(ANSA) – ROMA, 20 GIU – ‘Capisco l’esasperazione legata alla gravissima emergenza nello smaltimento dei rifiuti in Campania, ma non dobbiamo fare l’errore di confondere la causa con l’effetto. Le responsabilita’ di questa situazione non è del commissariamento ma dell’emergenza che si trascina, infinita, da quasi 14 anni e sono diffuse: sono certamente da attribuire alla politica, ai livelli istituzionali locali, ma anche alle sottovalutazioni nazionali’. Lo dichiara il senatore dell’Ulivo, Francesco Ferrante capogruppo in Commissione ambiente.
‘Se e’ vero, infatti, che questa situazione e’ alimentata dalla diffusa criminalita’ e dalla gestione della camorra, e’ altrettanto vero – sottolinea Ferrante in una nota – che non si e’, oggi, ancora riusciti ad approvare un ddl suoi reati ambientali’. ‘Ma non possiamo accusare solo la classe politica, poiche’ vi sono gravi responsabilita’ anche della grande impresa privata, e mi riferisco alla Fibe, con i suoi manager che sembravano i salvatori della patria, e che è invece è tra i massimi responsabili di questo stato di cose. Con questo decreto si introducono le misure necessarie ad uscire dall’emergenza, ma anche per favorire il passaggio alla gestione ordinaria. Sono state apportate modifiche che hanno corretto alcune anomalie del testo, come quella che prevede l’apertura di una discarica nel parco nazionale del Vesuvio , e abbiamo introdotti limiti specifici alla tipologia di rifiuti da conferire, che consentiranno almeno di ridurre notevolmente l’impatto ambientale su tale sito di smaltimento’. ‘Altre norme importanti sono sicuramente quelle che coinvolgono nella programmazione i presidenti delle province e responsabilizzano gli enti locali. Oltre l’emergenza, quindi, la gestione dei rifiuti – conclude Ferrante – deve tornare alla esclusiva responsabilita’ dei cittadini e degli amministratori della Campania’.
AMBIENTE: CONFERENZA STAMPA DS E DL SULLE POLITICHE PER IL CORRETTO UTILIZZO DELL’ACQUA
“Urge individuare linee di finanziamento utili al completamento, qualificazione e manutenzione del sistema infrastrutturale delle reti e degli impianti obsoleti per il recupero della risorsa idrica; bisogna introdurre una politica tariffaria solidale ma rigorosa che possa garantire a tutti il diritto ad uso corretto e adeguato dell’acqua; in ogni bacino inoltre, occorre passare dalla gestione della “domanda acqua” alla più corretta gestione dell’offerta, considerando cioè la quantità di acqua che abbiamo a disposizione e, in base a quello, determinarne gli usi possibili in agricoltura, nell’industria, nel civile, al contrario di quel che si fa ora”.
Sono questi – secondo il sen Ferrante (capogruppo Ulivo in commissione Ambiente), i principali interventi da realizzare per garantire una gestione ed un uso corretto della risorsa idrica nel nostro Paese, storicamente afflitto da problemi di dispersione e spreco di quella che è diventata la risorsa naturale più importante per il benessere sul pianeta.
“L’acqua è un bene primario e comune e, per tale motivo, tutte le autorità competenti sono chiamate ad operare per garantirne la salvaguardia e la corretta gestione – ha dichiarato Francesco Ferrante nel corso della conferenza stampa organizzata oggi a Roma da Ds e Dl sulle politiche per il corretto utilizzo della risorsa -. Nel mondo solo 16 persone su 100 possono aprire un rubinetto e veder scorrere acqua potabile, priva di agenti patogeni e di sostanze inquinanti, per bere, cucinare e lavarsi, eppure nel 44% delle città italiane, oltre il 30% dell’acqua viene dispersa per problemi di perdite di rete. Una situazione assurda questa dal momento che con una diversa e attenta politica di gestione è possibile ridurre fino al 40% gli attuali prelievi d’acqua per l’agricoltura, l’industria e gli usi domestici”.