Donne come tangenti: Gad Lerner chiederà  scusa a Francesca?

“A proposito dell’inchiesta sulla Protezione civile e del modo in cui la
stampa ne ha riportato i contenuti: qualcuno dei giornalisti, spesso firme
autorevolissime come Gad Lerner, che con certezza granitica hanno
rappresentato la ‘Francesca’ citata nelle intercettazioni come una puttana, le
chiederanno scusa se si confermerà  che è ‘solo’ una fisioterapista?”- è quanto
scrivono oggi sul quotidiano “Europa” Roberto Della Seta e Francesco Ferrante,
senatori Pd.
“Molte analisi sul marcio che sembra emergere dall’inchiesta della
magistratura – aggiungono in una dichiarazione i due parlamentari democratici
– mettono in luce che questa nuova Tangentopoli è fatta, tra l’altro, di un
uso mercantile, di scambio, delle donne. Osservazione sacrosanta, ma un
sottofondo di maschilismo c’è anche nella tendenza a dare per scontato, senza
lasciare spazio a dubbi o a cautele, che la ‘parte in commedia’ di una donna
in loschi affari di maschi non può che essere quello di offrire il proprio
corpo in pagamento di favori e di appalti. La signora in questione è stata
marchiata a fuoco dalle parole di Lerner e di tanti altri, e questo è
inaccettabile.”
“Forse l’informazione, l’argomentare di reputati giornalisti, dovrebbero
mostrare più attenzione e prudenza, tanto più in casi come questo che –
concludono Ferrante e Della Seta –  riguardano l’immagine privata di persone
nemmeno indagate dalla magistratura ma solo citate in una intercettazione.”

Protezione civile: un andazzo lungo dieci anni

C’è un fastidioso retrogusto di ipocrisia e di doppia coscienza nella “nostra” reazione indignata – “nostra” nel senso di Pd, di giornali vicini al centrosinistra – di fronte alla degenerazione della Protezione Civile in “braccio separato” dello Stato che prepara, organizza, gestisce eventi di ogni tipo secondo procedure straordinarie e sulla base non di leggi, come tali votate dal Parlamento, ma di ordinanze, cioè di semplici atti amministrativi.

Noi ci ritroviamo del tutto in ciò che ha scritto sull’argomento Eugenio Scalfari nel suo editoriale su la Repubblica di domenica scorsa: “Non si è accorto Bertolaso – così Scalfari – che l’estensione della Protezione Civile ai Grandi eventi del tutto disconnessi dalle catastrofi causate dalla natura o dagli uomini , era al di sopra della possibilità  di un regolare servizio?”. Scalfari ha pienamente ragione anche a sottolineare che la pratica di applicare lo strumento delle ordinanze emergenziali a eventi prevedibilissimi e programmati con anni di anticipo, ha subìto un’ulteriore, preoccupante accelerazione durante i due anni di quest’ultimo governo Berlusconi, a partire dalla scelta di concentrare un una stessa persona le due funzioni di responsabile politico e di capo amministrativo della Protezione Civile.

Solo che a questo abuso sempre più largo dello strumento dell’emergenza per gestire eventi ordinari, a questo progressivo scivolamento della Protezione Civile verso compiti per essa impropri, anche il centrosinistra ha dato una bella mano. Dov’eravamo quando sono stati dichiarati “grandi eventi” la Presidenza italiana del G8, il 150° anniversario dell’Unità  d’Italia, l’Expo 2015? Eravamo al governo. Com’eravamo al governo quando sono state emanate molte delle ordinanze di protezione civile relative ai Mondiali di ciclismo del 2008 e ai Mondiali di nuoto del 2009, e in tanti casi in cui è stata prorogata la gestione commissariale dei rifiuti in Campania.

