Rutelli, Fassino), c’è piuttosto la consapevolezza che in frangenti così perigliosi, per la costruzione del governo e per la scelta del presidente della repubblica, stiamo qui facendo qualcosa di importante e forse persino di storico. La bella faccia seria e intensa di Anna Finocchiaro, il suo alzare di sopracciglio quando Rutelli nella sua introduzione presentandola dice che è lei conscia delle grandi difficoltà  che la attendono fotografa bene il nostro stato d’animo. La nascita di questo gruppo (i due terzi dei senatori della maggioranza) è sicuramente la garanzia migliore che faremo di tutto per garantire la governabilità . Questo paese ha un fortissimo bisogno di essere guidato, solo esercitando la capacità  di governo sino in fondo saremo in grado di cambiarlo anche in maniera radicale e dare risposta alle esigenze di innovazione e modernità  ai bisogni di giustizia e coesione sociale. Per questo, credo non ci sia allegria, per la consapevolezza della sfida grande che ci attende. Ci si scioglie un po’ solo quando Finocchiaro rivendica orgogliosamente la sua parzialità  di genere e ci avverte che favorirà  in tutte le maniere le nostre colleghe donne. Qualcuno sorride ma è evidente che la neo presidente fa sul serio e forse anche questo segno di novità  sarà  utile ad avvicinare la politica alla società  e a svecchiare alcuni riti molto maschili sempre uguali. La giornata che per me era iniziata con la presentazione della mia prima proposta di legge, portando pure al senato quella sui piccoli comuni anche in vista di Voler Bene all’Italia, la festa del 21 maggio che Legambiente organizza insieme a tantissime altre associazioni. Si conclude con una brutta notizia: Ciampi dice no alla sua rielezione. Ci sarà  da faticare e speriamo di riuscire a mantenere l’unità  tra di noi e trovare una candidatura su cui ottenere le più ampie convergenze in parlamento.

4/5/06 COMUNI: UNA LEGGE PER TUTELARE E VALORIZZARE I PICCOLI CENTRI

arte e cultura, saperi tradizionali e idee. Questo il patrimonio italiano custodito nei borghi antichi. Francesco Ferrante, eletto al Senato nelle liste della Margherita in Umbria, presenta il disegno di legge per sostenere e promuovere le “culle” della nostra cultura.

“Un sistema integrato di finanziamenti, di incentivazioni, di defiscalizzazioni e di semplificazioni burocratico-amministrative a favore dei comuni con meno di 5.000 abitanti: a marzo avevo preso l’impegno con i sindaci e i presidenti delle comunità  montane umbre, di battermi per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni e ho voluto che questo fosse il mio primo atto da Senatore eletto in una regione che delle comunità  e dei borghi antichi può vantare un tessuto ricco e prezioso”. Questa la dichiarazione di Francesco Ferrante, eletto senatore della Repubblica nelle liste della Margherita in Umbria, che a pochi giorni dall’inizio delle attività  del Senato ha presentato un disegno di legge mirato a salvaguardare e promuovere le potenzialità  di quei numerosi borghi – spesso bellissimi ma quasi abbandonati – che caratterizzano l’abitato italiano e in particolare quello umbro. “La presente proposta di legge – recita il testo – che contiene norme dirette a migliorare le condizioni di vita nelle aree del “disagio insediativo”, nasce dalla consapevolezza delle grandi potenzialità  delle aree in questione in termini di turismo, produzioni tipiche e risorse culturali e ambientali, quindi dalla volontà  di valorizzare tale patrimonio. (…) L’armonica distribuzione della popolazione sul territorio è una ricchezza insediativa che rappresenta una peculiarità  e una garanzia del nostro sistema sociale e culturale; una certezza nella manutenzione del territorio; una opportunità  di sviluppo economico. Nel nostro Paese 5.868 comuni hanno meno di 5 mila abitanti, pari al 72 per cento dei comuni italiani”. E questa ricchezza non può essere certo messa a rischio dai fenomeni di globalizzazione e spersonalizzazione che contraddistinguono altri paesi del mondo, più vasti magari, ma infinitamente meno antichi e preziosi, meno ricchi di storia, tradizioni, saperi, beni culturali e paesaggistici. Il testo di tale proposta, peraltro, riproduce il testo del disegno di legge che Ermete Realacci aveva presentato durante la XIV Legislatura, e che era stata approvata pressoché all’unanimità  dalla Camera dei Deputati. “L’approvazione di questa legge – ha dichiarato Francesco Ferrante – può significare molto per questa regione dove il 68% dei suoi 92 comuni, ha meno di 5.000 abitanti. Perché prevede un sistema integrato di finanziamenti, di incentivazioni, di defiscalizzazioni e di semplificazioni burocratico-amministrative per consentire a questi territori di competere e di cogliere le occasioni che paradossalmente proprio la globalizzazione ha aperto. Sfruttando le opportunità  offerte da questa legge sarà  possibile valorizzare l’agricoltura di qualità  e i prodotti a marchio e contribuire con efficacia per riportare l’Italia ai vertici del turismo mondiale con l’aiuto della leva fiscale. Potrà  nascere un sistema di promozione meno frammentato, in grado di valorizzare adeguatamente fattori di interesse come le produzioni tipiche, la cultura, l’industria d’eccellenza, la convivialità ”.

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