Comuni Ricicloni 2006

Vince Maserada sul Piave (TV) che guida la nutrita pattuglia dei Comuni veneti Tra i capoluoghi di provincia si conferma il primato di Lecco, seguito da Rovigo, Verbania, Treviso e Varese. Debutto assoluto per Lazio e Sardegna, Torino vince tra le grandi città  Un’Italia ‘divisa’ dai rifiuti: nord e sud viaggiano ancora a due velocità  

E’ ancora il Veneto, capitanato dalla provincia di Treviso, a sbaragliare l’annuale classifica di Legambiente che mette in fila i Comuni Ricicloni d’Italia. Vincitore assoluto è Maserada sul Piave, 7.500 abitanti, che soffia il podio a Roncade, altro comune trevigiano, vincitore dello scorso anno. I riconoscimenti per le migliori performances in materia di raccolta differenziata e gestione dei rifiuti, giunti quest’anno alla XII edizione, sono stati assegnati questa mattina a Roma al Gran Hotel Palatino in via Cavour in occasione del convegno “La revisione del nuovo Codice dell’Ambiente per lo sviluppo delle raccolte differenziate”, a cui hanno partecipato il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, il presidente della Commissione Ambiente della Camera dei deputati Ermete Realacci, il direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante, il presidente del Conai Roberto De Santis, il presidente di Federambiente Daniele Fortini, il presidente di FiseAssoambiente Pietro Colucci, il presidente di Assorecuperi Marco Calderazzo, il presidente di Cobat Giancarlo Morandi e il vicedirettore di Legambiente Andrea Poggio. “Fotografiamo ancora una volta un Paese non sincronizzato, con un nord che migliora risultati spesso già  eccellenti e un sud che, salvo alcuni sporadici casi, fatica a ingranare la marcia giusta presentando un quadro d’insieme desolante – ha dichiarato Francesco Ferrante, capogruppo dell’Ulivo in Commissione Ambiente del Senato e direttore generale di Legambiente -. L’ennesima emergenza campana di queste ultime settimane è il sintomo dell’assenza di una seria politica di gestione che stenta a liberarsi dal giogo degli interessi della criminalità  organizzata legati al traffico e allo smaltimento dei rifiuti, nonostante l’apprezzabile sforzo della protezione civile. Il paradosso è che questo avviene proprio nella regione in cui Bellizzi e altri comuni del Salernitano dimostrano che con una buona raccolta differenziata non esistono le montagne di immondizia lungo le strade. La Campania vive da anni un’emergenza diossina, sconta vent’anni di assenza di pianificazione e non ha alcun termovalorizzatore. Siamo noti per la nostra contrarietà  agli inceneritori come soluzione al problema rifiuti, ma non crediamo che in una situazione del genere vadano demonizzati. Certo è che nessuno propone di realizzare impianti di compostaggio che risolverebbero l’emergenza una volta per tutte”. Ma torniamo alle classifiche. All’edizione 2006 hanno partecipato oltre 2mila comuni, di cui ben 855 si sono guadagnati il titolo di riciclone (+11,5% rispetto al 2005). Tutte trevigiane le prime 5 classificate tra i comuni sopra i 10mila abitanti del Nord, che sono nell’ordine: Preganziol, San Biagio di Callalta, Spresiano, Ponzano Veneto e Casale sul Sile. A interrompere il primato veneto si piazza al sesto posto Alzano Lombardo (BG), seguito da altri quattro comuni veneti. Al centro, tra i comuni over 10mila, non trovano concorrenza le città  toscane, sebbene siano sostanzialmente ferme ai risultati di cinque anni fa: San Casciano Val di Pesa (FI), San Miniato (PI), Capannori (LU) e Montemurlo (PO) occupano i primi quattro posti, seguiti da Gubbio (PG). Al sud la disfida è tutta tra Campania e Sardegna: vince Bellizzi (SA), seguita da Ozieri (SS), da Mercato San Severino (SA), Terralba (OR) e Macomer (NU). Tra i comun sotto i 10mil abitanti, al nord stesso copione: monocolore veneto con Maserada Sul Piave (vincitore assoluto), Sernaglia della Battaglia (TV), Ceggi (VE) Quinto di Treviso (TV) Santa Lucia del Piave (TV) nei primi cinque posti. Al centro vince Sermoneta, 7mila abitanti in provincia di Latina, seguita da Lenola (LT) che guidano i comuni laziali al debutto assoluto tra i ricicloni. A terzo posto si piazza Monteroni d’Arbia (SI), Fara San Martino (CH), Calci (PI). A sud vince Rofrano (SA), incalzata da Pimental (CA), Caianello (CE), Padula (SA) e Donori (CA) La menzione speciale “Start Up” va al comune di Castelbuono, in provincia di Palermo, che da alcuni anni ha avviato un sistema di raccolta della frazione organica dai risultati non eccezionali, ma incoraggianti in una regione dove la raccolta differenziata è tra i livelli più bassi d’Italia.

