Energie rinnovabili: figuraccia in Europa, e nel “milleproroghe” ennesimo sgambetto alla green economy

“Figuraccia del governo a Bruxelles sul piano d’azione nazionale in materia di energie rinnovabili. L’Italia invece di inviare a Bruxelles una previsione su come intende raggiungere l’obiettivo del 17% dei consumi finali di energia proveniente da fonti rinnovabili entro il 2020, come hanno fatto quasi tutti gli altri Paesi membri, si limita a inviare uno stringato documentino che illustra le modalità  di importazione di energia rinnovabile dagli Stati non appartenenti all’Ue. In altre parole, a causa dell’inerzia del governo Berlusconi nell’applicazione del pacchetto clima-energia, l’Italia si ritrova Cenerentola d’Europa in materia di fonti rinnovabili e, se non si sbriga a preparare il Piano che deve essere presentato entro il prossimo giugno, andrà  incontro alle prevedibili sanzioni conseguenti al mancato raggiungimento dell’obiettivo”. Lo dichiara il senatore del PD Francesco Ferrante.
 

“l’Italia – spiega l’esponente ecodem –  è, secondo i dati dell’Associazione europea dell’energia eolica, l’ultima della classe, rischia cioè di fallire l’obiettivo di raggiungere la quota di energia elettrica prevista nel famoso accordo 20-20-20. Unica cosa a cui pensa il governo è importare energia da Albania, Croazia, Serbia e Tunisia. Va bene anche sfruttare queste potenzialità , ma limitarsi a ciò significa che gli italiani pagheranno sia il vento che soffia dall’altra parte dell’Adriatico sia l’energia solare che riscalda territori vicini alla Sicilia”.
Per Ferrante, “l’assurdità  di voler ricorrere solo a fonti rinnovabili estere, quando invece l’Italia è ricca di sole, vento, geotermia, è il chiaro segno della disattenzione e distanza del governo dalle tematiche ambientali. Un governo che ancora non ha elaborato il piano d’azione nazionale in materia di energie rinnovabili, che non ha emanato le linee guida sulle rinnovabili, che dovrebbero rendere più semplici le autorizzazioni e meno complicato produrre energia pulita, e che non ha fissato gli obiettivi per le fonti rinnovabili per ciascuna Regione, così come prevede la legge. Come se non bastasse, con un colpo di mano, un emendamento al Milleproroghe in discussione alla Camera, viene prorogata al 2011 l’introduzione nei regolamenti edilizi comunali dell’obbligo di integrazione delle energie rinnovabili nella realizzazione di nuovi edifici”.
“Insomma – conclude Ferrante – il governo Berlusconi infligge l’ennesima battuta d’arresto al nostro Paese, andando incontro alle sanzioni europee e mettendo il freno a quelle forme di sviluppo economico sociale che il settore della green economy e delle fonti rinnovabili sta perseguendo”.

Quando migrano gli onorevoli

Articolo pubblicato da L’Unità 

Bruno Gravagnuolo su l’Unità  boccia la nostra proposta di proibire le trasmigrazioni di parlamentari verso gruppi o addirittura schieramenti concorrenti di quelli nei quali sono stati eletti. Per Gravagnuolo la proposta non va bene perché “fa a pugni con l’articolo 67 della Costituzione”. Non c’è dubbio che sia così, e infatti il nostro è un disegno di legge di modifica costituzionale.

Ma venendo al merito. La motivazione più che condivisibile che spinse i Costituenti, sessant’anni fa, a fissare nella carta il principio della libertà  di mandato per i parlamentari, era rafforzare gli anticorpi ad ogni deriva autoritaria.

Oggi però lo scenario è diverso. L’Italia, sia pure in modo imperfetto, ha scelto di diventare una democrazia maggioritaria: è un errore confondere questa scelta con le intenzioni plebiscitarie di Berlusconi, ed è un errore ancora più grande teorizzare, come fa Gravagnuolo, che una democrazia parlamentare non possa essere maggioritaria.   Il bipolarismo è stata una conquista per la democrazia italiana, per la prima volta dopo quasi mezzo secolo ha aperto la via ad una vera alternanza nel governo del Paese.