Troppi nostri compagni di partito, troppi commentatori oggi durissimi contro questa deriva, soltanto adesso si sono accorti di un andazzo che dura da almeno un decennio. E non per fare i primi della classe: ma evidentemente tutti costoro sonnecchiavano quando noi e altri insieme a noi – che da qualcuno anche dentro il Pd veniamo additati come “quinta colonna” di Bertolaso perché ci preme salvare il buono, ed è tanto (anche per merito del lavoro di Bertolaso), del sistema della protezione civile italiana – da tempo andavamo ripetendo che i grandi eventi non c’entrano nulla con la protezione civile, che a gestirli a colpi di ordinanze e di deroghe si riduce sensibilmente le possibilità  di un efficace controllo di legittimità  sui modi di tali gestioni.

Per carità , cambiare idea è sempre legittimo e in questo caso può essere salutare. Ma bisogna riconoscerlo, bisogna dire che è stato un errore, per chiunque l’abbia fatto, coltivare o assecondare questa prassi delle emergenze artificiali, così contribuendo a far crescere un ircocervo che nelle mani di Berlusconi è diventato decisamente un mostro.  E dobbiamo metterci in testa che la via per dare maggiore efficacia e speditezza ai processi della decisione amministrativa – un problema vero e serio – si affronta migliorando le regole, non derogando da quelle che ci sono. Questo deve fare anche il Pd: oggi dal suo ruolo di opposizione, per quando sarà  di nuovo forza di governo  impegnandosi, quanto meno, a non decidere a tavolino qualche nuova finta emergenza.

 

P.S. A proposito dell’inchiesta sulla Protezione Civile e del modo in cui la stampa ne ha riportato i contenuti: qualcuno dei giornalisti, spesso firme autorevolissime come Gad Lerner, che con certezza granitica hanno rappresentato la “Francesca” citata nelle intercettazioni come una puttana, le chiederanno scusa se si confermerà  che è “solo” una fisioterapista?

 

ROBERTO DELLA SETA    

FRANCESCO FERRANTE

Binetti: stop a transfughi che tradiscono fiducia degli elettori

“No a Parlamento come album figurine Panini”. 

“Basta con un Parlamento che sembra un album delle figurine Panini, dove non si sa più chi gioca con chi perché c’è stato il mercato invernale.  Basta con i transfughi che cambiando treno in corsa aderiscono ad un gruppo concorrente di quello che li ha fatti diventare parlamentari, e così tradiscono la fiducia degli elettori.  Bisogna mettere un freno a questa campagna acquisti indecente, che alimenta negli italiani l’idea, in questo caso più che giustificata, che la politica è solo opportunismo e convenienza personale”. Lo dicono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, preannunciando un disegno di legge costituzionale che, modificando l’articolo 67 della Costituzione,  non consenta al parlamentare di approdare in corso di legislatura ad un gruppo che al momento delle elezioni era concorrente rispetto a quello che lo ha eletto.
“E’ assolutamente legittimo – continuano i senatori Pd –  esprimere il proprio dissenso e il proprio disagio rispetto alle scelte e alle azioni del proprio partito e gruppo parlamentare, anche distaccandosene per dare vita a nuove aggregazioni. Ciò che invece è intollerabile è la scelta di chi, eletto in una lista, durante il mandato cambi casacca e indossi quella di un altro partito o gruppo. Il comportamento di  Paola Binetti, e prima di lei di Carra, Lusetti, Dorina Bianchi vìola ogni minimo criterio di etica della responsabilità  pubblica, ed è tanto più grave visto che con l’attuale legge elettorale i parlamentari non vengono scelti dai cittadini, ma nominati dai loro partiti. Insomma, Paola Binetti è intellettualmente disonesta se finge di non sapere che è in Parlamento grazie anche ai voti di chi, sebbene lontanissimo dalle sue idee, l’ha votata solo perché presente nelle liste di un partito, il Pd, che fin dalla nascita ha compiuto la scelta del pluralismo”.
Per Ferrante e Della Seta, “questa pratica di trasformismo, che oggi colpisce soprattutto il Pd ma in passato ha riguardato molti altri partiti e schieramenti, va fermata modificando l’articolo 67 della Costituzione, e interpretando in senso più restrittivo il principio della libertà  di mandato dei parlamentari. Un deputato o un senatore siano liberi di aderire al gruppo misto o ad un nuovo raggruppamento, non di passare con una ‘squadra’ avversaria”. 

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