Audizione Bersani

Molto positive le parole espresse dal Ministro Bersani sull’efficienza e sul risparmio energetico ma occorre una maggiore programmazione, e azioni più coraggiose per favorire la diffusione delle fonti rinnovabili” “Molto positive le parole espresse dal Ministro Bersani sull’efficienza e sul risparmio energetico ma occorre una maggiore programmazione, e azioni più coraggiose per favorire la diffusione delle fonti rinnovabili, rispetto alle quali investire conviene, anche da un punto di vista occupazionale e di qualità  dello sviluppo. Ed è fondamentale, che nel piano nazionale delle assegnazioni – in questi giorni in discussione – nel Governo si ribalti l’impianto del vecchio piano approvato dal Governo Berlusconi, e si passi da una impostazione che premia gli impianti più vecchi e obsoleti ad una che invece promuova quelli più innovativi. Insomma, se ha ragione il Ministro Bersani quando dice che per rispettare Kyoto “non dobbiamo uccidere il cavallo”, bisogna però scegliere una politica che sappia distinguere tra i cavalli in corsa”. Questa la dichiarazione del Senatore Francesco Ferrante, autore dell’interrogazione parlamentare diretta ai ministri Bersani e Pecoraro Scanio nella quale chiede di intervenire sia per rifinanziare il fondo per gli incentivi all’installazione del fotovoltaico (in modo da dare una concreta prospettiva allo sviluppo delle rinnovabili e introdurre un sistema delle tariffe che ripercorra l’esempio di grande successo della Germania), sia sul sistema di incentivi in conto energia, che deve aiutare la diffusione dei più efficienti e compatibili impianti di piccola e media dimensione in modo da attivare una seria politica che faccia definitivamente decollare la prospettiva di innovazione energetica, industriale e ambientale.

“ECOSISTEMA INCENDI 2006”

LEGAMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE PRESENTANO IL DOSSIER 