D’altra parte, l’articolo 67 della Costituzione non ha impedito ai governi Berlusconi di svuotare progressivamente l’autonomia e la sovranità  dell’istituzione parlamentare. Ma la dignità  del Parlamento è almeno altrettanto minacciata dalla pratica del trasformismo, dall’abitudine di troppi parlamentari di cambiare casacca in corso di legislatura, passando spesso a partiti avversari di quelli che li avevano candidati. Questa è un’abitudine non solo discutibile sul piano dell’etica pubblica, ma del tutto funzionale alla strategia berlusconiana di sminuire l’autorevolezza e la credibilità  del Parlamento.

Gli effetti deteriori del trasformismo sono ulteriormente ingigantiti dall’attuale legge elettorale, che sottrae agli elettori la scelta di deputati e senatori: uno schiaffo in piena faccia ai cittadini che oltre al danno di non potersi scegliere i rappresentanti, subiscono la beffa di vedersi “tradire” da parlamentari eletti solo in quanto “nominati” in questa o quella lista.   

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Winston Churchill sostenne con passione che la Camera dei Comuni, da ricostruire dopo i bombardamenti, andava rifatta mantenendone la forma oblunga (quella che ha tuttora), perché così sarebbe stato più difficile per chiunque passare da una parte all’altra. Churchill era un liberale e un parlamentarista, sapeva bene che il trasformismo è il più sicuro alleato di chi umilia il Parlamento e coltiva mire autoritarie.

 

Roberto Della Seta
Francesco Ferrante   
 

 

Ecodem: stop allo smog, dov’è il Governo?

Bene l’iniziativa dei sindaci del Nord, male l’assenza dell’esecutivo
 

“Ancora una volta il governo si dimostra insensibile ai problemi reali del paese ed incapace di mettere in campo un’azione efficace di coordinamento per promuovere soluzioni reali”: con queste parole Francesco Ferrante, senatore Pd e dell’esecutivo nazionale Ecodem, commenta l’iniziativa dei sindaci di Milano e Torino, Letizia Moratti e Sergio Chiamparino, che proporranno oggi, in un apposito incontro, lo stop delle auto ai colleghi delle città  del Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia Romagna per domenica prossima 28 febbraio.
 

“Si tratta di una proposta lodevole e necessaria per ridurre i pericolosi livelli di inquinamento registrati nelle scorse settimane – continua Francesco Ferrante  -. Questo tipo di iniziative, assume una valenza e risultati in termini ambientali maggiori se presa contemporaneamente in un territorio vasto. Insomma, pur non affrontando i nodi strutturali, almeno l’iniziativa dei sindaci ha il merito di non nascondere il problema e anzi di suonare il campanello d’allarme. Quello che colpisce però è l’assoluta mancanza di sensibilità , dell’attuale governo, sulla tutela della salute dei cittadini e sulla salvaguardia dell’ambiente. Dovrebbe essere infatti l’esecutivo a coordinare questo tipo di iniziative per attuare politiche concrete per la lotta allo smog e contro i cambiamenti climatici, invece di smarcarsi e far ricadere la responsabilità  delle scelte esclusivamente sulle amministrazioni locali”.
 

“Va infatti ricordato che con l’esecutivo Prodi era stata predisposta, due anni fa, una struttura, guidata tra gli altri dall’allora sottosegretario all’Ambiente Gianni Piatti, che coordinava le iniziative contro i cambiamenti climatici con il compito di supportare e coordinare gli enti territoriali contro questo tipo di inquinamento. Il settore dei trasporti che è il più responsabile dell’inquinamento delle nostre città  – conclude il senatore Pd – incide per oltre un terzo sulle emissioni di gas climalteranti e intervenire con politiche concrete rappresenta una delle azioni che i governi centrali avrebbero il dovere di assumere nell’ambito del  Protocollo di Kyoto e degli accordi a livello europeo. Una cabina di regia che però il centrodestra, distratto e irresponsabile, non ha voluto, colpevolmente, riproporre nell’attuale legislatura”.

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