“Per ridurre le enormi di quantità di rifiuti che produciamo ogni giorno
occorre reintrodurre in Italia la buona pratica del vuoto a rendere che la
cultura dell’usa e getta ha spazzato via, con i risultati che sono sotto
gli occhi di tutti. Non si tratterebbe di un nostalgico ritorno al passato,
perché grazie al progetto strategico Vetro indietro e il coinvolgimento di
Italgrob, Fipe-Confcommercio, Legambiente e le aziende leader nel settore
della produzione di bevande si otterrebbero sostanziali benefici ambientali
ed economici, con la riduzione della Tarsu e dell’IVA”. Così il senatore
del PD Francesco Ferrante presenta il suo disegno di legge che mira a
reintrodurre in Italia la pratica del vuoto a rendere per contenitori di
vetro e alluminio, firmato anche dai senatori Amati; Antezza; Baio; Bruno;
Bubbico; Carloni; Chiaromonte; Chiti; Della Seta; Di Giovan Paolo;
Donaggio; Magistrelli; Negri e Nerozzi.
“Quella del ‘vuoto a rendere’ – continua Ferrante – è una prassi mai
caduta in disuso all’estero, che in Italia potrebbe essere reintrodotta
mediante l’istituzione di vere e proprie filiere di recupero degli
imballaggi, la creazione di sistemi di cauzioni più moderni, ma soprattutto
l’incentivo, per i soggetti aderenti, di sgravi fiscali sulla Tarsu e
dilazioni di pagamento dell’IVA. Nel nostro Paese, la produzione dei
rifiuti urbani continua ad aumentare di anno in anno. Occorre rimettere al
centro delle politiche sui rifiuti la Riduzione, la prima delle 4 R della
gerarchia europea per gestire correttamente i rifiuti, ma anche la più
disattesa. Il ritorno del vuoto a rendere, già al centro di una proposta di
legge alla Camera degli on. Mazzocchi e Gava, va proprio in questa
direzione, perché riciclare una bottiglia integra consente un risparmio
energetico cinque volte superiore alla fusione del vetro rottamato e
permette di riutilizzare un contenitore più di cinquanta volte”.
“Il vuoto a rendere – conclude Ferrante – non è altro che l’uovo di
Colombo per quelle imprese rispettose dell’ambiente che sanno cogliere
l’opportunità di un ‘risparmio collettivo’, e per le nostre città sempre
più assediate dai rifiuti”.
Parco dell’Appia: no a saldi speculativi di fine stagione
LA MAGGIORANZA IN CONSIGLIO REGIONALE SIA COERENTE CON GLI IMPEGNI PRESI”
“L’allargamento del Parco dell’Appia Antica è un impegno preso dal centrosinistra ed è un interesse della città di Roma e dei comuni limitrofi,
sarebbe grave che mercoledì nell’ultima seduta del consiglio regionale la maggioranza votasse contro questo impegno ‘regalando’ nuove colate di
cemento ai soliti speculatori”. Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, senatori del Partito Democratico, commentano così l’ordine del giorno “bipartisan” nel
quale si dà mandato al vicepresidente della Giunta regionale “di modificare la proposta di ampliamento del parco Regionale dell’Appia Antica”.
“Sugli oltre 100 ettari del Divino Amore e dell’area archeologica di Mugilla – affermano i due parlamentari Ecodem – incombono progetti per più di un
milione di metri cubi di cemento, del tutto incompatibili con le esigenze di tutela paesistica come riaffermato dalla stessa Provincia di Roma. Sarebbe un pessimo
segnale all’opinione pubblica e ai cittadini di questa zona se l’ultima seduta del consiglio regionale, in programma mercoledì, diventasse l’occasione per
‘saldi speculativi di fine stagione’ che condannerebbero alla cementificazione uno dei tratti della campagna romana di maggiore pregio ambientale e
culturale”.
Puglia: estrazione petrolio, quali rischi per l’ambiente e i cittadini?
Si è svolto oggi, lunedì 8 febbraio a Monopoli, il convegno “Quale energia per la Puglia” organizzato dagli Ecologisti Democratici, ed inserito nel programma nazionale di iniziative tematiche in vista della mobilitazione “1000 piazze per l’ambiente” promossa dal Partito Democratico.
Il dibattito ha affrontato il grave problema, determinatosi al largo delle coste pugliesi, relativo al crescente affollamento di piattaforme per la ricerca e l’estrazione del petrolio. Il direttore Ecodem della Puglia Saverio Massari ha sottolineato, in questo contesto, “come il territorio regionale, continui a essere bersaglio di scelte sciagurate che danneggiano l’ambiente e mettono a rischio la salute dei cittadini. Dopo aver subito per anni l’inquinamento di Taranto – ha continuato -, oggi si minaccia l’installazione di una centrale nucleare e si concedono svariate autorizzazioni per trivellare le coste, alla ricerca di petrolio, con metodologie fortemente inquinanti”.
L’iniziativa è stata caratterizzata anche dall’intervento del senatore del Partito Democratico Francesco Ferrante, dell’esecutivo nazionale Ecodem, che si è detto “fortemente preoccupato, per il danno che verrebbe provocato da tutta la catena: ricerca – estrazione – lavorazione – trasporto del petrolio”. Francesco Ferrante ha poi affermato di “essere sconcertato, per non aver ricevuto nessuna risposta dalla società che si occupa delle estrazioni; il totale disinteresse di quest’ultima, nel rispondere alle legittime domande dei rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali – ha aggiunto – è la dimostrazione della poca sensibilità dell’azienda estrattrice nei confronti della Puglia e dei suoi abitanti”.
“Mi auguro – ha concluso il senatore Ferrante – che la società concessionaria voglia fornire al più presto i chiarimenti richiesti. Abbiamo già sollevato il problema in Parlamento presentando un’interrogazione e continueremo a sorvegliare la situazione per impedire una scelta che danneggerebbe irreversibilmente questo territorio”.