Il 65% dei comuni italiani non svolge ancora un sufficiente lavoro per contrastare la piaga degli incendi boschivi e più di uno su tre non fa praticamente nulla per fermare i roghi. La Liguria tra le regioni più attive, con il 75% dei comuni che svolgono un lavoro positivo di contrasto degli incendi boschivi, il ritardo più grave invece proprio in quelle regioni del Sud e delle Isole più duramente messe alla prova ogni estate dai roghi, dove appena il 28% delle amministrazioni comunali raggiunge la sufficienza. Parliamo degli oltre 2.500 comuni colpiti da incendi nel biennio 2003-2004, in pratica un terzo d’Italia. Appena il 6% applica pienamente la legge quadro del 2000 in materia di incendi boschivi e poco più di un comune su quattro realizza il catasto delle aree percorse dal fuoco, strumento fondamentale per fermare le speculazioni che spingono gli incendiari ad agire. Un dato estremamente preoccupante all’inizio di questa estate rovente che ha già  visto superare quota 1.000 roghi e che conferma il ritardo di quelle amministrazioni che invece dovrebbero avere un ruolo strategico nell’arginare la piaga degli incendi. Il 57% dei comuni non realizza attività  di avvistamento dei focolai, di prevenzione e manutenzione dei boschi e risulta praticamente al palo la realizzazione di mirate attività  locali di informazione alla popolazione: soltanto un comune su otto è attivo in questo senso. Sono 17 le amministrazioni che quest’anno si aggiudicano le bandiere “Bosco Sicuro” di Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile, il riconoscimento assegnato ai comuni più meritori nella mitigazione del rischio incendi, tra queste Roma e La Spezia. Importanti esempi per tutto il Paese che dimostrano come una piena applicazione della legge ed un’efficace azione di mitigazione del rischio incendi boschivi sia possibile. Fa piacere che la Campania conquisti ben 5 vessilli, a testimoniare come nel Mezzogiorno si possa lavorare bene su questo fronte. Sono questi alcuni dei dati di “Ecosistema Incendi 2006”, la prima indagine realizzata in Italia per fotografare la reale situazione dei comuni italiani nella lotta agli incendi boschivi. “Il meglio dell’Italia si mobilita sempre di più per salvare quei boschi che contribuiscono a rendere unico il nostro BelPaese, – spiega Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente e senatore dell’Ulivo – territori di incredibile bellezza e importanza ambientale su cui sempre di più tante economie locali fondano le loro radici. Un impegno delle istituzioni, del volontariato e de cittadini che sta portando estate dopo estate – continua Ferrante – ad una positiva inversione di tendenza. Negli ultimi sei anni infatti si riducono consistentemente gli ettari percorsi dal fuoco e la media degli ettari percorsi per incendio. Nel 2005 ogni incendio boschivo ha percorso in media sei ettari di territorio, contro gli oltre 13 del 2000 e i 9,5 del 2003. Ma in un Paese dove la maggior parte degli incendi sono dolosi, il ritardo dei comuni nella realizzazione del catasto delle aree percorse dal fuoco rappresenta una gravissima stonatura – conclude Ferrante – per una problematica che resta una vera e propria emergenza nazionale”. Le campagne di sensibilizzazione realizzate dal Dipartimento dell Protezione Civile, dal Corp forestale dell Stato e dall’associazionismo, portano a un calo degl incendi dovuti ad imprudenza; il potenziamento della flotta aerea, l’organizzazione dello spegnimento a terra e le reti di avvistamento hanno permesso una costante diminuzione delle superfici bruciate negli ultimi anni I comuni che dovrebbero eliminare a monte la possibilità  di speculare sulle fiamme, fermando cosi gli incendi dolosi, sono ancora troppo spesso inadempienti nei confronti di una legge ormai in vigore da oltre cinque anni Per realizzare l’indagine è stato inviato un questionario a tutt 2.554 comuni italiani che nel biennio 2003/2004 hanno subito almeno un incendio con una superficie percorsa dal fuoco pari o superiore all’ettaro, al quale hanno risposto 395 amministrazioni comunali dal Nord al Sud del Paese, oltre il 15% del campione. Proprio su queste amministrazioni si è basata l’analisi dei dati di Ecosistema Incendi. L’indagine realizzata nell’ambito di Non scherzate col fuoco, campagna nazionale per contrastare gli incendi di Legambiente e Dipartimento dell Protezione Civile realizzata in collaborazione con gli scout dell’AGESCI e de CNGEI, l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoc in Congedo, l’Associazione Nazionale Alpini, la Regione Sicilia e la Regione Marche, ha preso in esame le azioni che i comuni sono tenuti a realizzare per contrastare il rischio incendi boschivi. La presenza di un responsabile di protezione civile, la realizzazione del catasto delle aree percorse dal fuoco, la presenza di un piano comunale contro gli incendi, la realizzazione di campagne informative mirate, la manutenzione dei boschi, la realizzazione di reti di avvistamento e il supporto al volontariato di protezione civile.

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