“Saggia la decisione del Governo di ritirare l’emendamento che prevedeva un aggravio sulle bollette elettriche degli utenti, cittadini e imprese, nel decreto legge sull’ approvvigionamento di energia elettrica nelle isole maggiori, il cosiddetto decreto salva-Alcoa che contempla una serie di misure a salvaguardia della situazione occupazionale in Sicilia e Sardegna. E così è stata resa possibile l’approvazione condivisa di questo importante provvedimento. Resta però da risolvere la causa del problema , che ha portato il governo ad ipotizzare, poi a ritirare, un balzello per gli utenti, ovvero l’assegnazione nazionale delle quote di Co2” – lo dichiara Francesco Ferrante del Pd che aveva presentato un ordine del giorno in merito che la maggioranza aveva bocciato. Continua Ferrante -“Abbiamo sventato una manovra pesante per le tasche delle famiglie italiane e dannosa per l’ambiente. Resta tuttavia irrisolto il nodo della questione, ovvero l’insufficiente quota di CO2 riservata ai nuovi entranti per riservarne una troppo generosa a favore degli impianti esistenti. Non si è ancora appianata l’anomalia tutta italiana che gli impianti più vecchi e più inquinanti possono continuare a emettere quote di CO2 troppo alte, a discapito dei nuovi entranti, più efficienti e con un minor impatto ambientale. In altre parole non si può far finta di nascondere che il meccanismo di cap and trade, secondo il quale chi inquina paga in Italia è ancora drogato da un mercato dell’energia non allineato alle direttive europee, e per il quale si è cercata la scappatoia del prelievo dalla tasche degli italiani.” “L’unica soluzione possibile, su cui dichiariamo sin da adesso la nostra disponibilità a ragionare in un prossimo provvedimento in Parlamento è quella di riequilibrare la ripartizione delle quote di CO2, penalizzando le fonti che mettono più anidride carbonica a favore di tecnologie meno impattanti, operando a favore della qualità ambientale e della competitività del sistema industriale italiano”- conclude Ferrante. |
Primo marzo: politiche dell’immigrazione prima questione morale del Paese
“Le politiche dell’immigrazione sono la prima questione morale del nostro Paese. Se non si sconfigge l’idea, coltivata in Italia dalla Lega ma assecondata da tutto il centrodestra, che i migranti siano estranei o peggio nemici, se non si sconfigge l’equazione migranti irregolari uguale delinquenti, l’Italia è destinata a perdersi”. Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, senatori Pd, hanno motivano così la loro adesione alla “Giornata senza Immigrati” del 1°marzo 2010, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa tenutasi oggi a Roma.
“Il 1° marzo – hanno affermato i due parlamentari democratici – sarà l’occasione per mostrare all’Italia che senza il lavoro degli immigrati, senza la loro partecipazione alla vita collettiva, il nostro Paese è zoppo, non funziona. àˆ più povero civilmente e anche economicamente. Sarà un atto simbolico di grande valore democratico, che vedrà uniti donne e uomini italiani e non italiani, consapevoli del contributo essenziale dei cittadini immigrati al nostro Paese, decisi a ribellarsi a ogni rappresentazione dell’immigrazione come fenomeno negativo e a rivendicare piena cittadinanza per tutti coloro, immigrati di prima o seconda generazione, che vivono e lavorano onestamente in Italia ma sono tuttora considerati ‘stranieri’ e come tali privati di diritti civili, sociali, politici. Ci auguriamo la più larga partecipazione possibile, in sintonia con tutti i Paesi europei che hanno scelto il 1° marzo come data simbolo per dire no all’ondata xenofoba, troppo spesso alimentata dalle politiche di esclusione dei governi europei e che in questi ultimi anni ha inquinato la civile convivenza, innescando meccanismi di odio e violenza”.
Intervenendo alla conferenza stampa, Della Seta e Ferrante hanno anche annunciato la presentazione di un disegno di legge che adotta lo “ius soli” come criterio fondamentale della cittadinanza, stabilendo che tutti i nati in Italia da genitori stranieri sono cittadini italiani.